Capitolo 15

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Lauren's p.o.v
Io e Camila finimmo di fare colazione insieme, la vidi alzarsi di fretta dopo quel commento e sorrisi istintivamente, la notte insieme a lei era stata bellissima.
Non solo perché il suo letto era decisamente più comodo rispetto al divano, no, non era solo quello, era il calore del suo corpo, la sua presenza mi aveva fatto rilassare in una frazione di secondo, e dalla sua reazione ero convinta che lo avesse sentito anche lei.

Ero arrivata a pochi centimetri dal baciarla, ma poi preferii darle solo un bacio sulla fronte, non volevo pressare troppo le cose, volevo aspettare che si sentisse pronta, lei sicuramente si ricordava quella notte al motel, si ricordava di come l'avevo trattata la mattina.
Ma nella mia testa quella notte c'erano troppe cose e mi ero comportata da stronza, non volevo fare lo stesso errore, non volevo ferirla, in qualche modo lei mi stava aiutando in una maniera incredibile, non avevo più sentito il bisogno di prendere più pillole al giorno, ero preoccupata anche per quello, non volevo avere nessuna ricaduta.

"Stasera ci esibiamo al bar" Commentò quasi tra se e se, alzai lo sguardo e studiai la sua espressione, sembrava volermi chiedere scusa per la sua assenza.
"Ei...volevo invitare Normani a bere qualcosa, che ne dici se veniamo a vedervi?" Normani mi aveva scritto il giorno prima, voleva vedermi e parlare un po' , così le avevo proposto di andare in qualche locale, ora che riuscivo a camminare con il bastone potevo muovermi di più.
"Oh...sarebbe fantastico, ma sei sicura di riuscire a camminare?" Io le annuii sicura, il dolore passava giorno dopo giorno, e la mia forza aumentava grazie a tutti gli esercizi che stavo facendo e ovviamente alle medicine.
"Perfetto allora, ti accompagno io?"
"Oh no tranquilla, verremo un po' più tardi, mandami un messaggio quando state per esibirvi" La latina mi annuì con un espressione raggiante, sembrava davvero felice e lo ero anche io, volevo vederla esibirsi dal vivo, volevo sentirla cantare le sue canzoni, non vedevo l'ora.

"Portiamo un po' fuori Pesca?" Avevamo appena finito di pranzare, dopo un po' di faccende casalinghe avevo visto il nostro cane seduto davanti alla porta, sembrava proprio volesse uscire.
"Sei sicura di voler sforzarti già da ora?" Camila era preoccupata, il suo tono di voce me lo faceva intendere chiaramente, ma mi sentivo bene, e volevo fare qualcosa per riempire quel pomeriggio.
"Si, sto bene, possiamo portarla al parco" La rassicurai e lei sembrò pensarci un po' su, alla fine mi annuì, camminando verso il cassetto dove tenevamo il suo guinzaglio.
"Andiamo allora" Prese tutto il necessario e mi aiutò lentamente a scendere, riuscivo a farlo con più facilità, ormai la sedia a rotelle sembrava un brutto ricordo.
"Fai la brava e stai dietro" Dissi a Pesca quando la feci salire nei sedili posteriori dell'auto di Camila.
"Tutto pronto" Esclamò la latina quando mise in moto, per un attimo guardò me e Pesca e sorrise, iniziando a guidare verso il parco più vicino.

"Vieni, qui c'è una panchina" Ci eravamo fermate nell'aria cani, c'erano solo altri due cagnolini e Pesca stava già facendo amicizia mentre io e Camila la controllavamo, rimanendo sedute sulla panchina.
"Grazie" Le dissi tutto d'un tratto, facendola girare verso di me.
"Per cosa?" Mi domandò con un sorriso confuso.
"Per tutto insomma, non eri obbligata ad uscire per forza" Mi sentivo in dovere di farle capire che apprezzavo tutti gli sforzi che faceva per me, non era obbligata a farlo, aveva la sua vita e non era tenuta ad assecondarmi.
"Non devi ringraziarmi, sono qui perché voglio Lauren" Mi rispose con convinzione, la sua mano si posò sulla mia con delicatezza, forse con paura per la mia reazione, ma io mi limitai ad annuire con un sorriso, soffermandomi con lo sguardo sulle nostre mani, glie la strinsi gentilmente e lei non la mosse.
"Mio fratello mi ha invitato a pranzare da loro domani, che ne dici? ti va di andare?" Le domandai con calma.
"Ma certo, così posso conoscere tuo nipote" Sorrise e io la seguii a ruota.
"Spencer ti amerà sicuramente"
Improvvisamente sentimmo abbaiare, alzammo entrambe lo sguardo e vedemmo Pesca correre verso di noi, scodinzolava e correva qua e la, sembrava davvero felice così quando si avvicinò la accarezzammo, facendola sdraiare a pancia in giù.
"A casa ti aspetta un bel bagno signorina..." Camila rise e io concordai con lei, notando come il suo pelo color beige si stava colorando di un marrone scuro.

Purple Hearts (camren ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora