Casa di Nat è una graziosa abitazione a piano singolo dal tetto spiovente, delimitata da un cortiletto abbastanza curato, con poche erbacce che spuntano qua e là in prossimità della staccionata che funge da perimetro.
A Key dà un senso di pace, e si immagina sdraiato sul prato magari in qualche pomeriggio assolato di primavera, a pensare, rilassarsi o leggere un libro.
Dubita però che Nat sia tipo da quelle attività tranquille, iperattivo com'è.Per tutto il tempo in cui hanno fatto compere sotto richiesta di sua madre, tra le piccole botteghe nello spiazzo affollato alle spalle del quartiere, il ragazzo ha trascinato Key col suo entusiasmo, scherzando, rivangando vecchi aneddoti bizzarri o cingendogli le spalle con fare coinvolgente. Sembrava molto euforico all'idea di passare ancora una giornata insieme a lui.
Ora che sono entrambi sull'uscio del cortile, però, Nat appare più restio ad accelerare il passo. L'ha invitato lui, è vero, ma all'improvviso è stato assalito da una stanchezza emotiva. Come se avesse sprecato tutte le energie per strada, e ora la vista di casa sua avesse contributo a scaricarle del tutto.
O almeno è l'impressione che ha Key, vedendo il suo passo rallentare di getto.
Per quello, gli prende il polso e stavolta è lui a sorridergli con solarità. "Entriamo, su. Sono curioso di vedere cosa volevi mostrarmi." afferma, con aria innocente.
L'altro alza le sopracciglia, preso dalla sua espressività che solo a tratti si manifesta con quella forza incontrastabile. Non può fare altro che annuire e ricambiare. "Certo! E ci spariamo anche quelle bibite fresche e quelle patatine che abbiamo comprato. Sta facendo di nuovo caldo..." ridacchia.
Così, i due si appropinquano a fare il loro ingresso.
Una volta dentro, Key si guarda attorno e studia il grande salone con cucina incorporata sulla sinistra, che cattura l'occhio con il suo ordine immacolato, quasi maniacale. Il pavimento praticamente luccica per quanto è pulito, definito da un biancore che denota i numerosi strati di cera che sono stati passati solo nelle ultime due ore.
"Mamma, sono io, c'è Key con me!" urla sguaiatamente Nat, varcata la soglia.
Nei pressi dei fornelli, una donna di mezza età molto attiva è tutta intenta a strofinare il piano cottura con movimenti a scatti, caratterizzati da un punta d'isteria. Si volta, e definirla sorpresa sarebbe un eufemismo. "Key? Accidenti, è da secoli che non ti ci si vedeva in giro! Come stai?" domanda, tutta pimpante. "Sono contenta che Nat abbia portato un amico a casa!" aggiunge, colta da quella che Key riconosce come apprensione, seppure gli appaia strana.
Nat avrà sicuramente un sacco di amici da invitare con il carattere che ha, no?
"B-buon pomeriggio, signora Raves." la saluta educato il timido ospite.
"Oh, sei sempre pacato, caro! Prego, lasciati andare e fa' come se fossi a casa tua, sei uno di famiglia qui. Nat ti menziona così spesso..." farfuglia, con la sua parlantina sciolta e amichevole.
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Key
Short Story[Completa] Il Marionettista appare a tutti coloro che muoiono nel rimpianto, concedendo loro "un secondo tentativo." Key, quasi deceduto da solo in un buio appartamento senza essere riuscito a costruire nulla di particolare, si ritrova nel suo corpo...