Capitolo 23

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Era passato ormai un mese dal giorno del mio compleanno.
Ero una diciottenne felice,con un fidanzato stupendo.
Non potevo chiedere niente di meglio,stavo bene,avevo tutto quello di cui credevo di aver bisogno.
E davvero,io ero convinta che fosse tutto perfetto,e che sarebbe stato così per sempre,ma si sa che mai nulla va per il verso giusto.
C'erano state troppe cose belle tutte in una volta,e non esiste il bene senza il male.
Bisognava compensare,ed io me ne stavo rendendo conto.

POCHE ORE PRIMA.

Dopo tanto tempo mi svegliai nel mio letto,da sola.
La sera prima David era stato al diciottesimo di un nostro amico,io non potei andare,avevo la febbre,non potevo neanche stare in piedi.


"Non vado senza di te"
"Smettila Dav,è tuo amico,devi esserci. E' un giorno speciale per lui."
"Ma mi annoio e mi sento vuoto quando non ci sei!"
"Tranquillo,ci saranno tutti i tuoi amici,ti divertirai. Non pensare a me,sto bene" gli dissi sorridendo.
"Solo,non fare cazzate,hai la sbronza cattiva amore mio" rise.

Ero riuscita a convincerlo con quelle semplici parole,non era così testardo quando voleva eh.
Presi il cellulare e lo sbloccai. 
1 messaggio da David.
Lo aprii,incuriosita.
"Ti amo piccola mia,davvero. Ricordatelo sempre."
Non capivo bene il significato di quel messaggio,che fosse successo qualcosa?
Qualcosa che mi avrebbe fatta incazzare? David faceva sempre il ruffiano quando sapeva che stavo per avere una crisi di nervi.
Scossi la testa cercando di mandare via quei pensieri.
Magari quelle parole non avevano un doppio senso,magari voleva dire proprio quello che c'era scritto,senza un secondo fine.
Posai il cellulare sul comodino e mi alzai,finalmente-dopo una settimana che la febbre aveva preso possesso del mio corpo-stavo bene.
Andai verso il tavolo della cucina dove il giorno prima avevo lasciato il termometro.
Lo presi e misurai la temperatura.
36.5,finalmente potevo tornare a scuola.
Non che sentissi la mancanza dei professori e,diciamocelo,dormire sul letto è molto meglio che sul banco,ma mi mancavo i miei amici,le risate,gli sguardi complici,tutto.
Mi diressi in bagno e,dopo aver fatto una doccia veloce tornai in camera.
Misi un leggins nero,una maglia grigia con su scritto 'nice' e dei fiori e le vans dello stesso colore.
Presi il mio amatissimo eastpak nero,l'iphone e mi diressi fuori.
Quando aprii la porta andai a sbattere contro qualcosa di troppo alto per essere il porta ombrelli.
"buongiorno piccola"
Era David,finalmente.
"Buongiorno" dissi baciandolo.
"Com'è andata ieri la festa?" chiesi incuriosita.
"Non è stato niente di che."
"Ti sei divertito?"
"No." rispose.
Era freddo,ma non capivo perchè.
"David,è successo qualcosa?"
"Tranquilla piccola,va tutto bene.." 
Il suo sorriso mi tranquillizzò,ma non durò a lungo.

Arrivati a scuola vidi subito Bea all'ingresso,così andai ad abbracciarla.
"Bea!" dissi correndo.
"Ehi bellissima,come stai?"
"Bene,finalmente la febbre è passata." risposi sorridente.
"Sicura che vada tutto bene tesoro?"
"Sicura. Allora,com'era la festa di ieri? David mi ha detto che non si è divertito per niente,non capisco perchè."
"Ti ha davvero detto questo?" chiese stupita e allo stesso tempo preoccupata.
"Sì,perchè?"

"Beh in real-"
Non riuscii a finire di parlare che suonò la campanella di ingresso.
"Ti prometto che dopo ne parliamo"
"Va bene,a dopo Bea.."
Ecco,ero di nuovo preoccupata.
Ma quanto posso essere paranoica? Peggio di Travis,il che era davvero preoccupante.
Mi diressi in classe,avevo inglese.
Entrai e mi sedetti accanto a Daniel.
Eravamo tornati amici,non come prima,ma almeno ci rivolgevamo la parola.
"Baylee.." sembrava triste,dispiaciuto,per qualcosa che non riuscivo a capire.
"Daniel,auguri per ieri,mi dispiace non esserci stata."
"Grazie,tranquilla.."

Continuava ad essere strano,ma cercai di non farci caso,avevo tante cose a cui pensare,tipo recuperare il compito di inglese della settimana scorsa,quel cinque mi avrebbe rovinato la media.
Quando la lezione finii uscii da sola dall'aula,dirigendomi verso l'armadietto per prendere il libro di filosofia.
Mentre ero di spalle qualcuno mi abbracciò da dietro.
Sentii un calore familiare,un profumo troppo speciale per non essere riconosciuto.
"Indovina chi sono?" disse mettendo le sue mani sui miei occhi.
"Simon!"
Mi girò e mi abbracciò forte,gli ero mancata davvero.
"Come stai piccola..?"
"Bene,come vedi la febbre è passata." dissi sorridendo.
"Non mi riferivo a quello.."
Che cazzo avevano tutti? Sapevano qualcosa di cui io ero completamente all'oscuro,e questa cosa mi infastidiva parecchio.
O qualcuno si decideva a dirmi cosa stava succedendo o avrei fatto scoppiare la terza guerra mondiale,seriamente.
"Ma che succede? Tutti sapete qualcosa in più di me,ora parlate." dissi arrabbiata.
Quando Simon stava per aprire bocca arrivò Bea,che subito lo bloccò.
"Sta zitto,Simon.Glielo diremo insieme,se sarà necessario,ma non qui e non adesso. Diamogli ancora un pò di tempo."
"Se n'è preso abbastanza di tempo,Bea. E' solo un vigliacco."
"Di chi state parlando?" chiesi impaurita,sapevo già la risposta.
"Baylee,noi vogliamo solo il meglio per te,lo sai. Non vorremmo mai vederti star male,sopratutto per un coglione come David." disse piano Bea.
"Ditemi cosa cazzo sta succedendo,adesso."
"Sarebbe meglio se lo sapessi da lui,piccola."
"No,arrivati a questo punto parlate."
Si scambiarono un'occhiata d'intesa,così Bea iniziò a parlare.
"Ieri,alla festa di Daniel c'era una ragazza,si chiama Emily." avevo già sentito quel nome,ma non osai interromperla.
"Bionda,occhi azzurri,trucco pesante,tacchi vertiginosi e vestito quasi inesistente,insomma una troia.
Abbiamo scoperto,poco dopo essere arrivati,che era una delle ex di David,così abbiamo deciso di stare tutta la sera appiccicati a lui per evitare che facesse qualche cazzata.
Ma non è bastato,neanche questa volta.
David già a metà serata era sbronzo.
Eravamo andati un attimo al bancone per prendere della vodka e al nostro ritorno quella troia era sulle sue braccia,stavano pomiciando spudoratamente sul divano.
Gli siamo corsi in contro,separandoli.

POV BEA.

FLASHBACK.

"Che cazzo stai facendo,idiota?!" gli dissi.
"Scusa,ma chi sei?" mi chiese.
Era così ubriaco da non ricordarsi neanche chi fossi.
"E di me ti ricordi?" gli chiese Simon.
"No."
"Beh,vediamo se questo ti farà tornare la memoria."
Simon gli tirò un pugno dritto in viso,talmente forte da fargli sanguinare il naso.
"Che cazzo fai,coglione!" urlò David.
"Che cazzo fai tu!?
Baylee è a casa con la febbre e a te pare di poter fare tutto quello che vuoi?
Tu non la meriti,ne lei ne nessun altra.
Meriti di morire solo come un cane,così da capire che merda che sei."
David si alzò da terra e Simon gli sputò in faccia.
"Fottiti. 
Non osare più avvicinarti a lei o giuro che ti taglio le palle.
Sta lontano da Baylee,David."
Così Simon andò via.
In 10 anni non l'avevo mai visto così arrabbiato,non prima di quella sera.
Mi avvicinai a David,quando fui precisamente davanti a lui gli tirai un calcio nelle palle.
"Mi fai schifo." dissi.
La musica era stata fermata e tutti erano intorno a noi che guardavano incuriositi.
Mi girai ed andai via anche io,via da tutto quello schifo.
Se fossi rimasta ancora solo Dio sa quello che avrei combinato.
Uscendo sentii solo il rumore di un tavolino di vetro andare in pezzi,qualcuno gli aveva dato un calcio.
"Cazzo!" gridò David.
Che avesse capito quanto inutile fosse?

FINE FLASHBACK.

POV BAYLEE.

Non sentivo più niente,ero rimasta di nuovo sola con il mio dolore tra le dita,non era mai andato via,aspettava soltanto il momento adatto per tornare.
Caddi in ginocchio.
Come poteva avermi fatto questo? Come?!
Io lo amavo con tutta me stessa,gli avevo dato tutto,tutto ciò che avevo,gli appartenevo completamente,avrei dato la mia stessa vita per avere un suo sorriso.
E lui? Lui se n'era fregato,aveva calpestato i miei sentimenti,il mio amore,me.
Sentii una mano sulla spalla.
"Piccola mia.."
Simon.
Mi alzai di scatto e lo abbracciai forte.
Piansi,piansi tanto,piansi forte,piansi l'anima.
Quel giorno feci una promessa a me stessa,non l'avrei più amato,non gli avrei permesso di spazzarmi via così,come se niente fosse.
'Sentirà la mia mancanza fin dentro le ossa' sussurrai sulla spalla di Simon.




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