Capitolo 13

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Camila's p.o.v
Quella mattina mi alzai più presto del solito, avevo delle commissioni da sbrigare e volevo farlo il prima possibile per avere il resto della giornata libero.

Quando uscii dal bagno, pronta per andare, vidi Pesca dormire tra le gambe di Lauren, un sorriso spontaneo spuntò sul mio viso a quella vista.
"Non hai bisogno della mia pietà..." Ripetei la frase che mi aveva detto al parco e scossi la testa, Lauren Jauregui era la persona più testarda che conoscevo.
Mi avvicinai lentamente, per non rischiare di svegliarla, i suoi respiri erano tranquilli, il braccio le copriva gli occhi e il suo petto si alzava in modo regolare, era rilassata e quello mi fece piacere.
D'istinto mi venne da tirare fuori il telefono, e fare una foto ad entrambe, sorrisi quando la scattai, salvandola e tenendola solo per me.

Uscii di casa e mi diressi alla macchina, avevo in mente di comprare qualcosa per pranzare insieme a Lauren, ma prima dovevo andare a ritirare le cartelle degli esami che aveva fatto, così guidai fino al centro di riabilitazione.
"Buongiorno, sono venuta a ritirare gli esami di Lauren Jauregui" Parlai alla donna sulla cinquantina che stava dietro al bancone.
"Nome e cognome?"
"Camila Cabello" Risposi, tamburellando con le unghie sul tavolo.
"Perfetto, aspetti qui" Si alzò ed entrò nella segreteria alle sue spalle, mentre io mi guardai intorno.
Pensare che Lauren veniva qui due volte a settimana, tutte queste pareti bianche e questo profumo di disinfettante, iniziava a dare fastidio a me, non potevo immaginare come si sentisse lei.
Ad essere sincera ero felice che stesse facendo evidenti progressi, si alzava da sola e faceva addirittura qualche passo, senza dubbio la riabilitazione stava avendo successo, ma c'erano ancora cose che non riusciva proprio a fare.
Una di queste era lavarsi autonomamente nel mio bagno, proprio in quel momento mi venne in mente la sua richiesta, il prossimo appuntamento qui era tra due giorni, e non l'avrei mai lasciata andare senza prima essersi lavata a casa.
"Signorina Cabello" Sentii una voce alle mie spalle, mi girai, riconoscendo il dottore che aiutava Lauren con la terapia, un uomo dalla carnagione scura, grandi occhiali che accentuavano il colore chiaro dei suoi occhi.
"Dottor Brown, sono venuta a ritirare gli esami di Lauren" Gli spiegai con un sorriso, l'uomo mi annuì, appoggiandosi al bancone.
"Allora, va tutto bene?" Mi domandò con curiosità.
"Tutto bene, Lauren migliora giorno dopo giorno oh e...le abbiamo preso un cane" Gli diedi la notizia e il suo sorriso si ingrandì.
"Avete avuto un'ottima idea, i cani possono aiutare molto, sono sicurò che sarà ancora più stimolata a fare movimento" Parlò con sicurezza, facendomi annuire contenta.
"Perché non viene anche lei alla prossima seduta, sono sicuro che a Lauren farà piacere" Corrugai le sopracciglia e rimasi un attimo immobile, pensando a cosa rispondere.
"Pensa che potrebbe aiutarla in qualche modo?" Domandai titubante
"Penso proprio di si, Lauren ha bisogno di rassicurazioni, sembra sicura di quello che fa ma in realtà è ancora più fragile ora" Annuii a quel discorso del dottore, aveva ragione e lo avevo ovviamente notato anche io, quella di Lauren era una maschera, una corazza che metteva perché odiava mostrarsi debole.
"Allora verrò sicuramente, grazie" Proprio in quel momento la donna spuntò con in mano i fascicoli, la ringraziai e aprii velocemente la cartella, cerano scritti i nuovi esercizi da fare e il dosaggio delle medicine.
"Grazie, arrivederci" Mi allontanai con un sorriso e tornai in macchina, appoggiando i fogli sul sedile.

Avevo completato la prima commissione con successo, ora guidavo in direzione di casa di mia mamma, mi aveva chiesto di accompagnarla ad una visita di controllo, ovviamente accettai senza pensarci due volte.
"Mama" La salutai quando salì in macchina, mi stava aspettando sul pianerottolo di casa, puntuale come sempre.
"Hola mija" Mi diede due baci sulle guance facendomi sorridere.
"Como estas? Ti vedo meglio" Commentò facendomi annuire, se solo sapesse, non volevo dirglielo, ero sicura che se le avessi detto del matrimonio con Lauren lei avrebbe fatto di tutto per impedirmelo, e in parte la capivo.
Mi sentivo in colpa a mantenerla all'oscuro di tutto, ma forse era meglio così, le avrei dato meno preoccupazioni.
"Sto meglio, il lavoro va alla grande" Non era una bugia, con le entrate delle esibizioni iniziavamo tutti a guadagnare qualcosa in più e ovviamente non dover pagare a prezzo pieno tutte le medicine che mi servivano era un grandissimo aiuto.
"Sono contenta per te mija, ti vedo felice, te lo meriti" Mi disse dolcemente e io le sorrisi, stare con mia mamma era importante per me, parlarle dei miei problemi, con lei che faceva di tutto per ascoltarmi, ora potevo farlo solo in parte.

Purple Hearts (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora