Capitolo 18

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Lauren's p.o.v
I giorni passavano e io e Camila iniziavamo ad esser sempre più unite, sentivo la sua mancanza quando andava a lavorare e amavo fare colazione con lei al mattino per poi fare qualcosa insieme.
Potevo dire con sicurezza che ero felice, stavo recuperando le mie capacità motorie e giorno dopo giorno imparavo ad esser sempre più constante nel camminare e muovermi in autonomia.
Per me era fondamentale riprendermi completamente, odiavo non poter andare a correre com'ero abituata a fare prima dell'incidente, non vedevo l'ora di poter rimettere le mie scarpe da corsa e uscire per schiarirmi la mente.
Quel giorno Camila aveva un'esibizione serale al bar, era agitata, ed era strano dato che sembrava sempre sicura delle sue capacità, non l'avevo mai vista così agitata prima d'ora.
"Ei, che succede?" Stavamo pranzando insieme, lei continuava a girare la forchetta nella sua insalata, senza mangiarla.
"Eh?"
"Che hai?" Le domandai di nuovo, guardandola negli occhi.
"Niente" Rispose alzando le spalle, era ovvio che ci fosse qualcosa.
"Puoi parlarmene, ti vedo agitata" Finalmente mi guardò, sospirò e lasciò da parte la sua forchetta.
"Stasera ci saranno dei rappresentanti della casa discografica, se tutto andrà bene ci faranno fare un concerto" Mi spiegò, ovviamente si trattava della musica, Camila stava mettendo tutta se stessa nelle sue canzoni.
"Wow, è un'opportunità fantastica" Lei mi annuì, ma la vedevo ancora un po' persa.
"Hai paura possa andare male?"
"Ho questa sensazione di non esser al cento per cento pronta, come se mancasse qualcosa capito?" Mi parlò con estrema sincerità, se la me del passato avesse assistito a questa scena ci sarebbe rimasta a bocca aperta, parlavamo come se ci conoscessimo da sempre, come se tutto quello che avevamo non fosse creato su una menzogna.
Allungai la mia mano prendendole la sua, il suo sguardo si posò sulle nostre dita intrecciate e io iniziai a parlare:
"È normale avere un po' d'ansia, vuoi dare il massimo ma sono sicura che ce la farai, hai un talento naturale Camz, e se non andrà bene ci saranno sicuramente altre possibilità, ma quello a cui devi pensare è divertirti, il resto verrà da se" Rimasi stupita dalle mie stesse parole, che erano uscite in modo naturale, Camila mi sorrise, distogliendo lo sguardo dalle nostre mani.
"Com'è che sai sempre cosa dire commando?" Quel soprannome ora non mi infastidiva più, mi faceva sorridere.
"Oh...non dirlo a nessuno ma questo non fa parte dell'addestramento di base" Parlai a bassa voce e lei scoppiò a ridere, facendomi sentire bene con me stessa per esser riuscita a calmarla.
"Grazie" Accarezzò la mia mano con il pollice e io la accettai volentieri.
"Non ho fatto niente, andrà tutto bene" Per il momento Camila si era calmata, anche se non aveva finito di pranzare, si alzò comunque, sparecchiando mentre io le davo una mano.
"Stasera uscirai con Normani?" Parlava dalla cucina mentre io toglievo le cose rimaste sul tavolo.
"No in realtà uscirò con Lucy" Trattenni una risata quando sentii il lavandino chiudersi bruscamente, alzai lo sguardo e la vidi con le mani sui fianchi, visibilmente arrabbiata.
"Sto scherzando calmati" Scoppiai a ridere alla sua faccia e sentii degli schizzi di acqua arrivarmi in fronte.
"Idiota" Sussurrò, tornando al lavandino.
"Mi avevano detto che le latine erano ancora più attraenti quando sono gelose, ora posso confermarlo"
"Callate Lauren (stai zitta)"
"Ai suoi ordini Cabello" Entrambe ridemmo e continuammo a sistemare, amavo stuzzicarla.

"Non mi hai ancora detto se uscirai stasera" Il pomeriggio era passato velocemente, Camila mi aveva accompagnato alla terapia, dove avevo fatto solo un po' di esercizi, dopo circa tre ore era tornata a prendermi e ora ci stavamo dirigendo verso casa.
"No, rimarrò in casa a riposare" Risposi guardando la strada, il sole se ne era lentamente andato, lasciando dietro di se i suoi colori caldi, con il buio della sera.
"Non aspettarmi sveglia, tornerò un po' tardi" Alle sue parole annuii, anche se non ero del tutto contenta di sapere che sarebbe rimasta fuori quasi tutta la notte.
"Io e Pesca ti aspetteremo sul divano" Lei sorrise e lo feci anche io.

Una volta arrivate a casa mi misi subito sul divano, avevo mangiato qualcosa nella mensa e fortunatamente avevo già fatto la doccia dopo la terapia, e ora potevo rilassarmi, mentre sentivo Camila lamentarsi sul non riuscire a trovare quello che aveva in mente di mettersi.
"Hai visto la mia giacca?" Urlò dalla camera.
"No, quale delle tante?" Cambiai canale, soffermandomi su un documentario.
"Quella grigia, non la trovo!" Sentivo come frugava nei cassetti e finalmente esclamò di averla trovata, mi girai e riuscii a vedere la pila di vestiti che aveva messo sul letto.
Mi alzai raggiungendola, non mi guardò nemmeno, era troppo impegnata a mettersi gli stivali.
"Camila" Il mio tono era quasi di rimprovero mentre guardavo il caos che aveva creato.
"Che c'è?" Alzò lo sguardo ma a me venne solo da ridere.
"Sembra che sia passato un uragano" Indicai la pila di vestiti alle sue spalle e lei sbuffò.
"Lo metterò a posto quando tornerò stanotte, ora devo andare" Si alzò, mi guardò un momento come se stesse decidendo cosa fare e poi mi baciò velocemente la guancia.
"Ci vediamo dopo"
"Vai e spacca tutto" Lei mi sorrise, uscendo e chiudendo dietro di se la porta, mi ritrovai davanti al casino che aveva lasciato e dato che non avevo niente da fare mi misi all'opera per sistemare.
Dopo circa mezz'ora avevo messo in ordine tutto, anche se sicuramente il giorno dopo Camila avrebbe già messo tutto sotto sopra.
Mi avvicinai al divano, Pesca mi aspettava e quando mi sdraiai si mise tra le mie gambe, provai a chiudere un po' gli occhi e in poco tempo mi addormentai.

Purple Hearts (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora