Capitolo 3

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Lauren's p.o.v
Rivedere la famiglia di Troy riunita quel giorno mi ricordo com'era passare del tempo con la mia famiglia.
Il mattino mi risvegliai con un senso di vuoto nello stomaco, forse era stato l'incontro con la castana, averla vista in quelle condizioni, quasi disperate, osservarla mentre guidava via dalla casa di Troy, dopo aver ascoltato parte della sua storia, e il motivo per cui voleva fare quella pazzia.
O forse era stato l'incontro con Jhonno, quella frase, detta scherzosamente, mi aveva fatto preoccupare, così dopo aver fatto colazione mi misi le scarpe da corsa, e uscii per correre per il percorso di sempre.
Corsi attraversando il ponte, era presto e il sole si stava ancora innalzando nel cielo blu di Oceanside, una parte di me aveva paura che, da un momento all'altro Jhonno sarebbe spuntato alle mie spalle, per rincorrermi e minacciarmi nuovamente.
Cercai di non pensarci, correndo velocemente per le strade secondarie, respirando pesantemente mentre delle immagini del giorno prima apparivano nella mia mente, una fra tutte quella di Troy con il suo fratellino, in una questione di secondi cambiai strada, svoltando velocemente a destra, seguendo a memoria un percorso che mi portò esattamente dove volevo.

Arrivai dietro ad un cassonetto, la mia meta si trovava proprio al di la della strada.
Feci un passo in avanti ma notai una scena che mi portò quasi a nascondermi dietro al cassonetto: mio padre che salutava mio nipote, prima di salire sul pick-up, che portava orgogliosamente scritto il nome della sua officina «Jauregui e figli»
Lo vidi guidare via, e ad un tratto sentii chiamare il mio nome:
"Zia Lauren!" Ero stata beccata, così sorrisi timidamente al piccolo e mi avvicinai a lui, mentre osservavo come giocava con un pallone.
"Ei piccolo" Lo salutai
"Che stavi facendo?"
"Oh...beh stavo osservando come te la cavavi con questa, su fa vedere" Lo incitai a passarmi la palla da basket e dopo due palleggi per passargli davanti la tirai verso il canestro, fallendo nel farla entrare.
"Su vieni!" Mi prese per mano, trascinandomi all'interno dell'officina, Spencer era un bambino solare ed energico, assomigliava molto alla me bambina.
"Mamma! C'è zia Lauren" Mia cognata, che lavorava nell'ufficio, uscì con un sorriso, venendomi incontro per abbracciarmi.
"Dio Lauren, pensavo che non ti saresti fatta vedere prima della partenza" Hailey era la moglie di mio fratello, e conosceva alla perfezione la nostra storia, o meglio la mia.
"Eccomi invece, spero di non disturbare"
"Oh, figurati, sai che ci fa sempre piacere vederti, vero Spencer?" Il bambino annuì alla domanda della madre e questo mi fece sorridere.
"Lauren?" Una voce maschile mi fece girare, incontrai gli occhi scuri di mio fratello e alzai timidamente una mano, a lui però non bastò perché si avvicinò, bloccandomi con un forte abbraccio.
"Piano Chris, sarò anche nei marines ma non sono fatta di ferro" Scherzai facendolo ridere.
"È bello vederti" Mi disse facendomi cenno di seguirlo, facendo un sorriso alla sua famiglia.

"Papà starà via per tutto il pomeriggio, non preoccuparti" Forse aveva notato la mia tensione, infatti mi rilassai immediatamente dopo le sue parole, osservandolo mentre maneggiava degli attrezzi.
"Beh, io non voglio vedere lui come lui non vuole vedere me" Sorrisi ironicamente.
"Non è così, prima dovrebbe imparare ad esprimere delle emozioni no?" Ci scherzò su ma io non stetti al gioco
"Chris, è stato molto chiaro quando ha deciso di tagliarmi i viveri"
"Lauren, doveva stabilire un limite, tu eri sul punto di non ritorno" Sentirlo parlare così mi fece male, ma riuscii a dissimulare bene, osservando non so cosa sotto all'auto su cui stava lavorando.
Poi mi ricordai di quello che Jhonno mi aveva detto, improvvisamente la mia espressione cambiò, non volevo mostrarlo a mio fratello ma lui era sempre stato più bravo di me a capire le emozioni degli altri, così arrivò la fatidica domanda, che avrei tanto voluto evitare:
"Che succede Lauren?" Mi guardò con preoccupazione, e io mi morsi il labbro inferiore, cercando di trattenere la mia stessa bocca dal parlare.
"Ho un debito, e devo saldarlo prima di partir" L'attrezzo che teneva in mano cadde sul carrello, causando un rumore metallico.
"Ci siamo già passati, sai che non possiamo aiutarti!" Il suo tono si fece più duro.
"No, lo so" Annuii comprensiva
"È ancora Jhonno? quel pezzo di merda! Che succede se non lo ripaghi?" Mi chiese irritato.
"Quello non rientra nelle opzioni" Risposi con sincerità.
"Giuro su dio, se si avvicina alla mia famiglia..." Non finì la frase ma capii il concetto, Chris si mise una mano in fronte, era visibilmente irritato e nervoso così cercai di non innervosirlo ancora di più.
"Mi dispiace ma sono nei guai, non volevo venire qui per chiederti dei soldi o dirtelo, volevo solo salutarvi"
"C'è anche la minima possibilità che lui sia capace di fare del male alla mia famiglia?" Mi chiese seriamente, abbassando il tono di voce.
"Io...non lo so, non posso promettertelo e mi dispiace! Voi siete le poche persone che hanno dei contatti stretti con me, non farà del male a me, ma a chi amo" Dovevo esser sincera con lui, glie lo dovevo dopo tutto.
"Ok"
"Credimi se potessi fare qualcosa io-" Provai a parlare ma mio fratello mi interruppe
"No, ho capito, solo non dargli modo di avvicinarsi ancora"
"Ci proverò" Ci volevo davvero provare, avrei fatto di tutto, ma Jhonno era imprevedibile e purtroppo non avevo modo di tenerlo sotto controllo.
"Manchi anche a Taylor, perché non la chiami, e magari avvisi anche lei?" Taylor era la nostra sorellina, la più piccola, era partita per il college che fortunatamente era vicino, così tornava spesso in città.
"Certo, lo farò" Salutai mio fratello con un cenno del capo, e poi mi avvicinai al vetro dell'ufficio.
"Te ne vai di già?" Mi domandò Hailey, sistemandosi i capelli biondi.
"Già, ero solo di passaggio, ma mi farò sentire" Risposi con un mezzo sorriso.
"Mi raccomando Lauren stai attenta, Chris è preoccupato per te, e se posso dirti la verità lo sono anche io" Era normale esser preoccupati, stavo per andare a combattere a migliaia di chilometri di distanza.
"Certo, mi farò sentire e quando tornerò organizzeremo una festa" Lei mi sorrise sinceramente, abbracciandomi un'ultima volta per poi lasciarmi andare.

Purple Hearts (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora