Il mondo mi stava crollando addosso ed io non riuscivo più a reggere quel peso.
Piansi tutto il tempo,in macchina,verso l'ospedale.
Non poteva andare così.
Sarebbe tornato tutto alla normalità,David sarebbe stato bene,si sarebbe ripreso,mi avrebbe baciata e avrebbe mantenuto la sua promessa,quella di starmi sempre accanto.
Arrivati all'edificio Daniel si giró per guardarmi.
"Te la senti davvero di entrare lì? Io non so quale sia la situazione,non so cosa vedrai una volta dentro,potrebbe farti davvero male Bay..
Forse sarebbe meglio se non andassi."
lo guardai stupita,mi aveva davvero fatto incazzare con quelle sue inutili parole.
"Senti Daniel,l'amore della mia vita è lì dentro,sta soffrendo,non so neanche se sia sveglio,non so se riesce a respirare da solo,non so se mi riconoscerà,ma di una cosa sono sicura,lui in questo momento ha bisogno di me come mai prima d'ora.
Io gli ho giurato che ci sarei sempre stata,nel bene e nel male,e manterrò la mia parola.
Non lo lascerò,finché io sarò su questa terra lui non sarà mai solo.
Quindi per favore,evita di parlare solo per dare aria alla bocca,sta zitto che fai più figura.
Grazie per il passaggio,adesso puoi anche andare via."
Daniel sbarró gli occhi quando si rese conto delle mie parole.
Forse in fondo sperava in una mia ritirata,sperava che davanti ad un ostacolo così grande sarei scappata,impaurita,tra le sue braccia.
"Io potrei darti tutta la felicità di cui hai bisogno,perchè non lo capisci?" Disse con voce fredda.
"Daniel,non mi importa.
Io voglio stare con David,non voglio che altre labbra sfiorino le mie,non voglio che altre mani tocchino la mia pelle,non voglio che altre braccia mi racchiudano.
Io amo solo lui,e non smetterò mai di amarlo.
Qualsiasi cosa il destino ci porga davanti noi lo supereremo,siamo più forti di esso.
Quando ci guarderemo negli occhi il mio mondo ricomincerà a girare,ma per adesso tu mi stai facendo solo girare i coglioni.
Quindi basta così,per favore."
Scesi dalla macchina senza neanche ascoltare la risposta di Daniel,non mi importava nulla,in quel momento la mia testa era altrove,c'erano cose molto più importanti.
Corsi verso l'ingresso e scivolai su uno scalino.
Sentii un dolore acuto salirmi su per la gamba,ma non me ne curai,mi alzai e ripresi a camminare più in fretta possibile.
Mi avvicinai al banco dove c'era un'infermiera dai lunghi capelli castani e occhi verdi.
Indossava un completo bianco che le dava tutta l'aria di essere una gelataia.
"Come posso aiutarti,ragazzina?"
"Devo vedere subito David Williams,ha avuto un incidente questa mattina."
Dire quelle parole ad alta voce rese tutto più reale e doloroso.
Sentii il petto bruciare ma cercai comunque di concentrarmi sulla donna,stava dicendo qualcosa.
"Mi dispiace ma il paziente non può ricevere visite per adesso,è privo di coscienza."
Ma che stava dicendo? Un'altra pazza.
"Senta,io devo vederlo subito o rischio seriamente di avere un infarto."
"Chi è lei? La sorella?"
"Sono la sua fidanzata,e se non me lo fate vedere subito giuro che mi metto a gridare qui davanti a tutti."
"Mi dispiace,ma per il momento non è possibile,si sieda lì insieme a quei ragazzi,sono anche loro qui per David,penso che li conosca.
Le faremo avere notizie al più presto."
Troppo arrabbiata per ribattere mi girai e andai verso la sala d'attesa.
Vidi Simon,Bea e Luca lì,seduti.
Avevano tutti delle facce pallide,sembrava che avessero visto un fantasma.
Appena Simon si accorse della mia presenza mi corse incontro e mi abbracciò.
"O mio dio,come stai piccola?"
Mi accarezzava i capelli per tranquillizzarmi,ma in quella situazione neanche lui ci sarebbe riuscito.
"Una merda Simon,devo vederlo,ho bisogno di toccarlo,di sentire il suo respiro,di sapere che è ancora qui con me.
E lui ha bisogno di me,devo andare lì,devo stringerlo,deve sapere che non è solo,che io lo amo più della mia stessa vita.
Non reggo più,devo averlo tra le mie braccia."
Scoppiai a piangere tra le braccia del mio migliore amico,tutto quello che avevo intorno ormai non aveva più senso,c'eravamo solo io ed il mio dolore,la mia voragine sul petto,nello stesso punto dove si trovava il cuore.
"Baylee io..non so se reggeresti vedendolo.."
"Cosa intendi dire,Simon?"
Sciolsi in fretta l'abbraccio e lo guardai dritto negli occhi.
"Le condizioni di David non sono delle migliori,non riesce ancora a respirare autonomamente,è collegato a delle macchine che dovrebbero aiutarlo a fare quello in cui non riesce.."
"In che stanza si trova?"
"È quella qui di fronte,la 123."
Corsi verso quella cazzo di porta che continuava a tenermi separata da lui.
L'avrei abbattuta con un calcio se non mi avessero lasciato passare.
Stavo per abbassare la maniglia quando la porta si aprì ed uscii un dottore alto e dai capelli biondi.
Nel cartellino c'era scritto 'Dr. Stewart'.
"Chi è lei? Non può entrare qui"mi disse con voce quasi arrabbiata.
"Sono la fidanzata di David,io devo veder.."
Non mi lasciò neanche terminare la frase.
"Lei è Baylee?"
"Sì,sono io.."
Come poteva conoscere il mio nome,io non l'avevo mai visto in tutta la mia vita.
"Il paziente,prima di perdere del tutto i sensi continuava a mormorare questo nome.
L'ultima cosa che ha chiesto è stata che lei fosse qui con lui,voleva averla vicino.
Quindi prego,entri.."
Si scostò e mi fece finalmente passare,io ovviamente non esitai ad entrare.
Quella camera puzzava di alcool etilico e medicinali,ma c'era anche qualcosa di piacevole.
Era il profumo di David.
Con lo sguardo basso mi avvicinai al letto.
Alzai gli occhi e lo vidi.
Mi portai la mano alla bocca quando scoppiai in lacrime.
Era lui,era il mio David.
Aveva una mascherina per respirare,era collegato ad un'infinità di macchine,era così strano vederlo in quel modo,ma se quegli aggeggi gli sarebbero serviti per tornare da me allora andava bene.
Lo guardai meglio e mi resi conto di una cosa,anche il quel modo era stupendo.
Mi avvicinai ancora di più a lui.
Ricordai che tempo prima avevo sentito dire che anche quando una persona è priva di coscienza,o è in coma,sente comunque quello che gli altri dicono.
E avevo bisogno di dirgli così tante cose.
Senza neanche rendermene conto finii in ginocchio davanti il suo letto,gli presi una mano tra le mie ed iniziai a parlare.
"Ciao amore mio,che strano essere qui eh? Non mi sarei mai aspettata una cosa così tragica.
Fino a ieri eravamo insieme sul mio letto a ridere e prendere in giro le mi calze con i fiori,e adesso siamo in un ospedale,e ci sono io che sto cercando di non piangere,di essere forte per entrambi,ma sai,non ci riesco proprio.
Sembra che tutto sia contro di me,che il mondo non veda l'ora di vedermi cadere,ma io rimarró in piedi,per te,per noi.
So già cosa succederà,senza i tuoi baci,senza le tue carezze,presto impazzirò.
Dimmi che mi abbraccerai forte.
Ti prego,dimmelo.
Non riesco a farcela,mi manchi così tanto Dav.
Ti aspetterò,però arriverai,vero?
Prima o poi arriverai?
Mi manchi dannatamente.
Ho un disperato bisogno di sentire la tua voce,la tua risata,il tuo respiro.
Sono qui Dav,non andrò via finché non riaprirai gli occhi,mi guarderai dritta in viso e mi dirai che è tutto finito,che il peggio è passato,che torneremo a sorridere.
Ti amo tantissimo.
Ti giuro che se potessi farei di tutto per essere qui,su questo letto,al tuo posto.
Per essere io a rischiare la vita,non tu.
Ma sai,sto rischiando un po anche io.
Perché tu sei tutta la mia vita,David.
E senza te nulla avrebbe più senso,io non potrei mai continuare a vivere con la consapevolezza che tu non sei più qui,che non condividiamo più lo stesso cielo.
Quindi ti prego,fallo anche per me,apri gli occhi e dimmi che mi ami,mantieni la tua promessa Dav,rimani per sempre con me.
Perché io,senza te,non posso.
Quando sarai pronto ti aiuterò ad alzarti e ti stringerò la mano senza mai lasciarti,lo giuro.
Sarò sempre accanto a te,tutti i giorni,tutte le notti.
Sarò qui quando deciderai finalmente di tornare da me,ti aspetto a braccia aperte,amore mio."
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Il sapore della felicità.
Romantik"Vivi nel tuo mondo e non permetti a nessuno di farne parte. Ma non ti rendevi conto che fuori da quelle quattro mura in cui eri solito rinchiuderti,c'era una ragazza che ti amava più della sua stessa vita,e che ti aspettava sempre a braccia aperte...