capitolo 14 | jealousy.

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I can't sleep no more
In my head, we belong
And I can't be without you
Why can't I find no one like you?
─ streets , doja cat

Approdo del re, Westeros.

𝐓ra le strade della città era successo qualcosa di misterioso quella notte di luna piena in cui i venti freddi arrivavano dal nord e le nuvole lasciano spazio ai candidi raggi lunari: quattro cappe viole a cavallo guidati da un uomo incappucciato di nero erano usciti dalla Fortezza Rossa e avevano raggiunto la casa di Alys Rivers in centro alla città. Sfondarono la porta d'entrata dell'abitacolo ed entrarono, trovandola seduta al tavolo che riempiva delle boccette con un liquido di colore rosso, un altro filtro d'amore con cui avrebbe manipolato il suo amato.

Quando il giovane tirò giù il cappuccio svelando la sua identità, la strega vide il volto del Principe Alaein Rheynaer che senza esitare impartì l'ordine ai suoi uomini di rapirla. Le urla e le gesta di ribellione della donna erano state messe a tacere grazie ad un panno in cotone con cui era stata soffocata e fatta svenire.
Dopo il tavolo fu ribaltato e tutti i suoi manoscritti e pergamene furono gettate nelle fiamme ardenti del camino, simulando una falsa aggressione.

Poco dopo Alaein e le cappe viola rientrarono al castello tramite un passaggio nascosto sul retro e successivamente, si diressero verso le segrete dove Alys venne imprigionata nella cella più buia, umida, fredda e piccola. Fu gettata sul pavimento sporco, la grata davanti a lei fu chiusa con una catena e un giro di chiave e quando si risvegliò, davanti a lei si vedeva solamente la figura alta e scura del mandante del suo rapimento.

«Alys Rivers» mormorò il giovane Principe. «Dove mi hai portata?!» urlò la donna alzandosi e afferrando con le mani le gelide sbarre di ferro. «Sul cammino che ti condurrà alla morte» rispose lui impugnando una fiaccola. «Non esserne spaventata, se mia sorella sarà clemente ti riserverà lo stesso trattamento che lei stesa ha subito» rise perfido. «Nel peggiore dei casi verrai torturata per giorni fino a che non ammetterai il tuo crimine e implorerai per la tua morte, dopo verrai bruciata e divorata dal suo drago. In ogni dei due casi moriresti.»

«Voglio parlar con il Principe Aemond Targaryen» ordinò. «Alys, Alys... dubito che il tuo amato desidera vederti» si avvicinò lui alla sua prigione. «D'altronde ora che l'effetto del tuo filtro d'amore è svanito, la tua magia come può avere effetto su di lui?» avvicinò il fuoco al suo viso. «Questo non mi brucia» mormorò. «Non brucia nemmeno mia sorella, ma te... si»

«È stata lei! È stata quella puttana!» urlò ringhiando. «No» rispose Alaein. «Sono stato io a dare l'ordine, a fare un regalo alla mia dolce sorella. Per lei brucerei l'intera città, solo per vederla seduta sul Trono di Spade e voi bastardi, sepolti nella terra a marcire diventando cibo per animali.» sputò perfido.
«Non puoi fare niente, Alys Rivers. Hai attentato alla vita di mia sorella, la vita di una Regina di una delle casate più antiche di Valyria. Hai scavato la fossa per la tua morte con le tue stesse mani.»

Alys lo guardò dritto negli occhi, cercava di non mostrare la sua paura anche se era a conoscenza che nessuno sarebbe venuto a liberala, nemmeno il suo amante. Sapeva che senza il filtro d'amore e la magia non avrebbe potuto manipolare Aemond, né tantomeno continuare a torturarlo sia fisicamente che mentalmente, come aveva sempre fatto fin dal principio. In lui ci aveva visto potere, gloria, un titolo, l'opportunità per poter diventare la moglie di un Targaryen. Un tempo forse amore, ma che ora lasciava spazio solo all'ambizione.

«Hai scelto tu la tua condanna a morte, bastarda.» dopo quelle parole intrise di odio e disgusto, Alaein spense la fiaccola scomparendo dalla sua visuale e Alys venne lasciata al freddo tra i ratti che cercavano del cibo e la piccola finestra gocciolante da cui entrava una gelida aria.

STARS & SCARS | Aemond TargaryenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora