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Xie Lian pov

Erano le sette di mattina e per quanto mi fossi detto la sera prima di andare a letto presto e di dormire un paio di ore, eccomi qua sveglio con neanche quattro ore di sonno nel corpo. Questo in parte causato dal fatto che avevo finito le mie ultime tavole verso mezzanotte e poi perché mi ero perso a pensare. Ciò significava che molto probabilmente avrei speso una buona parte del viaggio a dormire, sempre se fossi riuscito a prendere sonno. 

Ancora non riuscivo a credere come fosse passato così velocemente il tempo e ogni volta che ripensavo a quella chiamata, non potevo fare a meno di sorridere. Non solo per l'invito in sé, ma anche per quella breve chiacchierata che avevamo fatto nel mentre. In quei brevi minuti avevamo parlato di tutto. A partire da quello che avevamo fatto in quei giorni a anche a cosa avremmo poi mangiato quella sera. Una conversazione di per sé semplice e che non avrebbe chissà quale peso, ma che mi rallegrò un po' la serata. Anzi, la giornata intera.
Motivo per cui ero sempre più convinto che Hua Cheng fosse veramente un angelo sceso in terra. Non avevo mai incontrato una persona così gentile e disponibile come lui. 

<Dovrei aver preso tutto no?> mi chiesi, mentre ricontrollavo la valigia e lo zaino che avevo preparato ieri per l'ennesima volta, assicurandomi di non essermi dimenticato nulla. Ma conoscendomi sapevo che sarebbe accaduto. L'importante però era che non mi dimenticassi di portare il portafoglio e i miei documenti. 

Quando mi assicurai di aver presto tutto, uscii dal mio appartamento e lo chiusi facendo tre mandate.
Poi mi avviai verso l'ascensore e nel mentre mandai un messaggio a Hua Cheng dicendogli che stavo uscendo adesso e in giro di qualche istante mi rispose. Mi disse che anche lui era quasi arrivato e che era questione di minuti prima che sarebbe arrivato davanti al condominio in cui abitavo. E proprio in quel momento mi resi conto di una cosa, erano passate un po' di settimane da quando Hua Cheng era venuto a casa mia per la prima volta. Una serata indimenticabile, soprattutto per il caos che ero riuscito a creare in cucina. 
Ero sempre più convinto sul fatto che per me stesse arrivando il momento di seguire un corso di cucina e imparare a fare qualcosa come le uova. Un piatto così semplice che continuavo a far bruciare.  Non potevo andare avanti a mangiare cibo per metà bruciato o i preconfezionati. Il mio corpo non mi avrebbe per nulla ringraziato a distanza di qualche anno, ne ero più che sicuro.
Mi dissi quindi che uno di questi giorni, non appena entrambi ci saremmo liberati da tutto questo studio, lo avrei invitato a casa mia di nuovo. Non mi era per nulla dispiaciuta la sua compagnia quella sera, anzi. Non mi dispiaceva in generale. Con lui riuscivo ad essere me stesso, qualcosa che ultimamente mi sembrava difficile fare. 

Perso nei miei pensieri non mi accorsi di essere giunto fuori dal condominio. Me ne resi conto solo quando sentii il freddo pungente che era solito avvolgere la città nelle prime ore del mattino, graffiare la mie pelle.
Mi venne in automatico nascondere il naso dentro il colletto del mio giubbotto e con le mani che stavano già diventando rosse a causa del freddo, presi il telefono e controllai se fossero arrivati dei messaggi e proprio come se mi avessero letto nelle mente, qualcuno mi chiamò. 

Quando lessi il nome del contatto mi venne in automatico da sorridere. 

<Qualcosa mi dice che sei in ritardo> dissi non appena risposi alla chiamata. <Comunque buongiorno Hua Cheng> 

<Buongiorno anche a te Gege e no, non sono ritardo. Volevo semplicemente dirti che sono arrivato> 

<Ah okay! Dove saresti?> gli chiesi mentre prendevo in mano la mia valigia e rimettevo in spalla lo zaino, che per mia grande fortuna non pesava per nulla. Ci avevo messo dentro solo un libro da leggere e poi cose essenziali come il caricatore del mio telefono, documenti ecc... 
Il grosso si trovava dentro la valigia. 

<Vicino al cancello d'entrata> 

<Macchina nera?> 

<Macchina nera>

<Okay penso allora di averti visto, arrivo!> esclamai prima di concludere la chiamata. Senza perdere tempo mi incamminai verso il moro, che raggiunsi in pochissimo tempo e che trovai appoggiato con la schiena contro la sua macchina. E per un breve momento mi domandai se davanti a me ci fosse un modello o meno. Indossava un semplice maglioncino bianco con il collo alto, dei pantaloni neri e il tutto coperto da un semplice cappotto che gli arrivava poco più sotto del bacino. Come scarpe portava dei scarponcini neri e intorno alle sue dita dei semplicissimi anelli d'argento. 
Se fosse stato un modello credo che sarebbe stato piuttosto popolare, anzi moltissimo. 

<Gege ben arrivato> mi salutò il moro facendo un passo nella mia direzione, nascondendo le sue mani dentro la tasca del suo cappotto.

<Eccomi, gli altri sono in macchina o....>

<Ming Yi e Shin Qingxuan sono insieme in un'altra macchina. Hanno detto che prima devono di fermarsi da qualche parte e che ci vedremo direttamente là> 

<Ahhh capito, comunque quanto ci dovremmo mettere?> 

<Un paio d'ore, però possiamo prendercela con calma. Sempre che Gege non abbia fretta ad arrivare> 

<No no, com'era il detto? Chi va piano, va sano e va lontano> 
Hua Cheng mi guardò leggermente confuso, ma ben presto scoppiò a ridere e stessa cosa feci io a distanza di qualche secondo. Quando riuscimmo a ricomporci, quindi a smettere di ridere per un detto, caricammo le mie cose nella bagagliaio e poi salimmo in macchina. In giro di qualche minuto, senza rendermene conto, eravamo già in autostrada. E per qualche motivo mi sembrava un momento quasi irreale. Era come se stessi vivendo uno di quei momenti da film in un certo senso e non riuscivo a capire se mi dispiaceva o meno come cosa. Ma molto probabilmente no.

Quella mattina non sembrava esserci quasi nessuno in giro. Erano veramente poche le macchine che occupavano le corsie oltre a quella che Hua Cheng stava guidando al momento.
Il cielo, coperto da nuvole grigie che sembravano essere cariche di pioggia, stava cominciando piano piano ad essere illuminato dai raggi caldi del sole che stavano dando spazio all'azzurro freddo che era solito colorare il cielo in questo periodo dell'anno e che non mi sarei mai stancato di guardare. 

Controllai poi dal cruscotto quanti gradi ci fossero e non rimasi per nulla sorpreso nel vedere c'erano solo cinque gradi. Ero più che sicuro che man mano che ci saremmo allontanati la temperatura non avrebbe fatto altro che scendere e che sarebbe stato un viaggio abbastanza stancante. Sperai comunque di non arrivare troppo stanco e nel caso di riuscire a riposare un po' durante il viaggio. Anche se la vedevo piuttosto difficile dato che ero il tipo di persona che quando viaggia non dorme. Avevo  pure provato una volta a prendere della melatonina ma non aveva fatto effetto.

<Sai Hua Cheng, sono proprio curioso di questi tre giorni in montagna> ammisi mentre prendevo il mio giacchettino e lo mettevo sulle mie gambe, utilizzandolo come una sottospecie di copertina.

<Anche io, credo che ti piacerà molto> mi disse e con la coda dell'occhio lo vidi alzare di qualche grado la temperatura della macchina. Lo ringrazia con un leggero inchino della testa e lui semplicemente sorrise. 

<Dici?>

<Mh mh>

<Mi fido allora> gli dissi con un sorriso in viso e così il silenzio calò. L'unica cosa che era udibile, al di fuori del rumore delle macchine che sfrecciavano sull'asfalto e il suono del navigatore, era la musica che usciva che dalla radio. E che ci avrebbe tenuto compagnia per la maggior parte del tempo.

Angolo Autrice
Non so dove ma ho trovato la forza di scrivere quando sono ammalata. Spero che vi sia piaciuto e al prossimo capitolo :) 

The melody of your heart// HualianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora