Capitolo 8

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Narrator's p.o.v
Il telegiornale locale mostrava la foto di Troy in divisa, lo sguardo serio e la postura ferrea, un ragazzo di vent'anni vittima della crudeltà degli uomini, vittima della guerra e del suo desiderio di servire il proprio paese.
"Troy Kordei, residente di Ocean Side è morto sul campo durante la sua missione in Iraq, aveva solo vent'anni, la sua famiglia si dice fiera del suo eroismo e del suo sacrificio in nome della libertà.
Il suo funerale si terrà al Fort Rosecrans di San Diego" Quelle furono le parole della giornalista che rimaneva in primo piano, con la casa di Troy facendole da sfondo.

La famiglia di Troy rimaneva unita davanti a quella commemorazione, il suo fratellino si abbracciava al collo del padre in un tentativo di nascondersi dalla realtà, le lacrime bagnavano i loro volti completamente segnati dal dolore e dalla tristezza.
Camila era al fianco di Lauren, la corvina era vestita con la sua uniforme ma era incapace di reggersi in piedi per via dell'incidente, per questo rimaneva seduta sulla sedia a rotelle che avrebbe dovuto usare per un po' di tempo.
La mora manteneva il suo sguardo su quella bara di legno lucido, gli occhi bagnati da lacrime che non ne volevano sapere di fermarsi, un colpo di fucile improvviso la fece sobbalzare, la cerimonia militare però prevedeva anche quello.
"Puntate, fuoco" Le voci di soldati in divisa riecheggiavano come quei forti spari che si disperdevano in cielo, mentre gli uccelli volavano spaventati.
"Ei" Lauren le sussurrò con calma, il suo viso era estremamente serio, non faceva trasparire nessuna emozione anche se dentro di se si sentiva lacerata da quello che era successo.
Camila le scosse la testa, sembrava non voler proferire parola perché sapeva che se lo avrebbe fatto, a quel punto i suoi singhiozzi non si sarebbero potuti fermare.
Così con un semplice gesto, Lauren le porse la sua mano, ricoperta dal guanto bianco dell'uniforme, aspettò la reazione della latina che dopo secondi di esitazione decise di stringergliela, come un appiglio in quel dolore.
La bandiera americana veniva piegata minuziosamente sulla bara di Troy, mentre veniva fatto un discorso straziante, dove il ragazzo veniva ricordato come solare, generoso e soprattutto pieno di passione e voglia di lottare per quello in cui credeva.

In Iraq i suoi compagni seguivano il funerale da una diretta, ovviamente era stato concesso a tutti un giorno per assistere alla commemorazione e ricordare il loro compagno caduto, avrebbero voluto esserci ma si dovettero accontentare di dirgli addio attraverso uno schermo.
La famiglia ricevette la bandiera a stelle e strisce tra lacrime e pianti strazianti, Riley si appoggiava alla madre di Troy, che la teneva stretta a se, le due donne completamente distrutte per quella perdita.

"Vado un attimo da lei" Camila avvisò Lauren che le annuì con comprensione, Riley si era fermata davanti alla lapide che portava nome e cognome del ragazzo che amava.
"Ciao, è stata una bella cerimonia..." Iniziò sospirando, tenendo tra le dita la sua fede di matrimonio, o meglio, quella che Troy le aveva dato.
"Troy lo aveva comprato per te" Rivelò senza contenere le lacrime, la riccia guardò la scena con incredulità, scoppiando di nuovo in un pianto silenzioso.
"Ti avrebbe chiesto di sposarlo al suo ritorno dalla missione, e io dovevo tenerlo al sicuro, ma so che il suo desiderio era che lo avessi tu" Camila pronunciò quelle parole con la voce rotta, le porse la fede e vide come l'anello entrava con estrema facilità nel dito della ragazza.
"È perfetto, ti amava così tanto..." Non servirono altre parole, Riley si sporse in avanti, cingendo la schiena della latina per poi lasciarsi andare in un pianto liberatorio, il tramonto illuminava le due ragazze che si strinsero nel dolore.

Lauren rimase sulla sedia a rotelle, guardò il sole che scompariva lentamente all'orizzonte, non sarebbe dovuta andare così e lei continuava a tormentarsi per quello, prese un respiro profondo per poi alzare fermamente la sua mano alla fronte, eseguendo il classico saluto militare.

"Sei pronta per andare?" Camila era ritornata da Lauren che le fece un cenno positivo con il capo, lasciandosi portare dalla mora fino all'auto, dovevano recarsi all'ospedale per sapere se poteva tornare a casa e iniziare la terapia.
"Come ti senti?" Le domandò Camila mentre guidava verso l'ospedale militare.
"Mh?" Lauren era visibilmente persa nei suoi pensieri, e la cubana non poteva fargliene una colpa.
"Come ti senti?" Ripeté, con un tono più dolce.
"Oh, bene, spero che mi lascino tornare a casa" Camila le annuii, continuando a guidare.

Purple Hearts (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora