Silenziosamente Steve gli si avvicinò e gli prese il volto tra le mani. <Voglio vedere se la mia teoria è giusta o no> e detto questo lo baciò.
Eddie spalancò gli occhi per la sorpresa e sentì le gambe farsi molli quando Steve approfondì il bacio con la lingua, tenendo sempre le mani sulle guance del minore e spingendolo sempre più contro il tavolo. Eddie non ebbe il tempo per rispondere, che Steve si staccò e lo fissò stupito continuando il contatto visivo.
<Scusa, volevo capire... Non so bene cosa volessi capire, avevo solo un'idea e dato che in tutte le visioni sembravamo...>
<Innamorati?> concluse il minore per lui, col fiato corto, mentre Steve indietreggiava, con sguardo perso. <Alla seconda visione lo pensavo anch'io, ma l'ultima che abbiamo avuto...>
<Quella dove mi urli di non tornare più?>
Non riuscivano a staccare lo sguardo l'uno dall'altro, con un'unico pensiero che vagava nelle loro menti: Dio, quanto rivoglio baciare le sue labbra.
Steve uscì di nuovo sulla passerella, mentre Eddie cercava di calmare il battito del suo cuore che batteva come quello di un cavallo al galoppo. Era appena stato baciato dalla sua cotta più longeva e non aveva reagito! Come poteva essere stato così stupido? Beh, una parte del suo corpo aveva reagito eccome, ma quello non era deciso da lui, erano gli ormoni!
Uscì anche lui sulla passerella e trovò Steve a guardare il lago. Gli si sedette di fianco e rimasero in silenzio per qualche secondo, silenzio interrotto da Eddie: <Non so cosa chiederti prima. Ho la testa piena di pensieri, tra gli omicidi e queste visioni...> Steve spostò lo sguardo verso di lui e i due si ritrovarono di nuovo a guardarsi. <Penso che siano ricordi... Non avrebbe senso se no, no?>
<Ricordi... di una vita precedente?>
<Dove... stavamo insieme.> concluse Eddie, fissandolo attentamente.
Steve sbuffò e si coprì il viso con le mani, le stesse mani che precedentemente avevano sbattuto Eddie contro la parete, in quella maniera aggressiva ma allo stesso tempo quasi affettiva, come per non fargli del male, che aveva mandato in estasi gli ormoni del metallaro. Ormoni che stavano tornando prepotentemente all'attacco.
Steve cominciò a parlare, guardando ovunque tranne che lui. Eddie ne approfittò per fantasticare ancora su quelle mani e si ritrovò di nuovo ad avvampare per l'imbarazzo. Steve se ne accorse quasi subito, ma non poté fare niente, perché sentirono il rumore di un'auto arrivare a tutta velocità. Rientrarono nel capannone e Steve afferrò la sua mazza ferrata che aveva lasciato vicino alla porta. Si nascose sotto la finestra, con gli occhi fissi sulla porta, mentre Eddie lo guardava incantato da dietro una delle barche. Steve lanciò una sguardo fuori e quando fu certo che non ci fosse nessuno, si lasciò cadere lungo la parete e ripose la mazza a terra.
<Via libera.> Eddie annuì e si avvicinò a Steve gattonando. <Perché gattoni?>
<Per non attirare ulteriormente l'attenzione.> gli rispose il moro, sorridendogli, per poi, con sua grande sorpresa, baciarlo di nuovo. Steve si staccò all'istante, sorpreso, ma gli bastò uno sguardo per lasciarsi andare.
Cominciarono a baciarsi da seduti, poi il suono delle campane di una chiesa poco lontana da loro li spaventò, obbligandoli di nuovo a separarsi. Steve guardò l'ora sul suo orologio: mezzanotte.
<L'ora delle streghe.> scherzò Eddie, sorridendo radioso.
<Stai zitto.> lo rimproverò il maggiore, assaltando le sue labbra al punto da spingerlo sul pavimento.
Continuarono quella danza erotica di labbra, saliva e lingue per un'ora abbondante, mordendosi e lasciandosi segni sul collo e sulle clavicole, rotolandosi sul pavimento, gli unici suoni quelli dei loro baci e dei gemiti di eccitazione del minore, che andava in estasi ogni volta che Steve gli baciava il collo o gli accarezzava l'addome, fino ad arrivare ai capezzoli che massaggiò attraverso la maglietta.
Eddie ad un certo punto si era anche alzato, continuando a baciare Steve, e lo aveva sbattuto contro la parete. <Mi pare chiaro che a entrambi piace aggressivo.> commentò subito lui, ghignando, con Steve che cercava di riprendere fiato. Il maggiore posò le mani sui fianchi del metallaro, che aveva le sue sulle guance dell'altro. <Continuiamo? Va bene?> gli chiese esitante il minore. A un cenno dell'altro ragazzo, Eddie tornò a baciare quelle labbra rosee e ormai gonfie, ma pur sempre dolci come se le era sempre immaginate. Tutta quella passione, però, risvegliò anche qualcos'altro nei due ragazzi, in Eddie soprattutto.
<Mh, Eddie, puoi svuotarti le tasche per favore?>
Eddie spalancò gli occhi e lo guardò terrorizzato. <Ehm, perché?>
<Perché hai qualcosa che mi sta sbattendo contro la coscia e mi dà fastidio.> e detto questo posò una sua mano sulla tasca anteriore dei pantaloni di Eddie, rendosi conto di aver fatto un errore. <Oh>
<Già: oh>
Si allontanarono di qualche passo e a salvargli dall'imbarazzo fu il walkie-talkie, che aveva iniziato a parlare con la voce di Robin. <Steve! Si può sapere dove diavolo sei?! Sono quasi le due!>
Steve guardò prima il moro che imbarazzato cercava di nascondere l'erezione, poi si avvicinò al tavolo e prese il walkie-talkie. <Sono con Eddie. Va tutto bene, stiamo bene. Jason non si è fatto vedere e non credo che verrà qui stanotte, anzi credo che ci metterà un po a capire dove si nasconda Eddie.>
Eddie rimase fermo ad ascoltare quello che i due migliori amici si dicevano. Quell'estate li aveva visti lavorare insieme al centro commerciale e si era chiesto più e più volte come mai non si fossero messi insieme dopo l'estate. In effetti se l'era chiesto anche quando li aveva rivisti lì quella stessa mattina e sentendoli parlare al walkie-talkie la domanda gli ritornò in mente, insieme ad un'altra: Robin sapeva delle visioni? Steve stava fingendo? La seconda era solo sua pura paranoia.
<Okay, resta a casa mia, sto arrivando.> concluse il castano, spegnendo la comunicazione. <Devo tornare a casa, Robin ci tiene a raccontarmi nel dettaglio cosa hanno scoperto, inoltre domani dobbiamo vederci con gli altri per trovare un modo per scagionarti.> Eddie annuì e Steve gli si avvicinò di nuovo per lasciargli un ultimo bacio sulle labbra. <Non vuoi venire a casa mia? Sarai più al sicuro là: nessuno penserà che ti sto nascondendo io.>
<Primo, preferisco non muovermi troppo per non attirare l'attenzione. Secondo, se dormissimo sotto lo stesso tetto, con la tensione che abbiamo creato questa sera in queste poche ore, nessuno dei due dormirebbe.>
Steve gli sorrise e non si trattenne dal baciarlo di nuovo, questa volta però fece scendere le mani fino al fondo schiena del minore e gli afferrò con forza le natiche, facendolo gemere nel bacio.
<Cazzo, mi hai dato qualcosa a cui pensare stanotte.>
<Anche tu.> gli rispose Steve, uscendo finalmente dal capannone.
Eddie rimase così solo, con un'erezione nei pantaloni che richiedeva urgenza di attenzioni e il fantasma delle mani callose e possenti di Harrington ancora sul suo corpo. Si sdraiò all'interno della solita barchetta e si prese cura della sua erezione pensando a quel ragazzo dai capelli sempre così perfetti e alle sue mani.
Forse è un po corto, forse vi aspettavate di più, non lo so, sta di fatto che speriamo vi sia piaciuto.
Purtroppo questo sarà l'unico capitolo di halloween che scriveremo per quest'anno su loro due, ci dispiace, ma abbiamo avuto e dobbiamo ancora fare molto.
Ormai lo sapete: stellinate, commentate e condividete!
Ciao e buone feste!
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In another life ~ A steddie fanfiction
FanficSteve ed Eddie si sono già conosciuti e in una vita precedente erano anche molto "intimi"... peccato che non se lo ricordano.