Parte VIII - Beatrice

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Sono infinitamente stanca dal viaggio e domani ci aspettano le prime conferenze già alle 10:00 del mattino per cui devo recuperare le forze e la concentrazione. Sono qui per lavoro, nulla di più, me lo devo continuare a ripetere. Arriviamo in hotel e sono sempre più nervosa all'idea di condividere la stanza con Adam, non voglio che mi veda in pigiama e soprattutto: come dormiremo in un unico letto?
Lui si accende una sigaretta, normalmente il fumo mi dà fastidio, non sopporto le dipendenze in generale, ma Adam si allontana sempre un po' quando lo fa quindi è tollerabile.
"Ehm... come ci vogliamo organizzare per la notte?" chiedo.
Si gira a guardarmi: "In che senso?"
"C'è un solo letto, come facciamo?"
Si avvicina: "Facciamo che sarà la notte più bella della tua vita piccolina". Non lo conosco eppure mi sento tremendamente attratta da lui, sento come dei fili invisibili che mi tirano verso questo ragazzo dionisiaco, verso le sue labbra. Sono innegabilmente troppo agitata e arrossisco, maledizione al mio viso pallido che non nasconde niente. Lui fraintente: "Scherzavo", mi dice con quel suo sorrisetto volpino.
"Dormirò nel mio lato e non ti toccherò" ribadisce mentre si spoglia. Noto che oltre al tatuaggio del ragno sul fianco ha un serpente tatuato sul trapezio destro che si snoda lungo al braccio. Anche lui è pallido e i suoi muscoli guizzano a ogni contrazione. Rimane con i boxer neri di Armani e si getta sul letto lasciando di nuovo tutti i capi sul pavimento. La luce del display del cellulare gli illumina il viso e risalta gli occhi blu come l'abisso. Tutto questo è davvero troppo per me. Prendo il mio pigiama da sotto il cuscino e vado in bagno. Mi sciacquo con calma anche se avevo fatto la doccia poche ore fa, passo il filo interdentale e lavo i denti, mi pettino e indosso il pigiama. Sono pronta. Però non riesco a immaginare di stendermi sul letto accanto a lui, splendente come un Apollo, mentre io sembro scomparire dentro al pigiama di lino. Piego il vestito rosso e asciugo il lavandino, tolgo i capelli dalla spazzola e la ripongo nel beauty case. Faccio un respiro profondo e con il cuore a mille torno in camera. Noto che le scarpe sono fuori posto quindi le sistemo ordinatamente, anche il telecomando non è più precisamente allineato, rimedio anche a questo. Sto giusto cercando uno spazio più adeguato alla ventiquattrore rispetto alla sedia della scrivania quando Adam mi afferra il polso da dietro.
"Lasciami! Cosa fai?"
Mi lascia."Mi sembri molto agitata, forse è meglio se ti metti a riposare", il mio sguardo va verso la ventiquattrore e lui se ne accorge, non gli sfugge nulla. Mi spinge sul letto tenendomi giù con il suo peso.
"Beatrice cazzo, mi stai mandando fuori di testa, la camera è a posto, mi dici che hai?", come posso spiegare a una persona che conosco da un giorno cos'ho, se non lo so neanche io, so solo che per stare bene ho bisogno che le cose siano in ordine. Mi dispiace se gli sto dando fastidio, razionalmente so anche io che questa mia mania per l'ordine è folle, ma non posso farci nulla, sono fuori controllo. Mi vedo per un attimo da fuori e mi si riempiono gli occhi di lacrime: "Mi dispiace, adesso sto in silenzio e non ti do più fastidio".
Mi osserva, sto tremando. Sotto al suo corpo caldo però mi sento al sicuro e mi inizio a calmare, il respiro torna regolare. "Ecco, brava" dice.
Poi aggiunge serio "So io come farti rilassare piccolina" e mi appoggia la mano sul ventre per poi iniziare a scivolare piano verso il basso.
"Adam!!", mi divincolo,
"Scherzavo!", sorride e si butta su un lato spegnendo la luce.

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