Stavo percorrendo lo stesso corridoio di sempre,vedevo le stesse cose,le stesse finestre,le stesse porte,le stelle aule,le stesse persone,eppure tutto sembrava così diverso.
In quel momento niente sembrava più come prima,come se un uragano improvviso avesse portato via tutto ciò che conoscevo,ogni mia certezza.
Non riuscivo a capire perché mi sentissi in quel modo,perché niente riuscisse a innescare in me alcun ricordo.
Poi finalmente capii.
Il mondo era lo stesso,tutto era uguale,ero io ad essere diversa.
Non ero più la stessa,il dolore ci cambia,ed io ne avevo passate così tante,avevo fatto così tanti cambiamenti che neanche i capelli di Demi Lovato.
Non era la prima volta che affrontavo una rottura,ma faceva così male,il dolore sembrava così fresco,nuovo,insuperabile.
Ma questa volta sarebbe stato diverso,non mi sarei fatta abbattere,non sarei caduta.
Avrei superato tutto,in piedi,con il sorriso stampato in volto.
Questa volta non avevo niente da rimproverarmi,non avevo in mente cose del tipo 'forse non sono abbastanza,forse non ho dato il meglio',perché io il mio meglio l'ho dato,solo che non è stato apprezzato.
Quindi,che si fotta,io starò bene anche senza di lui.
Ma mi conosco,so come sono,so quanto amore ho messo in ogni sussurro,in ogni gesto,in ogni sguardo.
So che mi mancherà,Dio se mi mancherà.
Sentirò la sua assenza fin dentro le ossa,mi lacererà dentro e mi farà sanguinare.
O forse no,forse questa volta posso decidere io,prendere in mano la situazione e fare ciò che ritengo migliore per me.
È la verità è che non mi importa se sentirò la sua mancanza,perché a volte è meglio saper sopportare le assenze che tornare indietro e ferirsi ancora.
Supererò tutto,sarò felice,anche così.
Mi diressi verso il cortile,avevo bisogno di stare un po' sola,di riordinare i pensieri.
Arrivata fuori mi sedetti sul prato fresco e asciutto.
Ero persa a guardare il cielo,le nuvole,sempre le stesse,che sembravano tutte uguali,eppure erano così diverse.
Improvvisamente sentii il mio cellulare iniziare a vibrare.
Le estrassi dalla tasca e lessi il nome sullo schermo:David.
Non risposi,non avevo più niente da dire,sapeva quanto mi facesse schifo.
Dopo circa un minuto cessò di squillare ed io tornai ad osservare le nuvole,posando il cellulare al mio fianco.
Dopo pochi minuti iniziò a vibrare di nuovo,questa volta però non era una chiamata,erano dei messaggi.
Sbloccai lo schermo e aprii whatsapp.
7 messaggi da David.
Presi tutto il coraggio che mi era rimasto in corpo e li lessi.
'Non farlo ti prego,rimani con me.'
'Non riesco neanche a respirare quando non ci sei.''
'Ho un disperato bisogno di sentirti dire che mi ami.'
'Mi dispiace se a volte entro nel mio mondo e non faccio entrare nessuno,ma aspettami,ti prego,aspettami sempre fuori appoggiata al muro con il tuo amore tra le dita,e poi intrecciale con le mie.'
''Ti prego Baylee,non ignorarmi..'
'Vedi che ti vengo a prendere con le mie mani.'
'Ti amo così tanto..'
Li lessi tutti in una volta,non mi ero neanche accorta di star trattenendo il respiro,o che forse erano state proprio quelle parole a bloccarmelo.
Perché doveva rendere tutto più difficile di quanto già non fosse? Perché?
Non poteva semplicemente sparire dalla mia vita? Darmi il tempo di metabolizzare tutto quello schifo,di ricominciare a vivere,ma per davvero.
Avrei dovuto rispondere? E anche se fosse,cosa avrei dovuto dirgli? Non mi veniva in mente nulla di carino.
Poi pensai bene e mi resi conto che c'era una cosa che avrei tanto voluto dirgli.
Strinsi la presa sul cellulare e,con le dita tremanti,scrissi quelle parole che,sono sicura,fecero più male a me che a lui.
'Nella mia vita non c'è posto per le incertezze,per le cazzate o per i rompicoglioni. Devo pensare ai sorrisi,ai gesti dolci,alla felicità,a me stessa.
Dimenticami,David. Chi si aggrappa ai ricordi,si sa,non va lontano. Con sincerità,vaffanculo.'
Senza neanche rileggere ciò che avevo scritto premetti invio,non mi importava ciò che la gente pensasse di me,quello che lui potesse pensare di me.
Non c'era più nulla tra noi,non c'era più lui,non c'ero più neanche io.POV DAVID.
Il cellulare vibrò e,senza pensare che la prof potesse vedermi lo presi dalla tasca.
Quando lessi il mittente del messaggio le mani iniziarono a tremarmi e una paura che poche volte avevo provato prima mi assalii.
Lessi tutto d'un fiato quello che c'era scritto,un'improvvisa fitta al petto mi fece così male da farmi cascare il cellulare dalle mani.
"Williams,tutto apposto?" disse preoccupato il professore.
Tutto apposto un cazzo,ho perso tutto,non ho più nulla.
"Posso andare in bagno?"
"Certo."
Mi alzai di scatto dalla sedia,recuperai il cellulare da terra e mi diressi verso la porta.
La aprii ed uscii fuori,sbattendola.
Sentii solo un grido da parte di qualcuno all'interno dell'aula,poi niente.
Mi appoggiai al muro nel tentativo di rimanere in piedi,ma non ce la feci,le mie gambe cedettero.
Mi ritrovai accasciato a terra,con la testa tra le mani e qualcosa di caldo e bagnato sul volto.
Per la prima volta stavo piangendo.
Avevo permesso ad una ragazza di diventare talmente tanto importante per me da permetterle di farmi diventare così...umano.
Soffrivo dannatamente,l'unica cosa che volevo il quel momento era sentire il suo calore,la sua voce,il suo amore,il suo profumo.
Lei era tutto ciò di cui avevo bisogno,ma forse me ne ero accorto troppo tardi.
Adesso non si poteva tornare indietro,ma potevo rendere migliore il futuro.
Non mi sarei mai arreso,avrei fatto del mio dolore un'arma,la mia armatura.
Avrei lottato,avrei vinto.
Ce l'avremmo fatta,l'avremmo vinta 'sta guerra,insieme.***
STAI LEGGENDO
Il sapore della felicità.
Romantik"Vivi nel tuo mondo e non permetti a nessuno di farne parte. Ma non ti rendevi conto che fuori da quelle quattro mura in cui eri solito rinchiuderti,c'era una ragazza che ti amava più della sua stessa vita,e che ti aspettava sempre a braccia aperte...