VI. Non si impara mai

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TW: Menzione di Disordini Alimentari

<<Forse non dovresti andarci, stavi male giusto due giorni fa, hai bisogno di riposo e- trasfigurazioni, astronomia e sopratutto Sirius sono molto intensi>> Narcissa alzò un sopracciglio da dietro al libro aperto, completamente d'accordo con il gr...

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<<Forse non dovresti andarci, stavi male giusto due giorni fa, hai bisogno di riposo e- trasfigurazioni, astronomia e sopratutto Sirius sono molto intensi>> Narcissa alzò un sopracciglio da dietro al libro aperto, completamente d'accordo con il griffondoro che aveva invaso la sua stanza, Sirius era molto intenso, talmente intenso e costante da non rendersene conto. Venus si girò verso il moro, aggiustandosi la borsa sulla spalla mentre con la mano libera grattava un'ultima volta dietro l'orecchio mezzo morsicato di Frances, ma anche quel nome era ancora in prova. <<Apprezzo la tua preoccupazione Remus>> la bionda gli passò di fianco, lasciando finalmente che il gatto si stiracchiasse sulle coperte verdi dai bordi argentati, e Remus girò sui talloni. <<Ma ho aspettato anni per questo, e sto letteralmente scoppiando di gioia, quindi niente mi fermerà dal salire su quella torre>> la straniera gli mostrò un sorriso scintillante mentre apriva la porta, il griffondoro la seguì uscendo per primo. <<Ciao Narcissa!>> la Black non rispose, girando invece una pagina pigramente mentre la porta si richiudeva, ma Venus non ci diede peso e chiuse silenziosamente la porta dietro di se, scivolando lungo i corridoi dei sotterranei mentre cercava ancora di orientarsi. <<Posso aiutarti io con tutte le materie se vuoi>>

<<Sarebbe da matti! Ti rendi conto di quanto lavoro- mi stai nascondendo qualcosa?>> la straniera si fermò davanti al camino nella sala comune, assottigliando gli occhi mentre osservava attentamente il volto del ragazzo. Remus deglutì, il serpente di argento si sollevò dal margine basso del muro formando l'arco che mostrava la porta per uscire dal territorio dei serpeverde come una coperta sollevata da un dito invisibile. <<No, perché?>>

<<Allora perché insisti così tanto?>>

<<Perché il nostro Remus vuole tutti i meriti, non è ovvio?>> Sirius entrò, lasciando la porta aperta cosicché il serpente non si riabbassasse, e sorrise. Venus ricambiò il sorriso, girandosi poi verso il moro. <<Vuoi qualche credito in più dalla McGonagall? Tranquillo, le parlerò bene di te>> gli tirò una leggera spallata, facendogli l'occhiolino mentre Remus e Sirius corrucciavano le sopracciglia, confusi dai crediti nominati dalla bionda, ma nessuno dei due disse niente.

Venus si avvicinó a Sirius, ansiosa ed entusiasta ed incapace di nascondere entrambe le emozioni, e il Black ripetè il gesto dell'altro giorno allungando la mano verso la tracolla che le premeva sulla spalla della giacca e infilando i polpastrelli sotto alla cinghia, sollevandone il peso dal corpo della straniera. <<Oh, non serve>>

<<Tranquilla, andiamo?>> Venus arrossì leggermente, annuendo, e si girò un'ultima volta verso Remus facendogli i pollici in su prima di sparire dietro alla porta in pesante mogano che divideva la sala comune dei serpeverde dalle lunghe catacombe dei sotterranei. Il griffondoro rimase immobile nella stanza, mordendosi il labbro e sperando silenziosamente che Sirius sfruttasse quell'occasione per aprire gli occhi, ma sapeva che non sarebbe successo.

WRONG || sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora