CAPITOLO 11 - UN BALLO

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Il mattino dopo, Wooyoung si diresse a casa di San alla solita ora, sebbene non gli fosse chiaro se avrebbe dovuto portarlo in agenzia o se il ragazzo fosse ancora ai domiciliari. Tecnicamente avrebbe dovuto informarsi sulle sue mansioni della giornata, ma non aveva avuto nessuna voglia di contattare il proprio capo.

Vedendo che San non scendeva, capì che evidentemente doveva restare ancora a chiuso in casa, così scese dal suv, prendendo l'ascensore e bussando alla sua porta.

San gli aprì subito. Evidentemente lo stava aspettando. A Wooyoung non sfuggì che quel giorno avesse scelto di mettere un lupetto a collo alto che copriva completamente i segni che avevano sconvolto Wooyoung il giorno precedente.

San lo guardava con espressione indecifrabile e non si era ancora spostato per farlo entrare.

"Buongiorno... che ne dici di fare colazione prima di parlare di qualsiasi cosa?"

San sembrò sollevato e finalmente si scostò dall'uscio, lasciandolo passare.

Wooyoung si diresse subito in cucina per vedere cosa era rimasto nel frigo del ragazzo. Notò che la maggior parte delle verdure era ammuffita, evidentemente San non aveva portato nulla a casa del direttore, e non aveva neanche buttato gli alimenti andati a male. Wooyoung sospirò. Se ne sarebbe occupato più tardi. Cercò cosa era rimasto di commestibile e finì per preparargli una frittata e del riso.

San, per tutto il tempo, stette in silenzio seduto al bancone, aspettando la colazione. Non appena Wooyoung gliela posò davanti, sedendosi a sua volta, aprirono contemporaneamente la bocca per parlare.

"Scusami per—"

Si guardarono imbarazzati.

"Prima tu," disse Wooyoung.

"...Scusami per ieri... ti ho trattato malissimo, non te lo meritavi. So che pensi sempre al mio bene, e ti voglio ringraziare sinceramente. Però... le ultime due settimane sono state molto dure, per me. Mi sento sempre giù di morale e, anche se so che quel pazzo è stato arrestato, continuo a sentirmi perennemente a disagio. Quando ieri mi hai aggredito in quel modo, onestamente, mi hai angosciato... inoltre non hai nessun diritto di mettere il naso nella mia vita sessuale..."

"...Lo so, mi dispiace. Non volevo farti sentire giudicato o aggredito. Ma prova a metterti nei miei panni. Sono stato preoccupato per te tutta la settimana, torno, e ti trovo coperto di lividi. Poi vengo a sapere che te li ha causati la persona a cui ti ho lasciato. Come potevo non arrabbiarmi?"

"Continuo a pensare che tu abbia avuto una reazione eccessiva. Non sei mio fratello maggiore, e non sei neanche responsabile per me. Sei il mio manager e sei mio amico, ma... non devi preoccuparti per me così tanto."

Wooyoung non sapeva come fargli capire perché si sentiva così protettivo nei suoi confronti, senza rivelargli cosa provava per lui. "Lo so che non sono tuo fratello e non ho nessun diritto su di te... ma, chiamala deformazione professionale, se vuoi... non posso fare a meno di desiderare che tu stia bene, che mangi, che sia felice... se ti mette a disagio, non te ne parlerò più... ma questo è quello che provo."

San annuì, un lieve rossore gli colorò le guance. "Sei davvero strano. Nessun manager si è mai comportato in questo modo, con me..."

"Beh, io sono io. Ora mangia, prima che si freddi..." disse Wooyoung per sviare il discorso.

San mise con cura un pezzo di frittata su un cucchiaio di riso, portandoselo alle labbra. Gli si illuminarono gli occhi.

"Dio, quanto mi era mancato il tuo cibo... per tutta la settimana ho mangiato solo quel riso precotto da scaldare in microonde. Non ne potevo più."

MAKE ME WANNA LIVE | WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora