Capitolo 16

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Camila's p.o.v
La mattina mi svegliai lentamente, sentendo qualcosa di pesante sulle mie gambe, ci misi un po' a riprendere completamente i sensi, aprii gli occhi ma non mi mossi, ora riuscivo a sentire meglio qualcosa che mi bloccava le gambe.
Oltre a quello sentivo le braccia di Lauren intorno alla mia vita, che mi premevano a se senza lasciarmi via di scampo, non volevo rischiare di muovermi e svegliarla così provai a girare il collo per guardare cosa ci fosse ai miei piedi, ed eccola lì, Pesca dormiva tranquillamente ai piedi del letto, schiacciandomi le gambe.
Sospirai e cercai di uscire dalla presa di Lauren, che sembrava essersi fatta ancora più stretta, mi mossi leggermente per vedere l'orario, erano le 10:00, e sgranai gli occhi, da quando riuscivo a dormire così a lungo?
"Laur" Sussurrai, accarezzando la mano che teneva sulla mia pancia, la sentii muoversi dietro di me e il suo respiro si avvicinò al mio collo.
"Lauren" La chiamai di nuovo, sospirò dietro di me e mi venne da ridere, era ovvio che si fosse svegliata.
"Mh" La sentii mugolare mentre le mie mani continuavano ad accarezzarla.
"Lauren abbiamo il pranzo a casa di tuo padre"
Le ricordai, sentendo una strana sensazione nello stomaco, la sua presa sui miei fianchi si allentò, permettendomi di girarmi e guardarla.
Aveva aperto gli occhi e se li strofinava per svegliarsi, trovai quella scena adorabile, poi si mise seduta osservando con confusione Pesca.
"Che ci fa lei qui?" Domandò con voce rauca, e un mezzo sorriso.
"La signorina si sentiva sola di la, non ci sei più tu a farle compagnia" Commentai disinvolta, la corvina sorrise sdraiandosi verso i piedi del letto, per stare più vicina a Pesca.
"Ei bella, solo io ho avuto il permesso di stare nel letto" Parlò a bassa voce, accarezzandole il muso, era una scena talmente adorabile che mi persi a guardarle, quando Lauren si girò la vidi inarcare le sopracciglia, perfetto, mi aveva beccata a sorriderle come un'idiota.
"Volevo passare al supermercato per prendere qualcosa da portare al pranzo" Parlai mentre abbandonai il mio caldo e comodo letto, Pesca mi seguii e Lauren fu costretta a fare lo stesso, si toccava la testa, probabilmente aveva bevuto più di un drink al bar.
"Vuoi un'aspirina?" Le domandai ridendo leggermente, lei mi annuì, sedendosi sul tavolo.
"Non ero più abituata a bere" Mi rivelò,
appoggiando la sua testa sulla mano.
"Mi ricordo che mi avevi chiesto solo una coca quella volta al bar" Parlai dalla cucina, sorridendo tra me e me.
"Perché dovevo andare alla base la mattina, e non sarei riuscita a fare niente con un post sbornia" Mi spiegò con serietà, aveva senso, ma tutti gli altri avevano preso degli alcolici, Lauren ci teneva molto ad essere responsabile ed era da ammirare.
"Quindi ieri era l'alcol a parlare?" Domandai casualmente, porgendole il bicchiere con l'aspirina.
"Riguardo a cosa?" Controbatté confusa.
"Alla mia bravura" Risposi facendola ridere, mi allontanai per prendere le tazze di caffè e la sentii parlare.
"No, ero sincera, sei molto brava Camila" Quella frase mi fece sorridere, era sincera, lo capii dal suo tono ma soprattutto dai suoi occhi quando la guardai.
"Grazie"
"È sia una sfortuna che una fortuna che tante altre persone la pensino come me" Lo disse tra se e se, dal suo sguardo sembrò pentirsene non appena quelle parole lasciarono la sua bocca, ma ero curiosa di sentirle dire altro.
"Perché è una sfortuna?" Domandai discretamente
"Perché sono obbligata a comportarmi come ieri" Rispose semplicemente, era chiaro a cosa si stesse riferendo, ma feci la finta tonta e continuai.
"E come ti sei comportata ieri?"
"Lo sai cosa ho fatto Camila" Mi guardò negli occhi e mai come in quel momento sentivo la voglia di avvicinarmi per provare ancora il sapore delle sue labbra.
"Non è sempre così" Le dissi la verità, non ero una rock star circondata da un fan club enorme, capitava che qualcuno ci provasse si, ma non succedeva spesso come Lauren immaginava:
"Ah no?" Non capivo se fosse ironica ma in ogni caso negai.
"Non devi preoccuparti" Parlai ancora e lei mi lanciò un sorriso.
"Non lo faccio, siamo sposate no?" Detto quello si alzò, camminando con il bastone fino al lavandino, per lavare la sua tazza.
"Siamo sposate" Sussurrai, finendo la colazione.

Ci preparammo abbastanza in fretta, avevo già detto a Lauren che non volevo arrivare al pranzo a mani vuote, così caricammo Pesca in macchina e partimmo per andare al supermarket, che fortunatamente era vicino a casa mia.
"Mi aspettate in macchina?" Domandai a Lauren quando arrivammo.
"Perché non ti porti Pesca? Potrebbe iniziare a imparare a stare in luoghi come i supermercati" Guardai la nostra cucciola che si era sdraiata tranquilla, d'altronde Pesca era un cane d'allerta, avevano già iniziato ad addestrarla per riconoscere eventuali crisi ipo o iperglicemie, era un grande aiuto sia per Lauren che per me.
"Certo, vieni piccola andiamo" La presi dal guinzaglio e lei mi scodinzolò contenta, saltando giu dall'auto per seguirmi.
"Arrivo subito" Avvisai Lauren che mi annuì, rimanendo in macchina.

Purple Hearts (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora