1. LEO

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Leo non era mai stato tanto felice. Dopo la partenza da Ogigia, si erano fermati nella prima città che avevano incontrato per strada - Charleston - per sistemare Festus, ma soprattutto per darsi una ripulita. Si sentiva addosso una fastidiosa puzza di cadavere, probabilmente perchè per qualche tempo era stato un cadavere,  e voleva sbarazzarsene prima che Calipso la notasse. E che iniziasse a lamentarsi. Anche se Leo si divertiva a infastidirla talvolta, non pareva il modo migliore per iniziare il loro viaggio.

Il loro viaggio. Non gli sembrava vero. Dopo aver passato tante notti a sognare il volto della ninfa e le  avventure che avrebbero potuto trascorrere insieme, era difficile credere di trovarsi proprio lì, proprio allora, proprio con lei. Certo, sarebbe dovuto tornare al Campo Mezzosangue per accertarsi che Gea fosse effettivamente morta e che tutti stessero bene... ma che fretta c'era? Il mondo era ancora intero, un buon segno. E Leo conosceva i suoi amici. Sì, era sicuro che stessero bene.

Atterrarono vicino al porto, di fronte a un grosso capanno abbandonato. Il luogo perfetto per mettersi al lavoro con Festus. Calipso era ancora abbracciata a lui. Da un po' di tempo non diceva una parola. Leo si voltò e scoprì che si era addormentata. Si chiese se doveva svegliarla con delicatezza o prendendola un po' in giro.... Naturalmente, la seconda opzione ebbe la meglio.

-Precipitiamo! - le urlò nelle orecchie.

Lei si svegliò di soprassalto. Probabilmente non aveva molta esperienza nel cavalcare draghi meccanici, perchè sembrava averci creduto.

-Chi?! Cosa?! Come?! - dopo essersi guardata intorno per qualche secondo sembrò realizzare.

-Leo Valdez!- gridò. -Mi hai spaventata a morte!

Aveva la faccia sporca di fuliggine, ma solo sulla metà che era stata appoggiata alla sua schiena. Con quell'espressione arrabbiata aveva un'aria abbastanza buffa. Leo scoppiò a ridere.

-L'intenzione era questa! Ben svegliata, Raggio di Sole.

Si sporse delicatamente per darle un bacio sulla guancia, e lei non lo respinse. Smontò da Festus e aiutò Calipso a scendere. Si accorse che quello era il primo posto diverso dalla sua isola che vedeva da secoli. Forse atterrare in un porto puzzolente non era il modo migliore per darle una buona impressione del mondo esterno.

Mentre la ninfa si guardava attorno smarrita, Leo nascose il drago nel capannone.

-Resta qui, amico- gli disse. -Torno tra poco con dei pezzi di ricambio...  fai il bravo drago e non arrostire qualche turista di passaggio.

Festus rispose sputandogli del fuoco in faccia.

-Bravo, vedo che hai capito...- commentò il figlio di Efesto. Chiuse alla meglio il portone del capanno e tornò da Calipso. Stava guardando il mare. Quando Leo si avvicinò, vide che non era proprio pulito e limpido come quello che bagnava la costa di Ogigia. No, non aveva scelto per niente bene il luogo di atterraggio.

-Tutto il mondo è diventato... così?- domandò lei senza voltarsi.

Avrebbe voluto rispondere "ma certo che no, di solito è peggio", ma si trattenne. Capiva che la ninfa era rimasta scossa da questo primo sguardo alla società moderna.

-Non ti avrei portata via dalla tua isola se non fossi stato sicuro al 100% che il mondo esterno ti sarebbe piaciuto.

-Dovrebbe piacermi?

-Sicuro. Solo... ehm... non questa parte...

-Benissimo - sbuffò.

Leo la afferrò per le spalle e la voltò, in modo che potesse guardarlo negli occhi.

-Ti fidi di me?

-Che domanda è, Valdez? Ovvio che non mi fido di te.

Forse queste parole avrebbero dovuto ferirlo ma, insomma, le aveva appena fatto credere di star precipitando nel vuoto. Sorrise.

-Parlo sul serio. Ti ho detto che sarei tornato e l'ho fatto: ora ti dico che non hai ancora visto niente. Che ne dici, Raggio di Sole, se questo pomeriggio non andiamo un po' in giro per Charleston a visitare la città?

Lei non rispose subito, ma sembrava sollevata. Che lo ammettesse o no, si fidava sul serio di lui.

-Come vuoi. Mostrami le meraviglie del ventunesimo secolo allora.

-Non so perchè, ma vorrei cominciare cercando il Mc Donald's più vicino...

Le strinse la mano e la trascinò verso la strada. Dopo la faccenda della morte e il lungo viaggio con Festus, aveva un certo languorino. Tra l'altro Calipso aveva vissuto per così tanto tempo su un'isola mangiando solo frutta, verdura, cibo sano. Come poteva non apprezzare un buon hamburger e patatine fritte con tutto quel grasso e sale?

-Cos'è un... mec Dona? - domandò.

Leo scoppiò a ridere. -Lo vedrai.




Eroi dell'Olimpo: Non sarà davvero finita così?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora