VIII. La guerra è per tutti e in tutto

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<<Piano, piano>>

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<<Piano, piano>>

<<Come puoi chiedermi una cosa del genere?>> Venus aveva la voce leggermente ovattata dalla sciarpa verde e argento di serpeverde che le avvolgeva il collo e nascondeva parte della bocca, eppure solo dagli occhi si capiva quanto stesse sorridendo sotto a tutta quella lana.

Oppure dal fatto che stesse trascinando Remus verso il campo, saltellando come una bambina e allungano il collo per vedere il più possibile.

Remus rise dietro di lei, affrettando il passo per affiancarla. <<Tranquilla, Peter è già là sopra e ci sta tenendo il posto, viene sempre prima per guardare James e Sirius nel pre partita>> la vide rilassarsi leggermente, almeno non si stava più spaccando le caviglie pur di superare gli altri studenti. Venus inciampò un paio di volte sulle scale di legno, troppo presa dalla vista per guardare dove metteva i piedi, aveva il volto fisso sugli anelli, gli arazzi che pendevano dalle enormi torri, i colori, Remus le vide gli occhi lucidi mentre la conduceva verso Peter.

Presero posto in prima fila, le solite tre sedie occupate da Peter più la fila dietro già rumorosa delle ragazze, solo che adesso al posto si Augustus c'era una bionda con le labbra schiuse per lo stupore e le iridi azzurre ricoperte da uno strato di lacrime che si stava lentamente raffreddando per le temperature basse di novembre, una coperta di neve ricopriva la parte inferiore del campo ma tanto non l'avrebbero usata comunque.

La voce metallica, amplificata da una bacchetta al posto del solito megafono a cui Venus era abituata, si propagò nel campo per presentare la partita di oggi: la professoressa McGonagall si sentiva a volte bisbigliare nel retro di chiunque stesse commentando l'introduzione.

Non era niente nei confronti di Lee Jordan, però.

Le piccole figure colorate di Verde e Rosso entrarono nel campo lasciando impronte a malapena visibili nella neve, Venus si spostò sul margine più esterno della sedia e strinse la sbarra davanti a loro con le mani per poter sfogare su qualcosa il proprio entusiasmo, Remus le mise istintivamente una mano sulla spalla per paura che cadesse oltre la ringhiera. <<Ed ecco i nostri due sfidanti di oggi! A sinistra serpeverde, a destra griffondoro con la coppa dell'anno scorso ancora ben esposta nella sala comune!>>

<<O mio Dio stanno entrando>> Venus si morse il labbro così forte da sentire quasi il gusto metallico in bocca, uno squittio le scappò dalla bocca quando le scope si sollevarono da terra, Remus la vide tremare per gioia. <<O mio Dio, non riesco a crederci, Remus è vero? È tutto vero? Sono qui?>> la bionda si girò verso il griffondoro entusiasta e terrorizzata, le sopracciglia contorte dal dubbio e dalla felicità. <<Sono qui?>> un sorriso nervoso si fece strada sul volto della straniera, la sciarpa verde le scopriva adesso la bocca tremolante mentre Remus annuiva. Venus gli porse il braccio destro, tirandosi leggermente su la manica della pesante giaccia che stava indossando. <<Dammi un pizzicotto>> il moro abbassò lo sguardo sul polso pallido e scoperto, vari segni rossi e violacei già ne decoravano la pelle e glielo fecero prendere in mano preoccupato. <<Sembra che ci abbia già pensato tu, V>>

WRONG || sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora