CAPITOLO 6 - TENEREZZA

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Wooyoung, non appena ebbe chiuso la porta, rivolse tutta la propria attenzione al ragazzo di fronte a lui. Sembrava terrorizzato, e non si muoveva dall'ingresso.

"...Wooyoung, non è che è qui dentro, vero?"

"San, guardami. Stai tranquillo. Hai una porta blindata, non è così facile da forzare, ci sarebbero stati dei segni sulla serratura."

"...Puoi controllare?"

"Certo."

Wooyoung si mise subito a girare per tutte le stanze, guardando sotto ai letti, negli armadi, dietro alle tende e in qualunque nascondiglio gli venisse in mente. San non si era ancora mosso e seguiva ogni suo movimento con lo sguardo.

"Non c'è nessuno qui, San. Puoi rilassarti."

San finalmente si tolse le scarpe, ma sembrava scosso. Ad un certo punto, Wooyoung notò che aveva gli occhi lucidi, e sentì un tuffo al cuore.

Si affrettò ad avvicinarsi a lui, stringendolo in un abbraccio. Il ragazzo si pietrificò per un attimo, ma dopo qualche secondo ricambiò la stretta con altrettanto vigore.

"...Scusa se reagisco così, ma... è esattamente come l'ultima volta."

"Non devi scusarti. Quale ultima volta?"

"Un paio di anni fa ho cominciato a trovare lettere ovunque da parte di un maniaco. Tutti mi dicevano di non preoccuparmi, che era uno scherzo, che non ero solo... ma in un giorno libero, ero appena uscito di casa per fare una passeggiata e un pazzo mi ha afferrato e ha cercato di trascinarmi in macchina. Fortunatamente stava arrivando Kai a prendermi, che ha chiamato la polizia e l'ha fatto arrestare. Ma è stato tremendo, davvero terrificante..."

Wooyoung si sentì ribollire il sangue nelle vene al pensiero del povero ragazzo che non poteva stare tranquillo neppure nella sua stessa casa. Non avrebbe permesso che succedesse di nuovo una cosa del genere. Per nessuna ragione.

Sentì San cercare di sciogliersi dall'abbraccio, e lo lasciò subito andare.

"Chiamo Kai, deve saperlo."

Wooyoung suo malgrado, annuì. Era pur sempre il suo amante e responsabile, dopotutto.

Nel giro di mezzora, il direttore arrivò, con aria furiosa e agitata.

"San, stai bene?"

"Sto bene," rispose San, poco convinto.

Kai fece per stringerlo tra le braccia, ma in quel momento notò la presenza di Wooyoung, e si trattenne. In effetti, il direttore non sapeva che Wooyoung conosceva già la vera natura della loro relazione.

"Tu eri qui quando è successo? Tra l'altro, perché sei qui?"

Wooyoung divenne paonazzo. E questa come la spiegava? Sono stato promosso a manager-chef e ormai mangio qui tutte le sere perché nella vostra agenzia non ci si preoccupa minimamente della salute fisica degli artisti?

San parlò al posto suo. "Ho telefonato a Wooyoung non appena ho trovato il biglietto. Ho pensato che non potesse essere andato troppo lontano, ed è tornato subito indietro."

"Esatto," annuì Wooyoung.

Kai guardò prima l'uno e poi l'altro con sospetto, ma decise di tornare al problema principale, chiedendo nuovamente a Wooyoung se avesse più informazioni riguardo l'accaduto.

"Purtroppo non ho visto nessuno, non so quando quell'uomo sia arrivato e da quanto sappia dove vive San. Ma penso che non dovrebbe stare da solo, finché non capiamo la situazione..."

"Sono perfettamente d'accordo," disse il signor Kim. Per una volta si capivano.

"San può stare a casa mia, nel frattempo," propose Wooyoung.

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