8. Victor Creel

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Il mattino dopo Steve fu svegliato da Robin che lo picchiava con il suo cuscino.

<Robin, che fai?> si ritrovò ad urlare il ragazzo, cercando di coprirsi il viso con le braccia, mentre l'amica, ormai in piedi sul suo letto, continuava a colpirlo.

<Sei. Un. Coglione! Ieri sera te ne sei andato senza una spiegazione apparente e poi sei tornato questa mattina che erano quasi le tre. Ti rendi conto di quanto mi hai fatto stare in ansia? C'è un assassino a piede libero! Forse tu ci sarai abituato a tutta questa storia del Sottosopra, ma per me è ancora tutto abbastanza nuovo e tu sei l'unica persona che mi accetta per quel che sono e non voglio perderti!>

Steve afferrò il cuscino e lo tirò verso di sé, facendo cadere in avanti Robin, che atterrò tra le sue braccia. La ragazza cercò di liberarsi, ma lui rafforzò la presa e cominciò ad accarezzarle la schiena per calmarla, quando lei cominciò a piangere.

<Scusa, è che... è complicato.>

<Se c'è qualcosa che ti turba a me puoi dirlo, lo sai. Sei il mio migliore amico.> lo rassicurò lei, ancora tra le sue braccia. <Come ho detto, non voglio perderti e tutta questa storia mi terrorizza.>

Steve annuì e la fece sedere davanti a lui. Dopo aver preso un profondo respiro cominciò a parlare: <Da quando abbiamo trovato Munson... sono successe un paio di cose inspiegabili.>

<Solo un paio?>

<Parlo a me, personalmente. Te l'avevo già raccontato di Tommy, no?> Robin annuì, ricordandosi della confessione da ubriaco che Steve le aveva fatto poco prima dell'inizio della scuola. <Munson ed io... abbiamo iniziato ad avere delle visioni... Non sono come quelle di Chrissy e Fred, ne sono sicuro. Vedi, le nostre visioni... sembrano dei ricordi, ma di una vita passata, una vita dove... noi due stavamo insieme.>

<Come se fosse stato il destino a farvi rincontrare?> chiese lei, scendendo dal letto e appoggiandosi alla parete vicino alla porta della camera del ragazzo.

<Così crediamo. E poi è successa un'altra cosa... Munson ed io... ci siamo baciati.>

Robin piantò un urlo e Steve ringraziò il fatto che i suoi genitori non fossero in casa, come sempre.

<Voi cosa? Mi avevi raccontato di Tommy, ma non pensavo che tu fossi gay! E la Wheeler? La tua storia con Nancy era tutta una copertura, è per quello che vi siete lasciati? Non ci credo che hai baciato prima tu un ragazzo che io una ragazza!>

<Prima di tutto, calmati! Uno, no non sono gay, di quello ne sono certo. Non mi sono mai piaciuti i ragazzi e con Nancy te l'ho già detto che... è stata lei a lasciarmi.> Quell'argomento era ancora una ferita aperta nel suo orgoglio. <Secondo... non so che fare.> e cadde all'indietro, afferrando il suo cuscino e mettendoselo sulla faccia per soffocare un grido di disperazione.

Robin gli tolse di mano il cuscino e lo obbligò ad alzarsi dal letto. Scesero al piano terra e andarono in cucina per fare colazione.

<Prima di tutto: non farti prendere dal panico. Lo capisco, anch'io quando ho realizzato la prima volta che mi piacevano le ragazze avevo paura, ma come tu non hai abbandonato me, io non abbandonerò te.>

<Grazie.> le rispose Steve, accettando la tazza di latte caldo che l'amica gli offriva. <Comunque non sono gay.>

<Okay, okay, calmo. Magari sei bisessuale, come David Bowie.>

Steve annuì poco convinto e in quel momento il walkie-talkie, che ormai tenevano sempre a portata di mano, cominciò a parlare: Dustin ordinava loro di raggiungerli dai Wheeler. Steve disse a Robin di rimanere lì a casa sua e che se ci fossero stati aggiornamenti sarebbe andato a prenderla.

In another life ~ A steddie fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora