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"Dobbiamo arrivare ad un accordo, voglio andarmene" sbotto dopo non so quanto tempo. E' disteso nel divano con le scarpe sopra, lo sguardo teso e smanetta con il suo cellulare " Cam, devi ascoltarmi" urlo esasperata portandomi le mani ai capelli e gli tolgo il telefono dalle mani ricevendo in cambio uno sguardo torvo.

" Ascoltami, non me ne fotte un cazzo di parlarti. So per certo che mio padre si stuferà di questo maledetto giochino e verrà ad aprirci" continua senza smettere di togliere il suo sguardo dalla mia figura " Dammi il telefono Deborah" continua senza battere ciglio.

" No maledizione, ascoltami tu adesso" mi siedo nascondendo il suo cellulare dietro la schiena e lo guardo " Non possiamo andare avanti così, non so cosa ti è successo l'altro giorno per averti fatto infuriare in quella maniera" smetto di respirare quando si alza e mostra i suoi metri abbondanti di stazza.

" Deborah, non voglio parlarti sul serio. Non mi interessa nulla di cosa è successo il giorno prima o quello dopo" sbotta ancora alzando le mani, abbassandole subito dopo. Questo ragazzo è cosi cocciuto che sarebbe in grado di non concludere qualcosa pur di dare retta alla sua testa che, con tutto il rispetto per i suoi genitori, non contiene nulla " Ti ho detto di darmi il cellulare" continua rosso di rabbia. Vorrei sfidarlo ma so che andrebbe a finire male o a dir poco ancora peggio di adesso. Smetto di guardarlo e gli metto il cellulare sopra la scrivania sbuffando.

" Tutto questo un giorno andrà a te, non voglio che tu perda una cosa così importante per tuo padre e per te. Mi sto licenziando io e non penso ci sia alcun bisogno di farlo anche tu" mi alzo e mi volto verso la grande finestra. Vorrei urlare a qualcuno di venirmi a tirare fuori da quì ma so che questo provocherebbe scandalo con la stampa e andrebbe tutto in frantumi per un'intervista fatta " E' l'ultimo dei miei pensieri quello di fare stare male tutti Cam" continuo infine con un sospiro lungo.

" Non stai rovinando nessuno, mi sto rovinando da solo che è diverso" Si siede e mi fissa " Non è colpa tua se sono arrivato a così tanto credimi, non sei assolutamente tu il problema in questo ambito" ha la voce flessibile, quasi trasparente " Deborah, ho solo colto la balla al balzo" afferma serio quando mi volto.

" Non so di cosa parli" affermo sincera guardandolo a mia volta " Ma sono problemi di famiglia" continuo convincendo più me stessa che lui.

" Oh, non penso proprio siano problemi di famiglia" mi schiaccia un occhiolino e si avvicina " ma stai tranquilla Debs, scoprirò tutto e poi non accetterò una spiegazioni" la mascella contratta e il sorriso da ebete sulle labbra carnose " Tu accetteresti una bugia detta da tanti anni?" lo guardo alzando le sopracciglia non riuscendo a capire dove vuole andare a parare. Sembra che tutto questo discorso sia indirizzato più a me che al padre.

" Non so davvero di cosa parli Cameron" continuo con la stessa frase ingoiando il groppo alla gola che mi si è formato con la saliva " E, per tua informazione, mi sono ritrovata spesso di fronte persone che mi hanno mentito spudoratamente e no, non so se riuscirei a perdonare ma dovrei trovarmi nella situazione" concludo sorridendo cercando di smorzare l'aria che è diventata immediatamente pesante.

Tutti sbagliamo, commettiamo errori, dimentichiamo di avere un pò di lucidità in momenti davvero brutti della nostra vita. Ricordo ogni singolo sbaglio commesso, non mi sono mai perdonata per quello che ho commesso in passato ma ho solo imparato a farmene una ragione cercando di nascondere agli occhi di tutti il male che ho dentro il cuore. Ognuno di noi ha scheletri nell'armadio di cui non vuole, o non può, liberarsene. Alla fine però si impara esclusivamente a convivergli, cercando di andare avanti e di non commetterne più.

" Anch'io mi sono ritrovato di fronte a situazioni in cui le persone mi hanno mentito spudoratamente, dormendo addirittura nel mio letto" continua lanciandomi una netta frecciatina, sto chiaramente perdendo il fiato " E sai cosa ho sempre fatto?" nego con la testa col chiaro intento di farlo andare avanti " Me ne sono sempre andato perchè con i bugiardi non voglio avere nulla a che vedere" afferma serio.

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