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<Che stanchezza> sospirai non appena uscii dal laboratorio d'arte.
Mi portai la mano sulla spalla leggermente indolenzita, che mi parve più viva che morta e la massaggiai un po'. Mai in tutti questi mesi e in tutta la mia vita avevo disegnato per così tanto tempo come quel pomeriggio e la prova di ciò era il semplice fatto che quando entrai c'erano tantissimi altri studenti oltre a me, mentre adesso c'ero solo io e non solo il dolore della mia spalla. 
Tra i vari corridoi le uniche cose che si riuscivano a sentire erano il suono dei miei passi e dei miei lamenti, che molto probabilmente ricordavano il borbottare di una pentola sul fuoco. 

"Sono già le sette e devo ancora cenare, ma non ho nessuna voglia di cucinare" pensai guardando che ore si erano fatte dall'enorme orologio che l'università aveva. 
Sospirai al solo pensiero di dover ancora camminare prima di poter tornare nel mio letto e crollare. 
Per rilassarmi un po' e per portare la mia attenzione su altro, osservai un po' il campus che in quel momento era avvolto dal buio. Le uniche fonti di luce al momento, oltre alla luna e alle stelle alte nel cielo, erano i lampioni che illuminavano punto per punto il giardino dell'università.
Non notai nulla di diverso dal solito, se non che era tutto silenzioso e questa tranquillità non mi dispiaceva. Di tanto in tanto vedevo altri studenti che uscivano dalle rispettive facoltà, da soli o in compagnia di amici. E vedendo ciò, non mi sentii solo più così solo. 

Pensai a come molto probabilmente c'erano degli studenti che stavano ancora studiando e se devo essere onesto, se fosse stato per me avrei fatto lo stesso. Anche io avrei continuato a studiare fino a tardi, ma sapendo che il mio corpo aveva bisogno di riposare mi fermai e decisi di smettere e di rimandare al giorno successivo.
Prima c'era la mia salute e poi lo studio. Ci misi un po' a capire un concetto così semplice come questo, ma alla fine ce la feci. 

Venni portato fuori dalla mia bolla di pensieri quando sentii qualcuno chiamarmi da dietro e per un momento mi parve di essermelo sognato, ma dovetti ricredermi quando vidi la persona in questione davanti ai miei occhi. 

<Mu Qing...? Che cosa ci fai qui?> gli chiesi incredulo e più che sorpreso.
Era la prima volta che lo vedevo da quando c'era stata quell'ultima litigata nelle quinte. Mi era capitato di tanto in tanto vedere Feng Xin, ma lui mai. 

<Puoi immaginarti la risposta, te invece?> mi chiese con lo stesso tono che era solito utilizzare ogni volta. 

<Delle tavole, tutto qui> spiegai scrollando le spalle.
Nessuno dei due parlò dopo queste mie parole. Cadde un silenzio imbarazzante e mi sentii leggermente a disagio. Conoscevo Mu Qing da quando eravamo bambini e sapevo che il fatto che lui si trovasse qui, non era per puro caso. C'era sicuramente un motivo dietro, ed era lo stesso che gli impediva di andarsene. 

Per quasi un minuto non facemmo altro che guardarci negli occhi e proprio quando provai a parlare, ecco che la mia fame si fece sentire. Un momento migliore non poteva sicuramente sceglierlo. 

<Oh...scusami. Non ho ancora mangiato-> non feci in tempo a finire di parlare che Mu Qing mi parlò sopra e alle sue parole mi parve per un momento di star sognando. 

<Allora vieni, stavo giusto per andare a mangiare qualcosa qua vicino> e così feci.
Stupito cominciai a seguirlo per il resto del campus e dopo quasi dieci minuti di camminata, arrivammo a destinazione. Non appena entrammo dentro il ristorante un forte tepore ci accolse e senza perdere tempo ci andammo a sedere. 
Occupammo un posto abbastanza appartato e nonostante fossero passati alcuni mesi, c'erano ancora delle persone che quando passavo mi guardavano. Ovviamente non più come prima e questo mi permetteva di tirare dei sospiri di sollievo quando mi trovavo in luoghi pubblici come questi. 

