***SPAZIO AUTRICE***
Ehi bellissimi lettori che mi rendono felice :)
So che è la prima volta,o almeno credo,che creo uno spazio autrice prima di un capitolo,ma ho delle cose da dire.
Allora,intanto mi dispiace per non aver aggiornato,ho avuto gli esami e non appena finiti mi sono rilassata un po',in qualche modo dovevo buttare fuori tutto quello stress.
Poi invece vorrei ringraziare di cuore ognuno di voi,singolarmente,per seguire ed apprezzare la mia storia.
Senza voi non sarebbe nulla,state rendendo quasi possibile un mio sogno.
Questo capitolo probabilmente non sarà molto allegro,deve rispecchiare il mio stato d'animo,ed in questo periodo le cose vanno un po' una merda.
Ma l'importante è non dimenticare mai che si può sempre ricominciare.
Grazie per l'attenzione,vi lascio al capitolo.
-comingbackforyou.****
Mi svegliai con David al mio fianco,sembrava ancora tutto così surreale.
Avevo perso la verginità la sera del mio diciottesimo compleanno,con la persona che più amavo al mondo,ci sarebbe mai stato regalo più bello?
Più bello di ogni suo sorriso,della sua risata,del suo modo di parlare,delle sue labbra,di lui.
Non ne avrei mai avuto abbastanza,non mi sarei mai stancata di averlo accanto.
Ogni giorno di più mi rendevo conto di quanto lui fosse indispensabile,e questo mi faceva davvero paura.
Avevo sempre creduto che fosse sbagliato dipendere da una persona,farne la ragione di ogni tuo sorriso,il motivo nascosto dietro le tue lacrime,la tua unica ancora di salvezza.
Era sbagliato,e lo sapevo,ma stava accadendo,inevitabilmente.
Avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere se l'avessi perso,non potevo permetterlo,non avrei retto,non questa volta.
Nella mia vita avevo ricevuto tante batoste,dolori che mi avevano cambiata,ma ora,da quando David era con me,tutto mi sembrava così distante.
La mia sofferenza era diventata solo un inutile ricordo,qualcosa che sì,c'era stato,ma apparteneva al passato.
Lui era il mio presente,ed io volevo viverlo al cento per cento,senza se e senza ma.
Ma ero quasi certa che,come al solito,la mia insicurezza mi avrebbe bloccata,avrebbe fatto scappare via da me la persona che più amavo,per l'ennesima volta.
Non riuscivo mai ad avere fiducia in me stessa,non credevo di meritare amore,di poter essere nei pensieri di qualcuno,di poter essere importante o anche solo considerata.
Ma non era sempre stato così,le mie insicurezze non erano infondate.
Erano state le parole della gente a ridurmi così,mi avevano infilzato come le lame di cento coltelli,lasciandomi a terra,sanguinante,ricordarmi che dovevo curarmele da sola le cicatrici.
E così fu,mi alzai,mi rimboccai le maniche e mi salvai da sola,ma non ne uscii mai completamente.
Il ricordo di quei giorni,quando tutto era nero,quando non facevo altro che sentire insulti sopra insulti,quando vedevo scivolare via la mia vita come un pugno di sabbia,quando avevo visto la gente che più amavo andare via,senza un perché,senza una spiegazione.
Tutto era ancora vivo nella mia mente,e spesso,quando tutto sembrava andare bene,tornava a tormentarmi.
Due anni prima,quando ancora non conoscevo David ero una ragazza molto solitaria.
Avevo dei vuoti dentro che credevo potessero essere colmati solo da coloro che li avevano lasciati.
Non ero così disperata da tappare le mie mancanze con chiunque,preferivo la solitudine.
Ma poi,un giorno,tra tutto quel buio si intravide una luce,una speranza.
La mia salvezza travestita da ragazzo,perfetto,occhi verdi e capelli castano chiaro.
Lui mi aveva tirato fuori dall'oscurità,mi aveva insegnato a ridere,a vivere.
Mi aveva amato più di quanto io non facessi con me stessa,
Era stato il mio angelo in quel mondo di demoni,e lo era tutt'ora.
Mi girai a guardarlo,era così bello,non sembrava neanche vero.
David aveva un modo strano di dormire,stava con il braccio sotto il mio collo,la testa sulla mia spalla e le gambe incrociate con le mie.
Era l'amore,ed era mio.
Mi resi conto di avere un sorriso da ebete mentre lo guardavo,ma non potevo fare a meno di pensare a quanto la mia vita fosse cambiata in meglio,grazie a lui.
Quello stronzo menefreghista che ora mi stava accanto era il mio più grande tesoro,e mai avrei permesso a qualcuno di portarlo via da me.
Avrei lottato con le unghie e con i denti per tenere stretto a me ciò che era mio,giorno dopo giorno.
Buttai lo sguardo sulla sveglia e mi resi conto che erano ancora le 7:21 così poggiai la testa sul cuscino di David,mi inebriai del suo fantastico profumo e mi lasciai cullare dal suono regolare del suo respiro sul mio collo.POV DAVID.
Cazzo,non riuscivo proprio a riprendere sonno.
Erano le 8:16,ancora troppo presto per alzarsi dal letto,che poi,chi mai si sarebbe alzato? Sarei potuto rimanere lì,accanto a lei,anche per sempre.
Osservarla dormire mi tranquillizzava,ero felice anche solo guardandola,non avevo bisogno di altro.
Quella notte era passata velocemente,fu la più bella di tutta la mia vita.
Finalmente Baylee era mia,in tutti i sensi del termine.
Non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine del suo corpo nudo sotto il mio,la sua espressione di dolore mista al piacere,i suoi occhi lucidi,le sue magnifiche labbra gonfie per i baci,e poi quel sorriso che avrebbe ammazzato chiunque.
Ero innamorato,ebbene sì.
L'amavo da impazzire,come mai nessuno.
Quelle prima di lei erano state solo cotte,robe da una botta e via,ma lei era diversa,provavo davvero qualcosa quando la guardavo,e l'unica cosa che volevo era vederla felice,non portarla a letto.
Ogni suo sorriso mi dava la voglia di andare avanti,facendomi capire che dovevo combattere per farla stare bene,per curare quelle cicatrici della sua anima.
Ci sarei riuscito un giorno,le avrei dato così tanto amore da farle dimenticare tutto il dolore.
Ci saremmo stati solo io e lei,il resto non contava,non più.
Passai circa un'ora a guardarla,ininterrottamente,ma poi si svegliò.
"Buongiorno tigre" dissi con un sorriso stampato sulle labbra e mi chinai per baciarla.
Notai che era arrossita,forse per il nomignolo che avevo usato,magari era imbarazzante anche se opportuno.POV BAYLEE.
Mi aveva chiamato tigre? Seriamente? Che ero,una specie di animale da circo fuori controllo? Mi rendevo conto di non essermi trattenuta,ma addirittura una tigre,infondo la pelle l'aveva tutta ancora addosso.
"Sei cretino." sussurrai sulle sue labbra.
"Certo,ma intanto lo ami questo cretino."
Aveva dannatamente ragione.
"Potrei benissimo smettere se continui a tirarmi i capelli con il tuo bracciale,mi farai diventare calva Dav,leva quella cazzo di mano." scandii bene le ultime parole per far capire quanto facesse male.
"E se non lo facessi?"
"Ti ritroveresti con una fidanzata calva,e allora niente più ripensamenti caro mio,perché nessuno mi vorrebbe più vedendo che non ho più neanche un capello in testa."
"Meglio,così sarai mia per sempre."
Sorrisi a quella affermazione,quanta dolcezza aveva questo ragazzo di prima mattina? Io ero acida come il latte scaduto,odiavo le mattinate,anche se erano le 10:00.
"Lo sarò a prescindere,pelata o no."
"..comunque preferirei che li tenessi i capelli,sai,per far carpire chi di noi due è il maschio."
"Hai ragione,con quei capelli da barbone che ti ritrovi la gente si potrebbe confondere."
Sorrisi beffarda e lui tolte la mano dai miei capelli,continuando a ridere sempre più forte.
La sua risata aveva contribuito alla grande del mio processo di innamoramento.
Scoppiai a ridere,così,senza un apparente motivo,il fatto che lui fosse lì mi bastava per sorridere.
"Sei felice?" mi chiese David,con un sorriso stampato in volto.
Mi aveva fatto la stessa domanda la sera prima,la risposta era invariata.
"Sai,tempo fa,prima di iniziare il liceo,la mia migliore amica,Eleonora,mi parlava degli obbiettivi che avrebbe voluto raggiungere.
Voleva fare la dottoressa,aiutare la gente,farla stare bene,ed io sapevo benissimo che avrebbe raggiunto i suoi piani.
Io invece non avevo nulla in testa,solo un'idea che barcollava nel vuoto.
Così mi chiese 'invece tu,qual è il tuo primo obbiettivo?'
Io non riflettei molto,risposi subito,di scatto,fu la cosa più vera che avessi mai detto.
'Essere felice' le risposi.
Era davvero quello che volevo,avevo intenzione di tornare a sorridere,ma non ero sicura di farcela.
'Succederà,piccola' mi disse lei,era sicura,credeva in me,aveva fiducia,pensava che io potessi arrivare dovunque.
Ora che sono qui,e tu sei davanti a me,posso affermare di aver finalmente raggiunto il mio obbiettivo.
Sono felice,come non lo sono mai stata prima d'ora,come avevo sempre sognato,e questo grazie a te,pezzo di cretino.
Perché ti amo,e amarti mi rende felice.
E guardarti mi fa sentire come se avessi finalmente trovato qualcuno per cui lottare,per cui ne valga la pena.."
Lo guardai,potei vedere un miscuglio di emozioni sul suo viso.
Sorpresa,sofferenza,felicità.
Poi mi soffermai sui suoi occhi,fu lì che lo vidi,era così grande,smisurato,era vero,era profondo,era l'amore.
"Grazie per aver dato un senso a queste giornate.." disse David con un mezzo sorriso sulle labbra e lo sguardo fisso sul pavimento.
Prima che potessi dire qualcosa lui alzò la testa e mi guardó dritto negli occhi.
"Ti amo." Fu un sussurro,lo disse come se avesse paura che il mondo potesse sentirlo e portargli via tutto,togliergli la terra da sotto i piedi,un'altra volta.
Feci un sorriso,uno di quelli veri che poche volte compaiono sul viso di qualcuno,uno di quelli che mi resi conto di avere solo quando ero con lui,solo quando sentivo il suo odore e il suo calore.
"Cazzo,hai un sorriso che mi ammazza." disse poi.
Scoppiai a ridere e gli buttai le braccia al collo,baciandolo,facendogli capire quanto avessi bisogno di lui,quanto fosse indispensabile,quanto fossi completamente innamorata di lui.
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Il sapore della felicità.
Romans"Vivi nel tuo mondo e non permetti a nessuno di farne parte. Ma non ti rendevi conto che fuori da quelle quattro mura in cui eri solito rinchiuderti,c'era una ragazza che ti amava più della sua stessa vita,e che ti aspettava sempre a braccia aperte...