XVIII. Il Segreto

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James aveva sempre creduto nell'amore, in quel sentimento così profondo da legare indissolubilmente due persone. Euphemia e Fleamont Potter erano la personificazione stessa della lealtà, della fiducia e dell'amore spirituale, che trascendeva qualsiasi realtà. Non erano solo sovrani, o coniugi, o genitori presenti e attenti che badavano insieme ai loro figli e al loro paese. Erano molto di più, un qualcosa che James, sin da bambino, aveva guardato con ammirazione.

Aveva una concezione sua dell'amore, forse la più limpida, dove amare era camminare a fianco dell'altro, superare insieme gli ostacoli e tenersi per mano ogni qualvolta se ne sentisse il bisogno.

Sua madre glielo ripeteva spesso, Fleamont non era solo la persona che più amava in assoluto - dopo i suoi figli - ma era il suo migliore amico, la persona di cui si fidava di più, l'unico verso cui sarebbe caduta, il solo con cui si sarebbe sfogata e da cui si sarebbe fatta consolare. Nessuno aveva mai visto piangere la regina, solo suo marito, degno di vederla nella sua forma più umana e vulnerabile.

E un po' James aveva sempre sperato di incontrare quell'amore in grado di togliergli il fiato, ma che allo stesso tempo gli concedesse il respiro della vita. Aveva riservato tutti i suoi desideri in quei pensieri custoditi in fondo al suo cuore.

Ma poi era rimasto solo e, sebbene quell'amore colorasse ancora le pareti attorno a lui, per James aveva assunto una sfumatura più cupa, più triste, più d'odio.

Aveva smesso di credere nell'amore nell'esatto momento in cui la consapevolezza della meritata condanna era comparsa come l'alba di un nuovo giorno. Aveva trascorso troppo tempo rinchiuso nella sua stanza a meditare sulle parole della strega, rendendosi finalmente conto che il mostro non avrebbe mai potuto essere amato, sebbene lui riuscisse a sua volta nell'ardua impresa.

Ma poi era arrivata Lily, che era stata in grado di soverchiare tutte le sue convinzioni con l'aria battagliera e la solidità su cui si basavano i suoi principi. Spalle dritte, sguardo fiero e mascella contratta. Così era apparsa ai suoi occhi, come il soldato più forte del battaglione, eppure - quando Richard aveva richiamato la sua attenzione - James le aveva viste quelle minuscole crepe che infrangevano il vetro che la componeva, erano in grado di piegarla di fronte il bene verso una persona.

E lui, che aveva creduto fermamente di non poter mai amare a causa della sua condizione, si era ritrovato ad ammirarla senza parole più di quante volte gli fosse piaciuto ammettere. In due settimane Lily Evans aveva distrutto ogni sua convinzione - che credeva fosse solida come le mura del castello - e gli aveva permesso di scoprire che la bestia era in grado di amare, nonostante non lo credesse possibile.

Sirius aveva passato gli ultimi giorni a girargli attorno - quando Lily non c'era - con un sorrisetto irriverente che luccicava anche sull'oro di cui era fabbricato. Tutto in lui urlava 'lo sapevo', ma James ancora non gli aveva voluto dare nessuna soddisfazione. Benché inizialmente avesse creduto che lo sfarfallio nello stomaco non fosse altro che una conseguenza della maledizione e dei petali che continuavano a cadere indisturbati, alla fine si era dovuto ricredere e accettare che la fine del tempo - che lo separava da un possibile lieto fine - non c'entrava nulla con le carezze leggere e soffici che sentiva alla bocca dello stomaco.

Rassegnarsi invece all'idea che anche l'amore potesse raggiungerlo sotto quegli strati di tracotanza dietro cui si nascondeva, era stato difficile. Ogni motivo era buono per non sentirsi costretto a riconoscere l'importanza che quella ragazza aveva cominciato, poco a poco, ad avere nella sua vita.

Era straordinario come ogni più piccola cosa fosse in grado di stupirla e lasciarla senza parole. James adorava ammirare quelle pozze verdi, in cui gli era capitato di specchiarsi - anche se solo per poche frazioni di secondi -, e sentire la vita e la voglia di riscattarsi germogliare dentro di sé.

La Bella e la BestiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora