XVII. Il Principio

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Lily aveva letto, in uno dei libri che custodiva gelosamente a casa sua, che spesso il momento in cui si è più vulnerabili è anche quello dei principi. Aveva passato circa tre giorni a capire cosa potesse significare, si era documentata, aveva chiesto a sua madre, aveva domandato anche a Madama Pince quale segreto potesse nascondere. Ma nessuno, nemmeno il medesimo libro, era riuscito a risolvere l'arcano.

Si era rassegnata all'idea che l'autrice avesse aggiunto quella particolare combinazione di parole senza che avesse un vero e proprio senso. Era poggiata lì, con l'intento di incuriosire le menti più acute, senza però permettere loro di venire a conoscenza della verità.

E alla fine si era arresa, certa che prima o poi quel cumulo di sostantivi, verbi e avverbi - apparentemente messi a casaccio nero su bianco - avrebbe dato i suoi frutti e, solo allora, Lily avrebbe capito cosa in realtà celassero.

Ma come sperava la Lily del passato, la Lily Evans del presente, quel freddo mattino di fine aprile, ebbe finalmente la risposta che agognava. Era tutta una questione di accenti e lei - stupida - non ci aveva pensato. Ingenuamente il senso che aveva attribuito a quella parola era di tipo concettuale, mentre invece l'accezione più giusta era quella di origine.

Il momento in cui si è più vulnerabili è anche quello dei principi.

Quando Lily una settimana prima si era stesa sul letto, stanca della giornata e infreddolita per essere scappata dal castello, si era ricordata della frase e, prima di chiudere gli occhi - avvolta nella camicia da notte e tra le coperte lavate e profumate -, aveva analizzato ogni sillaba.

James - come aveva finalmente cominciato a chiamarlo, abbandonando definitivamente il distacco iniziale e l'appellativo di principe - era stato violato nella sua privacy quando Lily era entrata nella sua stanza. Si era arrabbiato, aveva urlato, sbraitato e ringhiato, e lei era scappata con la coda tra le gambe. Ma James, nonostante fosse vulnerabile in quel momento, era corso a cercarla e a trarla in salvo dalle insidie della foresta.

Darle poi la possibilità di rimediare al dolore fisico che lei stessa gli aveva procurato per essere scappata, aveva messo un punto conclusivo a ciò che erano stati prima di quel momento; dando così invece inizio a una nuova fase del loro rapporto. Non sapevano che era stato il principio di qualcosa molto più grande di loro.

James e Lily avevano cominciato a trascorrere più tempo insieme, dalla colazione - durante la quale lei aveva scoperto come mai James bevesse con una cannuccia; aveva cercato di non ridere di fronte al disastro che aveva combinato, ma la risata di Sirius aveva demolito il vano tentativo di non metterlo in imbarazzo - fino alla sera - quando entrambi sedevano sulle poltrone di fronte al caminetto acceso e leggevano un libro con Frank che suonava una musica dolce come sottofondo.

Era forse ancora troppo presto per definirsi amici, ma per Lily non esisteva più il burbero principe mezzo cervo che la guardava con note di disprezzo in quelle galassie di cioccolato e nocciola; piuttosto al suo posto c'era James, una persona a suo modo speciale che sembrava aver accettato e imparato ad apprezzare la sua presenza al castello.

Benché Lily avesse iniziato, per davvero, a vivere finalmente al castello, temeva che quella magia svanisse per lasciare posto a odio immotivato e chimere di falsità.

«E quindi lo abbiamo nascosto dietro il lavabo in lavanderia» La voce allegra di James accompagnava la loro passeggiata e Lily non poté far a meno che sorridere.

«E poi cos'è successo?»

«La catastrofe a dire il vero», mormorò con un sorriso colpevole mentre si passava una mano tra i capelli scuri che si mischiavano con il manto del cervo. «Alice ha scoperto la verità dopo mezz'ora, Marlene e Mary dopo due ore. Con il senno di poi ci siamo resi conto che nascondere un coniglio in lavanderia non era stata una buona idea»

La Bella e la BestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora