II. Venus Alpin!

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«Buongiorno signorina Alpin» la voce dolce di Madame Pomfrey si fece sentire appena vide le palpebre di Venus muoversi, rivelando i suoi occhi azzurri e stanchi

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«Buongiorno signorina Alpin» la voce dolce di Madame Pomfrey si fece sentire appena vide le palpebre di Venus muoversi, rivelando i suoi occhi azzurri e stanchi.«Cosa?» un piccolo sussurro si aggiunse all'insieme di rumori che rimbombavano nell'infermeria di Hogwarts, poi un sospiro mentre i tacchetti della donna la raggiungevano.«Vedo che ti sei ripresa, ti sei fatta una bella dormita! Povera cara, non posso nemmeno immaginare, oh! Devo chiamare Silente»

Silente?

La donna sparì dietro alla porta, i suoi passi brevi e veloci si allontanarono sempre di più fino a non essere più udibili, e mentre Venus ancora si riprendeva e sbatteva le palpebre per abituarsi al sole un'altra voce si fece sentire.«Stai bene?» la bionda alzò la testa, cercando il proprietario delle parole, e vide un ragazzo seduto sul letto davanti a lei con una benda fresca attorno al polso.

Poteva sembrare semplice empatia, certo, dopotutto Remus Lupin era un sensibile ragazzo d'oro, non c'erano parole migliori per descriverlo, ma dietro al suo tono preoccupato si celava la colpa.

Venus si spinse con le mani per mettersi seduta contro la tastiera del letto, aggiustandosi il cuscino dietro alla schiena, e poi osservò il ragazzo.

Gli eventi della scorsa notte le scorrevano nella mente come acqua, innondandole ogni centimetro del cranio e provocandole un mal di testa mai sentito prima.«Si...si, solo una piccola emicrania» Venus strizzò gli occhi e poi mise a fuoco il ragazzo, capelli folti e castani e due occhi ambrati, quasi giallastri sotto certi raggi di sole che occasionalmente filtravano tra i rami fuori dalla finestra, ma Venus si soffermò particolarmente sulle cicatrici che gli percorrevano il volto...linee sottigli e pallide che gli attraversavano zigomi e naso in modo obliquo e che lo resero ancora più famigliare.«Remus, vero?» il ragazzo, anche se sorpreso, annuì, gli altri gli avevano parlato della strana sconosciuta ma adesso che c'è l'aveva davanti poteva tranquillamente confermare i dubbi di Sirius: non era di Hogwarts.

«Allora dovrei chiederlo io a te, se stai bene» Remus aprì leggermente la bocca, le sue guance arrossirono vergognandosi del suo sangue, e si sentì paralizzare sul posto.

Era per la benda sul polso? Una semplice frase amichevole? Oppure Silente non aveva potuto - per qualche strana ragione- cancellare dalla sua mente l'evento sfortunato di incontrarlo durante una luna piena, e adesso avrebbe dovuto finalmente venire faccia a faccia con ciò che la sua natura causava?

Silente entrò in infermeria, Madame Pomfrey poco dietro al suo mantello sventolante, salutò cordialmente Remus e poi si piazzò davanti al capezzale di Venus provocandole una strana sensazione alla bocca dello stomaco, come una singola farfalla che continuava ad appoggiarsi ad una parete o all'altra solleticandole le interiora nel peggior modo possibile. Si fece scappare una smorfia che non passò inosservata agli occhi di Silente, ma niente di preoccupante.

Dopotutto, era pienamente cosciente di poter cancellare il tempo dalla sua mente e non dal suo cuore, ma era anche pienamente cosciente del fatto che non fosse un problema.

WRONG || sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora