Eroi dell'Olimpo: Non sarà davvero finita così?

3. PERCY

Percy aveva pensato molto al fattore difesa. L'attacco? Puntava a utilizzare la sua solita strategia: improvvisare. In fin dei conti, si era dimostrata una carta vincente in più occasioni. Sapeva che era rischioso muoversi in gran numero, ma aveva dovuto portarsi dietro Piper: era diventata molto abile nel combattimento e nell'utilizzo della lingua ammaliatrice, oltre al fatto che le sarebbe piaciuto dare una bella lezione a Jason. A loro si era aggiunta Lou Ellen. Percy non era bene a conoscenza del suo genitore divino, ma lei sapeva manipolare la Foschia, quindi avrebbe saputo rendersi utile. Il figlio di Poseidone aveva deciso di non etichettarla come figlia di Ecate solo per questa sua capacità... in fin dei conti anche Hazel ne era in grado e suo padre era Plutone. Oltre al fatto che aveva visto fare una cosa del genere anche a Talia, qualche anno prima.

Silenziosamente, i tre si avvicinarono al fiume, che segnava il confine. Percy notò che Lou indossava una strana cintura con appese alcune sferette.

-Cosa sono quelle? - sussurrò.

Lei abbassò lo sguardo prima di rendersi conto di cosa parlava.

-Oh, queste? Sono solo alcune delle mie palle-maialine.

-E a cosa servono?

-Come dice il nome, se attivate dalla Foschia possono trasformare delle persone in maiali.

-Potrei chiederti di tenerle lontane dalla mia ragazza? Mi impressionerebbe baciare un maiale.

Lou rise, a bassa voce. -L'effetto è solo temporaneo, ma se ti fa sentire meglio...

-Zitti! - ordinò Piper.

Si acquattarono tra le radici di un grosso albero e si misero a spiare. Dall'altro lato del fiume qualcuno si stava avvicinando... erano in tre. Percy si sporse di poco e riuscì a distinguere la lancia elettrica di Clarisse, che a un certo punto fu illuminata da una scossa improvvisa che diede modo di vedere, per un paio di secondi, anche gli altri due in viso. Uno era Jason e l'altro... Clovis? Percy non aveva mai visto il figlio di Ipno sveglio prima di allora. Cioè, non voleva pensare che i figli del dio del sonno non sapessero fare altro che dormire, ma con tutti quei mesi di assenza... beh, non si aspettava di vederlo in attacco. Anche perchè non indossava nessuna arma. Oltrepassarono silenziosamente il fiume e scomparvero tra gli alberi. Piper fu la prima a rialzarsi.

-Dobbiamo sbrigarci - disse.Fece un grande saltò e superò il ruscello. Gli altri la seguirono.

-Siamo in territorio nemico -intervenne Lou. -è ora di utilizzare la Foschia.

Detto questo delle scintille partirono dalle sue dita, e girarono per qualche secondo attorno ai semidei. Quando si dissolsero, Percy non si sentiva affatto diverso, ma confidava che l'incantesimo avesse funzionato.

-Fate attenzione - riprese Lou. -La Foschia fa vedere ciò che ci si aspetta di vedere. Un minimo sospetto e scomparirà. Cercate di non fare rumore.

Benissimo. In fondo, non fare rumore era la cosa che Percy sapeva fare meglio. Si addentrarono nel campo avversario, prima abbastanza di fretta, poi sempre più lentamente, soprattutto quando passavano accanto a qualcuno dell'altra squadra.

Iniziarono a farsi un'idea dell'organizzazione della loro difesa: sugli alberi, nascosti tra le foglie, stavano appostati gli arcieri di Apollo. Alcuni erano nascosti così bene che Percy non li notava finché non ci passava sotto. Tra l'erba e i cespugli, alcuni figli di Efesto stavano ancora montando chissà quale trappola... probabilmente ne avevano preparate parecchie per affrontare i Romani in guerra, e ora dovevano pur farci qualcosa. Le case di Ares e Atena erano divise a metà: la maggior parte di loro adesso doveva trovarsi dall'altra parte del bosco in cerca della bandiera rosa metallizzato, e i pochi che erano rimasti pattugliavano il loro campo senza troppo entusiasmo. Percy non riusciva a vedere Annabeth. Peccato, gli sarebbe piaciuto poterla stracciare di persona. Iniziò a chiedersi come avrebbero fatto a riportare indietro la bandiera, se mai fossero riusciti a raggiungerla.