<Mu Qing, scusami per la schiettezza, ma di che cosa vorresti parlare?> gli chiesi non appena finimmo di ordinare. Vidi il ragazzo seduto davanti a me distogliere subito il suo sguardo e per qualche istante non disse nulla, ma questo silenzio durò per breve tempo. 

<Non c'è molto da dire , ma penso che ti debbano essere fatte delle scuse. Per quello che è successo nelle quinte> 

"Ah...per questo"

<Non ti preoccupare, ormai è acqua passata. Non c'è bisogno che ti scusi per una cosa del genere> 

<Invece no, devo scusarmi. Abbiamo sbagliato entrambi a dire tutte quelle cose in quel momento e a rovinarti la serata in quel modo. Mi scuso anche da parte di Feng Xin, sai che->

<Lo so e ti ripeto che non c'è bisogno di scusarsi, tanto non è nulla e come detto è ormai acqua passata. Ti ringrazio ovviamente per il gesto> ma questo non era solo quello che volevo dire, c'era molto altro. Ma sapendo come era andata l'ultima volta, evitai di espormi e dire ciò che pensavo a riguardo. 

<Non è nulla...?> domandò ripetendo le mie stesse parole, incredulo e con un tono leggermente irritato. Vidi sul suo viso farsi spazio un'espressione totalmente confusa e le sue sopracciglia corrugarsi. <Perché non dovrebbe essere nulla quando sai anche te che parole come quelle ti hanno ferito? Il minimo è scusarci. Porgere delle scuse. Soprattutto quando parole con tanto odio ti sono state buttate addosso per delle domande più che lecite> 

<Perché me lo aspettavo in più, ho sbagliato anche io> iniziai a dire tenendo un tono di voce tranquillo e pacato. <Non avrei dovuto essere così insistente e potevo scegliere sicuramente un momento migliore e adatto. L'unica cosa che però non capisco è perché dovresti preoccuparti per una cosa così, Mu Qing? Alla fine non sono più tuo amico> 
Mu Qing si morse le labbra con fare leggermente nervoso a causa delle mie parole e nel frattempo arrivò il cameriere con il nostro cibo, di cui detto sinceramente mi ero totalmente dimenticato. 

<Anche se non lo sei più, non meriti di essere trattato così. Non lo meriti, perché anche io nei tuoi panni mi sarei comportato nella tua stessa maniera e sarebbe stato il minimo da parte mia chiedere delle scuse se qualcuno mi avesse trattato così.
Xie Lian, non farlo mai più e dì se qualcosa non ti va bene. Non tenerti dentro quello che ti fa male e non fare finta che niente non sia accaduto. E sappiamo entrambi che non è così > e queste sue parole mi colpirono molto più profondamente del dovuto.
Per un momento mi parve di vedere quella persona che era cresciuta e stata insieme a me per anni, cercare di riavvicinarsi e ricostruire un minimo di quel rapporto che avevamo perso oltre che scusarsi.  
Forse era ancora una volta la mia perfida immaginazione o la mia speranza che mi stava facendo vedere ciò. Ma per quanto cercassi di dirmi il contrario e di pensare che questa era solamente una facciata, non riuscivo a farlo. 
Perché sapevo com'era fatto Mu Qing. Sapevo che lui non era solito dire cose come quelle e se lo faceva, voleva dire che le sentiva e pensava per davvero. Quindi come sarei mai stato in grado di dire il contrario? 

<Va bene, la prossima volta non lo farò. Ora però mangiamo sennò il cibo diventa freddo>

Quella sera tornai a casa con una speranza che qualche settimana fa diedi per persa, ma ora era diverso.
Forse quello sarebbe stato il primo passo che ci avrebbe portato a sistemare le cose e poter capire per bene che cosa fosse mai successo tra di noi quell'anno.
Sapevo già che questo non sarebbe successo subito e che ci sarebbe voluto del tempo prima che tutto si sistemasse.
Ma ero più che contento di aspettare, andava benissimo. Perché era meglio fare le cose con calma e per bene, invece di farle in fretta e furia. Rischiando di peggiorare ulteriormente le cose e di rendere il salvabile insalvabile. 

Molto probabilmente anche questa volta mi stavo semplicemente sbagliando e stavo vedendo qualcosa che non esisteva, ma c'era in me qualcosa che mi diceva il contrario. E per una buona volta diedi per vera questa mia voce e l'ascoltai. 

The melody of your heart// HualianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora