"George"

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Due giorni dopo...

Sto contando tutte le spese per questo mese quando al mio telefono arriva una notifica, lo avevo lontano e lo ha sentito solo Drista. Me lo porta dicendo "è un messaggio da un numero sconosciuto" la guardo con area confusa e prendo il telefono.

* Numero sconosciuto *: Hey :]

Clay: scusa, chi sei?

*numero sconosciuto *: George!

Esco dalla chat per poterlo memorizzare... "George" un po' triste visto che già ci siamo baciati più volte

George: volevo chiederti se ti va di vederci

Clay: certo, perché no? Ma magari non oggi, ho degli impegni democratici da sbrigare

George: va bene domani? Così hai il tempo di fare le tue cose da sfigato

Tirerei un pugno al telefono se non fosse l'unico mezzo che ho per comunicare

Clay: smettila di chiamarmi cosi.

George: vieni a casa mia?

Clay: papino non è a casa?

George: esatto

Clay: ci sarò ;)

(Il giorno dopo)

Sono pronto per uscire

Dr – dove vai così carino?

D – sono vestito come sempre mi sono solo sistemato i capelli

Dr – appunto. Perché dovresti farlo?

D – mi vedo con una persona

Dr – uh e chi è lei?

D - ... lui

Dico grattandomi il collo per il nervosismo

Dr – non dirmi che...

D – già...

Dr – non ci posso credere... come è successo?

D – mi ha baciato in uno sgabuzzino e dichiarato i suoi sentimenti da ubriaco, poi l'ho limonato nella sua camera da letto... niente di serio

Dr – però stai per uscire con lui

D – non posso sapere che tipo di persona sia se non lo conosco

Ha smesso di rispondere ma l'ho letto sulla sua faccia che avrebbe continuato a fare domande

D – ok... io ora andrei

Esco di casa ringraziando l'universo che non ha fatto continuare Drista. 

Arrivo fuori casa del principe intrappolato nella torre e il mio telefono squilla

George: non bussare, ti vengo ad aprire

Aspetto che il cancello si apra ed entro, fino in camera sua. Chiude la porta dietro di me

D – pensavo non ci fosse tuo padre

G – è così ma se ti vedesse mia sorella potrebbe dirglielo

Mi siedo sul suo letto e lui accanto a me

D – è un appuntamento

G – più o meno...

D – sai vorrei conoscere tutto di te

G – va bene, non voglio nasconderti queste cose se iniziamo a frequentarci

Mi giro verso di lui per poterlo ascoltare meglio

George racconta

Avevo dodici anni quando ho iniziato a capire che non mi piacciono le ragazze. durante le scuole medie ho avuto varie fidanzatine ma sentivo... un vuoto. Poi il mio migliore amico del tempo mi ha iniziato a parlare di "ragazzi che baciano ragazzi" non so perché ma pensavo che non fosse possibile. 

Mia sorella Zoe in quel periodo stava cercando un'università e i miei genitori erano concentrati solo su di lei quindi passavo le giornate chiuso in camera su internet senza essere controllato. 

Grazie a internet ho scoperto l'esistenza delle persone gay, inizialmente non mi ci rivedevo, pensavo alla mia fidanzatina e quanto mi divertivo con lei ma solo quando ho visto l'effetto che solo i ragazzi provocano in me ho capito che con lei mi divertivo perché era mia amica.

D – durello?

G – sta zitto altrimenti smetto di raccontare!

D – eh va bene

Lei è stata la prima a cui ho detto che mi piacciono i ragazzi e ovviamente non l'ha presa bene, la stavo lasciando per una cosa che per lei non esisteva ma io continuavo a soffrire. 

Non molto tempo dopo l'ho detto anche al mio migliore amico... l'ha presa bene... ma ha iniziato a pensare che avessi una cotta per lui quindi si è allontanato. 

L'unico amico che mi è rimasto accanto è Karl... diceva di essere confuso anche lui e che capiva cosa stessi passando e che non avrei dovuto nasconderlo. 

Karl ha sempre avuto ragione, nascondermi non serve a niente, infatti, il primo anno di superiori ho avuto il mio primo fidanzato... era bellissimo... ma mio padre lo ha scoperto e lo ha allontanato, da allora non mi guarda neanche in faccia. 

con Zoe all'università non avevo nessuno che mi proteggesse... mio padre è diventato sempre più freddo e violento, non mi fa uscire di casa a meno che non gli dico tutto della persona con cui sto uscendo... ha pagato delle puttane per fare in modo che me le scopassi... ma in testa avevo solo quel ragazzo che mi ha portato via. 

Ho provato ad oppormi per essere libero ma ogni volta mi picchiava con qualsiasi cosa trovasse.

G – guarda

Si alza la maglia e mi mostra delle cicatrici sulla schiena

D – te li ha fatti lui?

G – già

D - Cristo 

Spesso sono finito all'ospedale per le ferite profonde dicendo di essere caduto dalla bici. 

Mia madre ci ha provato a difendermi ma aveva paura che facesse del male anche a lei, quindi, stava lontano a guardare piangendo. 

Un giorno è entrata in camera mia e mi ha detto "tesoro, io sono tua madre e ti amo per quello che sei, hai il diritto di amare chi vuoi, sei migliore di quello stronzo di tuo padre, dimostralo" da quella frase ho iniziato a essere il figlio perfetto, uscivo con le ragazze più belle della scuola e in casa mi comportavo come figlio di papà ma poi scaricavo il mio stress su quelli che apparivano "deboli" ma poi ti ho conosciuto...

G – sai quando ti stavo per investire con la moto... beh l'ho fatto a posta

D – stai scherzando?

G – no, avevo notato un ragazzo bello, alto e intelligente, dovevo trovare una scusa per parlarti

D – passarmi un biglietto durante la lezione di geografia con scritto "hey, sei carino"

G – avresti accettato un complimento da un ragazzo? O saresti scappato via?

D – uno a zero per te, solo dopo il bacio ho iniziato a chiedermi chi sono davvero

G – ora non staresti qua a tenermi la mano nella mia camera se non lo avessi fatto

Gli stavo tenendo la mano e non me ne sono neanche accorto, mi sono lasciato prendere dalle emozioni e dal suo racconto

D – ti perdono di avermi investito, anzi grazie di averlo fatto e sappi che anche se tuo padre prova a dividerci io sarò più forte di lui

Gli dico baciandolo sulle labbra

G – ringrazia anche Karl che mi ha passato il numero ahah

D – adesso mi spiego come lo hai avuto, si Karl è stato di grande aiuto, anche per la storia delle lettere

Manteniamo il contatto visivo per qualche secondo finché

G – ora tocca a te

D – se proprio ci tieni...

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