Capitolo 8. Mi ha mentito

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"Damon POV"

Uscii di casa molto arrabbiato e mentre mi allontanavo pensavo e quello che era appena successo. Mi aveva mentito come poteva riuscire a dirmi che mi amava e non dirmi la verità; sapevo che per lei era difficile essere come me, ma non pensavo potesse pensare di essere un mostro. Era tutta colpa mia, se non fossi mai tornato in città, se non si fosse mai innamorata di me tutto questo non sarebbe mai successo.
Mi sdraiai in mezzo alla strada, era il mio modo di sopprimere il dolore, il silenzio e il buio mi aiutava a pensare ad altro.
Sentii il rumore di una macchina in lontananza ma nonostante questo non mi alzai.
Poco dopo era diretta nella mia direzione, scattai in piedi e la macchina inchiodò. Scese una ragazza dai capelli bioni, gli occhiali e vestita da infermiera.
Ragazza: "Ehi tutto bene? Che ci fai in mezzo alla strada a quest'ora?"
Non risposi, mi limitavo ad osservarla mentre piano piano si avvicinava a me. Sarei dovuto scappare ma un'istinto me lo inpediva.
Ragazza: "Ehi mi senti, stai bene? Sei ferito?"
Scattai e le arrivai davanti, potevo sentire il battito del suo cuore che accellerava e ogni vena del suo corpo pulsare. Lei inditreggió, le scatrai dietro e senza diroe niente la morsi. Succhiai ogni goccia del suo corpo fino a prosciugarla. Cadde a terra a peso morto e io stavo li immobile a fissarla.
Damon: "Mi dispiace averti fatto del male, ero arrabbiato, non volevo!"
Dissi continuando a fissare il suo corpo senza vita.
Forse aveva ragione Clarie, eravamo mostri. Io ero un mostro.
I sensi di colpa iniziarono a farsi più forti, era una sensazione che non provavo più da molto tempo, così presi il corpo e lo caricai in macchina e lo lasciai nel bosco vicino al lago al confine con la città, dove anche di giorno era buio, dove nessuno lo avrebbe mai trovato.
Poi mi allontanai e vagai per un po' nel buio.
Dopo quasi un'ora che camminavo iniziai a vedere delle luci e più mi avvicinavo più riuscivo a capire da dove provenissero. Non molto distante c'era un piccolo bar, dove gente entrava ed usciva di continuo, non sembrava fossero le 3 di notte ma solante le 22.
Mi avvicinai ed entrai. Il bancone era quasi vuoto, ma la sala era piena di persone, chi sorseggiava in drink, chi mangiare hamburger con patatine, chi beveva del caffè, chi giocava a biliardo e chi stava vicino a jubox.
Mi avvicinai al bancone mi sedetti su uno sgabello e ordinai.
Damon: "Un bourbon doppio grazie."
La barrista sorrise, era una donna sulla 40, ricciola e mora con i capelli alla spalla, completamente vestita di nero con un grembiule bordeaux.
Barista: "Tieni caro, il tuo drink!"
Damon: "Ci ho ripensato, lasciami la bottiglia!"
Barista: "Devi aver avuto un brutta giornata"
Damon: "Non credo siano affari tuoi"
Barista: "Mmm.. mi chiama Emily comunque! Sento storie orribili di gente ubriaca ogni notte. Tu non sei diverso da nessuno di loro, sembri messo molto male!"
Risi e mi versai un altro bicchiere che tirai giù tutto d'un fiato e subito dopo me ne versai un altro.
Damon: "Problemi con la mia ragazza, ma non sono ancora abbastanza ubriaco da parlarne con te. Sono Damon comunque."
Si allontanò per servire altre persone al bancone, ma di tanto in tanto mi lanciava delle occhiate. Prima l'averei trovata sexy e sicuramente avrei finito la mia serata nel suo letto, ma i miei sentimenti per Clarie erano molto più forti, e le mie emozioni mi stavano travolgendo.
Emily: "Se ti va di parlarne io stacco tra un'ora, magari posso aiutarti."
Damon: "Quindi dovrei confessare a te, i mei problemi? Non ti conosco così bene tesoro! Grazie per la bottiglia Emily"
Mi alzai dallo sgabello e mi incamminai verso l'uscita. Il sole sarebbe sorto di li a poco. Si poteva vedere il cielo colorarsi di colori magnifici. Mi è sempre piaciuto vedere l'alba.
Una volta fuori presi il telefono e vidi le chiamate e i messaggi di Clarie.
Emily: "Dovresti risponderle, potrebbe preoccuparsi".
Risi e mi voltai.
Damon: "Ti avevo detto che non ho intenzione di parlarne con te! Non capisco perché voi umani siete così stupidi, non avresti dovuto seguirmi!"
Stavo per scagliarmi contro di lei, ma proprio mentre mi avvicinavo, la testa iniziò a farmi male, proprio come riusciva a farmi Clarie, e caddi e terra urlando in poco tempo.
Damon: "Sei... una.... strega?"
Persi e sensi e quello che vidi dopo era solo buio.

Innamorata di un vampiro||Parte 3°||Damon SalvatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora