XV. Nascondersi?

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Venus si stava godendo il silenzio della sala comune, o almeno cercava di convincersi di starlo facendo

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Venus si stava godendo il silenzio della sala comune, o almeno cercava di convincersi di starlo facendo.

Era il sesto giorno, quasi una settimana sparita dai corridoi di Hogwarts, aveva i capelli perennemente scompigliati per tutte le volte che ci passava la mano attraverso mentre cercava di studiare da sola e aveva finito l'ennesimo libro che si era fatta portare da Pandora dalla biblioteca.

Guardò il libro chiuso sul tavolino della sala smeraldo, la copertina color caffè aveva dettagli incisi e il titolo scritto in grandi lettere corsive, un elenco completo delle piante magiche di quel mondo con tanto di cure, tipi di terreni e proprietà. Le mancava prendersi cura dei suoi piccoli fiorellini sulla scrivania davanti alla finestra, così fragili e colorati, voleva riavere quella sensazione e magari usarla per far passare il resto dell'anno.

Era quello che voleva fare? Passare il resto dell'anno nei sotterranei di Hogwarts?

«Rimarrai qui sotto ancora per?» una voce conosciuta la prese alla sprovvista, come se i suoi pensieri le fossero scappati dal cranio. Venus girò la testa di scatto e incontrò lo sguardo pigro di Theodore, appoggiato al muro che separava la sala comune dal corridoio verso i dormitori e con un sorrisino soddisfatto. «Finché ritorna il sole, non sono una gran fan dell'inverno» Lui alzò un sopracciglio incrociando le braccia, si erano chiesti tutti cosa fosse successo e come mai la ragazza si nascondesse sotto le fondamenta di Hogwarts, ma Narcissa aveva severamente vietato quella domanda e si era rifiutata di dare ulteriori spiegazioni. In più, la mente di Venus era un mistero silenzioso quasi quanto lei, e Theodore si chiedeva se la Black non ci avesse messo mano per frenare il suo innocente dono.

«Vai in letargo?»

«Più in una specie di...pausa lettura» Venus prese il libro sulle piante e lo sventolò, Theodore si avvicinò e lo sfogliò mentre si appoggiava distrattamente al tavolo. «La tua prossima vittima?» chiese lui, guardando di tanto in tanto le figure, non era un gran fan della lettura. O delle piante.

Venus sorrise ma scosse la testa. «L'ultima, l'ho finito cinque minuti fa»

«E il prossimo?» le chiese, chiudendo il libro e passando l'indice sulla spina mentre la guardava, Venus deglutì e la vide rabbuiarsi. «Non lo so, me li porta Pandora»

«Perché non li prendi tu?»

Guardandola da una diversa angolazione, lui non aveva alcuna colpa, Narcissa lo conosceva da ben sette anni e avrebbe dovuto sapere che per non fargli scavare su quell'argomento avrebbe dovuto pregare di farlo.

Vietarglielo era praticamente un invito per la sua incurabile curiosità, e nasconderglielo era la sua condanna.

Venus spostò lo sguardo sulle vetrate, aveva notato negli ultimi giorni che la bionda guardava sempre il lago quando c'era qualcosa che voleva evitare, ma lui non demorse. «Se ti perdi ancora per il castello ti posso accompagnare io»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28 ⏰

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