9. LEO

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Leo aveva iniziato a riparare il suo drago. Erano riusciti a trovare un posticino tranquillo sulla spiaggia dove passare la notte. Il cielo era sereno e si vedevano le stelle... sarebbe stato tutto molto romantico se una certa dea della neve non avesse guastato l'umore con l'attacco a sorpresa dei suoi fratellini. Calipso era davvero preoccupata per lui, e questo non era stato d'aiuto per rallegrare l'atmosfera... Aggiungiamo alla lista un drago di bronzo che perde olio e... era come essere tornati in gita ai bagni pubblici, ma essere entrati dalla parte sbagliata nel momento sbagliato.

La mattina dopo Leo si era alzato di buon'ora e aveva lasciato Calipso a dormire sulla coperta che aveva rimediato la sera prima. Si era diretto da Festus per cominciare le riparazioni: aveva iniziato ad avere una certa fretta di tornare al campo. In un paio di secondi aveva scongelato la sua cintura degli attrezzi e si era messo all'opera.

Mentre lavorava, rifletteva sul da farsi: voleva tornare a casa e dire a tutti che era ancora vivo, vero, ma prima... non aveva ancora reso alla ninfa di Ogigia il ritorno nel mondo mortale indimenticabile. Doveva portarla in qualche posto speciale. E il Mc Donald's forse non era stato troppo appropriato. Anche se lei però lo aveva apprezzato.

Smise di pensare e continuò a lavorare per un'oretta. Non sapeva se fosse passata davvero un'ora, ma con il sole, il vento e il rumore delle onde con il suo ritmo lento, era facile perdere la cognizione del tempo. Fatto sta che ripose il cacciavite nella cintura degli attrezzi e si passò una mano sulla fronte mentre ammirava il risultato: Festus non era ancora perfetto, ma aveva smesso di perdere olio e almeno all'interno era quasi completamente a posto. A differenza dell'esterno, che era sporco e bruciacchiato in diversi punti, mentre sulle ali si contavano diversi fori sparsi qua e là... un problema di cui si sarebbe occupato al più presto.

Qualche minuto dopo Calipso si svegliò e si tirò a sedere sul telo. Non l'aveva mai vista appena sveglia. Appena sveglia dopo una notte intera a dormire. Aveva tutti i capelli arruffati, gli occhi assonnati e gonfi, la camicetta stropicciata. Nonostante tutto, non era mai stata così bella.

Ovviamente, il figlio di Efesto non le disse questo.

-Però, Raggio di Sole... stanotte ci hanno attaccato anche gli zombie e non mi hai svegliato?

-Chiudi il becco.

Quindi, la mattina presto era anche più irritabile del solito... perfetto. Non poteva non approfittarne.

-Ok. Mi occupo della colazione. Pensavo di preparare qualcosa come uova all'occhio di bue, ma se preferisci un po' cervello e caffè, basta chiedere.

-E dove lo trovi un cervello, visto che il tuo è sparito da tempo?- iniziò a sorridere. Era davvero bella.

-Vuoi che ti dica un segreto? Non credo di averlo mai avuto.

-In effetti,- riprese la ninfa. -é la prima cosa che ho pensato quando ti ho visto.

Leo non era abituato a sentirla rispondere così alle sue battute. Ma in fondo, perfino lui non le dava torto.

Mentre Calipso si dava una sistemata, il figlio di Efesto cucinò alla meglio delle uova... non sapeva da dove venissero, perchè le aveva semplicemente tirate fuori dalla cintura, come aveva fatto per la padella. Mangiarono insieme in riva alla spiaggia, poi decisero di ripartire al più presto, dato che un paio di turisti iniziavano già a prendere posto intorno a loro sulla sabbia. Cosa vedessero attraverso la Foschia, Leo non avrebbe saputo dirlo.

-Dove andiamo ora, Leo?- domandò Calipso mentre iniziavano a salire in groppa a Festus.

-Un po' dove ci capita. Ma verso New York.

Il figlio di Efesto pensò che la fatica della ninfa per pettinarsi i capelli era stata vana, ora che avrebbero volato a 200 km/h.

Lei allacciò le braccia intorno alla sua vita, come aveva fatto quando erano partiti da Ogigia... che era stato solo il giorno prima. Sembrava trascorso un secolo. Festus spiegò le ali e prese il volo. Leo non sapeva per quanto avrebbero volato, magari per ore, ma si decise a godersi la vista della città dall'alto. Poi, spronò Festus a alzarsi di quota, fino a sparire tra le nuvole. Non era un'esperienza nuova per lui, dato che quando si era risvegliato dalla morte si era ritrovato in un paesaggio simile, ma era un'esperienza mozzafiato.

Lasciò che il vento li cullasse, e non disse una parola mentre volavano verso nord... era sicuro che Calipso ne sarebbe stata felice. A lui bastava sentire le braccia di lei attorno alla vita, il battito del suo cuore chiaro e preciso sulla sua schiena. Si mise a ridere, anche se non ne sapeva il motivo. Tanto, alla velocità con cui si stavano muovendo, la ninfa non poteva certo sentirlo.

Non sapeva da quanto fossero in volo, ma quando scese di quota si accorse che doveva essere tardo pomeriggio. Di già. Iniziava a sentire un certo languorino, e decise che fosse il caso di atterrare. Stavano ancora sorvolando la costa. Vide sotto di lui una moltitudine di ombrelloni di ogni colore.Vide anche una ruota panoramica... visto che ci stavano finendo addosso. Virò appena in tempo e atterrò lì vicino.

Iniziò a smontare da Festus porgendo una mano a Calipso per aiutarla. Solo allora si guardò intorno: erano atterrati dietro a una piccola tenda simile a quelle del circo... dopo un paio di secondi realizzò: si trovavano a una fiera. A dire la verità, Leo non era arrivato a questa conclusione finchè non aveva visto un cartello con scritto "Benvenuti alla fiera di fine estate di Myrtle Beach" sopra quella che doveva essere la biglietteria.

Quindi, a conti fatti, si trovavano a una fiera e non avevano nemmeno pagato il biglietto. Quella giornata andava di bene in meglio. Dopo aver nascosto il drago di bronzo dietro il tendone, si avviarono per le bancarelle.

Il figlio di Efesto aveva speso gli ultimi risparmi per i pezzi di ricambio, ma rimediò subito. Quando erano passati davanti a un'artista di strada che stava provando a impressionare il pubblico con le sue doti di mangiafuoco, Leo si era messo a ridere.

-E questo lo chiami fuoco?- aveva detto.

Lo aveva spinto da parte e si era messo a giocare con le fiamme. Probabilmente i mortali lo avevano visto come un qualche spettacolo pirotecnico incredibile, perchè avevano iniziato a lanciargli monetine. Leo però aveva occhi solo per Calipso, e per lo strano effetto che le luci creavano nei suoi occhi... ogni volta che la guardava, diventava più bella.

In seguito si fece nota mentale di evitare distrazioni mentre maneggiava il fuoco: si avvicinò un po' troppo al mangiafuoco e... beh, mentre quel tipo si gettava verso la spiaggia con i pantaloni in fiamme, il figlio di Efesto raccolse i soldi e si allontanò alla svelta con la ninfa, cercando di non farsi notare dalla folla che era concentrata nel provare a scorgere il poveretto che si buttava in mare.

Aveva fatto quasi 20 dollari. Decise di spenderli con parsimonia, solo per ciò che era strettamente necessario. Quindi, per prima cosa offrì alla sua ragazza un mega-gelato in cui aveva mischiato tutti i gusti di frutta esistenti (conoscendo quanto le piaceva la frutta), poi l'aveva portata sulla ruota panoramica.

Erano seduti l'uno accanto all'altra sul loro sedile, ammirando il mare che cambiava colore col tramonto. Molto romantico. Ma c'era bisogno di movimentare un po' il tutto.

Stava per sparare una delle sue famose e stupidissime battute quando raggiunsero il punto più alto della giostra.

E il motore si spense, proprio mentre la leggera brezza serale cominciava ad aumentare pericolosamente.

Eroi dell'Olimpo: Non sarà davvero finita così?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora