capitolo 1

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Gwen Murphy

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Gwen Murphy

Percy Hynes White

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Percy Hynes White

il cast e collaboratori della serie Netflix 'Mercoledì' di Tim Burton.

agosto 2021
me ne stavo serenamente sdraiata sul mio amatissimo divano dopo poco meno di nove ore di aereo che da Dublino mi ha portato fino a qui, New York, il posto che da sempre ho chiamato casa.
Gwen Murphy, figlia del famigerato Cillian Murphy, già.. è sempre stato un bel peso da portare.
giusto per dare qualche informazione su di me: sto cercando di costruire la mia carriera autonomamente, accettando comunque consigli e pareri da mio padre, qualche piccolo ruolo in serie televisive come How i met your mother, Lost e How to get away from murder, e altre ancora, o film come uncharted, gli hunger games, il secondo volume di Enola Holmes che ancora non è uscito e altri.
Mi sono diplomata dalla scuola superiore a fine maggio, ho passato tutto giugno, luglio e la metà di Agosto in Irlanda con i miei amici e con i miei nonni, ma il lavoro chiama e anche se questa estate doveva essere dedicata completamente a me non posso fare a meno di rispondere alla sua chiamata.
sto tornando a new york per lavorare con Jaquemus, il mio stilista preferito, al suo progetto e ad uno shooting fotografico,
Ho 18 anni, una casa a new york, il lavoro che amo, e si, sono stanca e me ne sto sdraiata sul divano a far nulla.
sento il telefono ormai quasi scarico squillare e non posso fare a meno di sbuffare sapendo per certo che sia mi padre.
"pronto?" chiedo io.
"tesoro, sei arrivata?"
"sì papà, mi stavo per addormentare" gli dico io.
"te lo avevo detto di chiamarmi però" mi rimprovera.
è molto protettivo con me, sono la sua unica figlia femmina, mia madre non è più con noi e dopo più di cinque anni passati solamente tra di noi ha trovato un'altra donna che sappiamo entrambi non potrà mai rimpiazzare mia madre, ma gli sta portando tanta felicità.
"si lo so scusami, non volevo farti preoccupare"
"va bene G ma la prossima volta ricordati va bene-"
"va bene papà, sono stanca morta, ci sentiamo dopo, ti voglio bene, grazie per tutto, bacioni" lo interrompo per dire tutto ciò il più velocemente possibile e chiudere la chiamata quasi bruscamente.
non faccio in tempo ad abbassare le palpebre che una seconda chiamata mi fa sobbalzare.
non mi sforzo nemmeno di vedere chi è perché sono certa che sia ancora mio padre.
"papino, scusami se ti ho chiuso, ma-" smetto di parlare solo perché sento delle risate che non appartengono a mio padre. guardo il telefono e trovo una "G" scritta in grassetto.
"sai che hai una pessima tempistica, avresti dovuto chiamarmi papino quando avevo una cotta per te, mi avresti ucciso haha" sento una voce diversa, la sua voce, del mio migliore amico da sempre e per sempre.
Georgie Farmer, britannico ma trasferito accanto alla mia casa d'infanzia quando aveva soli cinque anni, la mia fiamma gemella.
"molto simpatico, dove sei?" gli chiedo.
"nella grande mela sorella, non lo senti questo casino di sottofondo?" dice lui riferendosi al traffico.
"ma davvero? io ci sono appena arrivata.."
"allora vengo da te, per un po', avrei prenotato un'albero ma sono qui solamente per firmare un contratto.." tutto ciò mi incuriosisce.
"che contratto?" chiedo.
"te lo dico davanti ad un bicchiere di vino, sono da te tra un paio di ore, ordina dal cinese ma come se io fossi due persone, non mangio da sta mattina e prendimi il solito, grazie ti voglio bene." chiude così la chiamata lasciandomi troppe domande per la testa per poterla staccare e lasciarmi dormire, allora sistemo la valigia di vestiti che mi sono portata da dublino e quando ormai lui dovrebbe essere quasi da me sento chiamare al telefono di casa per l'arrivo del cibo.
poi mi infilo un paio di pantaloni gessati neri e una maglietta bianca non troppo aderente.
non faccio in tempo ad aspettare un minuto che il campanello della mia porta suona per tre volte consecutive, come lui è solito fare.
allora apro la porta ciò mi rivela una figura alta, snella con capelli mezzi lunghi castani e un viso fin troppo familiare.
"aaaah, Georgieeee mi sei mancato." gli dico mentre lo abbraccio poggiando la testa sul suo petto e inalando il suo profumo, che per me è quello di casa.
"anche te Gwenni, non sai quanto." mi lascia un bacio tra i capelli e anche se non vorrei si scosta da me lasciandomi vedere un'altra figura.
Jenna Ortega, qui in persona..
Io e lei abbiamo lavorato insieme per molti progetti, amo lavorare con lei, sono probabilmente una delle sue più grandi fan e il nostro affetto reciproco è immenso.
"ciao Gwenni, sei mancata anche a me." mi dice cercando di imitare la voce del mio migliore amico e facendomi scoppiare in una risata, la abbraccio calorosamente e li faccio accomodare entrambi in casa.
mangiamo e beviamo il vino che ha portato Georgie poi mi ricordo il motivo per cui proprio lui si è auto invitato a casa mia.
"allora, mi dici che cos'è questo contratto?" chiedo curiosa..
i miei due ospiti si guardano tra di loro, mi fanno capire che sono complici e poi il ragazzo mi dice dice di avviare un'audio dal suo telefono che mi ha  passato nel frattempo.
avete presente la canzoncina na na na na e poi schiocchi le dita due volte?
è quello che mi stanno facendo vedere i miei due cari amici in questo momento, lasciandomi a dir poco perplessa.
"la canzone della famiglia Addams?" e loro annuiscono simultaneamente, allora penso a Jenna, ai suoi capelli neri e alla sua passione per cose misteriose e l'horror, e connetto i miei neuroni mezzi fusi, "Mercoledì?", e loro annuiscono simultaneamente.

𝓟&𝓖 🫂 |𝓧𝓪𝓿𝓲𝓮𝓻 𝓣𝓱𝓸𝓻𝓹𝓮|𝓟𝓮𝓻𝓬𝔂 𝓗𝔂𝓷𝓮𝓼 𝓦𝓱𝓲𝓽𝓮| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora