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<Ah che stanchezza!> esclamai stiracchiando schiena e braccia, per poi uscire dall'aula. Non vedevo l'ora di poter tornare a casa mia e riposarmi dopo aver passato tutto il pomeriggio a finire questo lavoro. Sapevo che mancava ancora tempo prima della data della consegna, ma ci tenevo a fare un buon lavoro e fare tutto con calma. Si trattava di un disegno realizzato con i carboncini e dovevamo disegnare qualcosa a noi caro o che ci rappresentasse. 
Oggi mi ero detto che avrei messo giù la bozza, così da avere un po' più chiaro che cosa volevo andare a creare. Ma se dovevo essere sincero, passai più tempo a guardare il pezzo di carboncino stretto tra le punta delle mia dita, che a disegnare. Avevo troppe idee nella mia testa e tutte queste giravano solo ad una sola cosa. Al mio passato che ancora non ero riuscito a lasciare andare. 
Sapevo che mi ci sarebbe voluto molto tempo, ed era più che normale. Lo era. E lo sapevo. Ma una parte di me non voleva accettarlo. Anzi, più che non voleva, non riusciva.

Camminando immerso nei miei pensieri mi ritrovai fermo davanti al conservatorio che qualche giorno fa confusi per l'università d'arte. Se ci pensavo, mi veniva ancora da ridere. Effettivamente come avevo fatto a confondermi quando c'erano cartelli con scritte piuttosto grandi, che dicevano dove bisognava andare per raggiungere un determinato punto dell'intera università?
Forse dovevo prendere in considerazione di prendere un paio di occhiali.  

Nonostante avessi sonno e stessi morendo dalla voglia di cucinare qualcosa da mettere nello stomaco, non riuscivo a muovermi.

"Pensare che quest'anno ero intenzionato per davvero a iscrivermi e cominciare a frequentare il conservatorio..." pensai tenendo il mio sguardo puntato sulla struttura. Se solo avessi saputo non avrei studiato così tanto. Anzi, no. Lo avrei fatto comunque. Perché suonare era ciò che amavo. Salire sul palco ed esprimere me stesso con il mio violino. Lasciarmi andare nel mezzo della performance. Era questo quello che mi faceva sentire vivo. Questo mio sentimento non credo che sarebbe mai cambiato. Il mio amore per la musica sarebbe rimasto lo stesso nonostante tutto quello che era successo. 

E in quel momento, quasi senza accorgermene, feci dei passi verso l'entrata del conservatorio. Era come se non avessi controllo del mio corpo. 

<Forse potrei...> 

Forse potevo ancora suonare. 
Forse potevo ancora tornare indietro.
Forse potevo far tornare le cose come lo erano- no. 

E mi fermai. 

<Ah...mi sa che deve essere la stanchezza. Mi conviene tornare a casa> e senza aggiungere altro, mi girai per riprendere a camminare verso il mio appartamento. Ma neanche il tempo di fare qualche passo, che andai a sbattere contro qualcuno. Mi coprii il naso per la botta che presi e mi affrettati a scusarmi con la persona a cui andai addosso. 

<Oh non si preoccupi- Gege?> mi ci volle un attimo per capire di chi si trattasse, ma lo riconobbi subito. Soprattutto con quei occhi pieni di luce e speranza che mi avevano catturato quella sera. A pensarci bene, erano passati alcuni giorni da quando io e Hua Cheng ci eravamo visti. Quasi una settimana.

<Oh Hua Cheng scusami! Non ti ho fatto male, vero?> gli chiesi leggermente preoccupato. 

<Semmai dovrei chiederlo io dato che ti sei coperto il naso> ammise ridacchiando. 

<Oh beh hai ragione, comunque sto bene> e non appena finii di parlare calò il silenzio. Non era imbarazzante, ma nemmeno pesante. Era strano.  Perché era la prima volta che riuscivo a sentirmi a mio agio con una persona che non conoscevo da molto tempo. E senza rendermene conto, Hua cheng ed io cominciammo a camminare uno di fianco all'altro. Lui alla mia sinistra e io alla sua destra. 

Ora che lo guardavo bene, Hua cheng era piuttosto alto. Ma non solo questo, ma che dal visto stanco che aveva sembrava essere appena uscito da una sessione di pratica piuttosto intensa. 

<Hai appena finito delle lezioni?> gli chiesi facendo scivolare il mio sguardo dal suo viso, agli spartiti che uscivano dalla parte leggermente aperta del suo zaino.
Hua Cheng mi fece cenno di sì con la testa, ma non disse nient'altro.
Ero tentato di chiedergli che cosa stesse provando fino a poco fa e non solo. Volevo fargli così tante domande che molto probabilmente sarei finito per sembrare un po' pesante, ma questo sentimento che provavo non riuscivo a farlo smettere. E proprio come se lui mi avesse letto nel pensiero, rispose a questa mia domanda.

<Sai Gege, oggi non ho fatto altro che suonare due notturni senza fermarmi. Non so esattamente quale scegliere da portare e mancano pochi giorni allo spettacolo>

<Spettacolo?> 

<Già. Ogni anno si tiene uno spettacolo per inaugurare l'inizio di un nuovo anno e anche per dare il benvenuto alle nuove matricole. E i professori in tutto ciò hanno come compito principale quello di scegliere i musicisti e guarda un po', quest'anno sono stato scelto io per il pianoforte> 

<Però! Deve essere impegnativa come cosa> ammisi tenendo sempre il mio sguardo puntato su Hua cheng. 

<Un po', ma niente di che> disse facendo spallucce. 

<E riguardo ai due notturni che hai menzionato prima?> 

<È un segreto>

<Un segreto?> gli chiesi leggermente confuso. 
Vidi Hua Cheng sorridere leggermente, per poi fermarsi al semaforo diventato rosso. 

Non riuscivo a capire per quale motivo dovesse esserlo.
Feci per chiedergli perché doveva essere un segreto, ma neanche il tempo di farlo che parlò. 

<Gege per caso hai già mangiato?> e solo in quel momento mi ricordai della tremenda fame che fino a qualche minuto fa provavo. Assurdo come me ne stessi dimenticando così velocemente. Se non me lo avesse ricordato probabilmente sarei finito per arrivare a casa e bere solo un bicchiere d'acqua e filare poi dritto a dormire. Era una mia brutta abitudine che stavo cercando di smettere di avere, ma a quanto pare sembrava essere più difficile del dovuto. 

<In realtà non ancora...>,<Tu?>

<Stessa cosa> e il silenzio cadde di nuovo e ancora una volta, senza accorgermene, riprendemmo a camminare insieme. Io all'interno del marciapiede e Hua Cheng dalla parte opposta. 

Passammo minuti interi a camminare in questa maniera fino a quando non arrivammo davanti all'incrocio che precedeva il mio appartamento e qui mi fermai. Mi voltai nella sua direzione e ancora prima di pensare e poi parlare, gli feci la domanda che da quando avevamo attraversato la strada mi tenevo dentro.

<Hua Cheng ti va di mangiare da me?>

Vidi Hua cheng rivolgermi uno sguardo totalmente confuso e anche sorpreso a causa della mia domanda.
Mi affrettai subito a dirgli che non era obbligato ad accettare, anche perché non ci conoscevamo da molto. Quindi potevo capire la sua diffidenza. Anche io molto probabilmente non avrei accettato di andare a casa di qualcuno che non conoscevo da molto. Lo capivo perfettamente. 
Non volevo neanche che si sentisse obbligato a dire di sì solo perché ero due anni più grande di lui.  

<In più, hai detto che non avevi ancora mangiato e non sapendo dove abiti, vorrei evitare di farti arrivare a casa tardi e...>

<Va benissimo Gege> e quando disse ciò, mi bloccai. Lo guardai a mia volta confuso, ma quando notai il sorriso che aveva sul viso capii che era più che felice della mia proposta. Ricambiai a mia volta il gesto e senza perdere altro tempo, riprendemmo a camminare verso il mio appartamento. 

<Quindi che cosa ti piacerebbe mangiare?> gli chiesi mentre tiravo fuori dalla tasca dei miei pantaloni le chiavi per aprire il cancelletto del condominio in cui abitavo. 

<Mi va bene tutto>

<Allora ti va del riso al curry?> gli chiesi mentre gli facevo spazio per entrare, tenendo la porta aperta con il mio braccio. Vidi Hua cheng annuire con il capo e dopo qualche istante, entrambi entrammo dentro l'ascensore con destinazione il sesto piano.

Angolo Autrice

Ecco qua un nuovo capitolo! Avrei dovuto pubblicarlo ieri ma ero stanca morta. In questi giorni la scuola mi sta sfinendo e i miei professori non aiutano mettendo verifiche vicine tra loro. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto come al solito e se è così, lasciate un commento e una stellina ^^

Alla prossimaa

The melody of your heart// HualianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora