capitolo 29

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tutto l'entusiasmo con cui avevo ripreso in mano il mio telefono per vedere impaziente chi mi stesse chiamando si è spendo in un batter d'occhio. Nick, il mio manager... essendomi praticamente trasferita a Los angeles gli ho dato due possibilità: rimanere a New York e lasciare il suo lavoro oppure venire con me e probabilmente questa è la chiamata con cui mi darà la notizia.
"sorella, sono qui oggi, per dichiararti che... sono con te ahhhhh" dice forse più emozionato di me.
"sono contenta, se hai bisogno di un posto puoi stare da me, devo ancora mettere apposto tutte le cose, ma c'è abbastanza spazio per un coinquilino" gli dico e l'idea mi sembra piacergli.
allora ci mettiamo d'accordo per i giorni d'arrivo e promette di non portare con se troppe cose dalla casa in affitto in cui abitava nella grande mela.
la giornata trascorre poi abbastanza serenamente, ho incontrato dopo tanto tempo alcuno degli amici di Georgie, che di fatto erano anche amici di Percy e seppur abbiamo cercato di nasconderlo, l'imbarazzo dovuto dal fatto che lui non fosse li, ma che ci fossi io... era piuttosto evidente.
siamo in un locale, abbastanza carino e nel centro della città, sono abbastanza stanca per tutto ciò che abbiamo fatto in questi giorni e dagli sguardi che mando verso G cerco di farglielo capire.
"bene, io credo che sia ora di andare" dice infatti lui assecondandomi.
...
"scusami se volevi rimanere per un'altro pò, ma sono distrutta..e non mi sembra che io piaccia a loro" dico incrociando le braccia e abbassando lo sguardo mentre camminiamo tra le strade ampie e zeppe di turisti della città.
"no, non è affatto vero, sono solo un po'..confusi" non rispondo al mio migliore amico.
"confusi?" gli chiedo abbassando lo sguardo.
lo sa anche lui che non vado proprio a genio ai loro amici e nemmeno lui sa come potrebbe risolvere. ed io credo che l'unico modo sia incontrare e parlare con Percy da qualche parte ma non si dove sia, con chi è se sta bene..quindi la questione mi sembra piuttosto complicata.
tornati a casa il nostro sonno vince su di noi e come se avessimo dieci anni ci addormentiamo guardando cartoni animati nella camera di G.
la giornata appena cominciata, pur essendo da festeggiare, per me ed il mio migliore amico simboleggia l'inizio della sistemazione di casa mia.
ebbene sì, il furgone con tutte le mie cose è arrivato e nei giorni passati idraulici ed elettricisti si sono messi all'opera per sistemare tutto ciò che io e Georgie non avremmo potuto fare da soli.
passiamo quindi la giornata a spacchettare e sistemare per poi decidere di tentare nuovamente il mio approccio con il gruppo di amici che ho appena conosciuto.
"ehi ciao ragazzi, buon 4 Luglio" dice G non appena vede i suoi amici nel tavolo del locale che abbiamo prenotato.
sa che io saluto i presenti e per il resto della serata riesco a sentirmi più inclusa e meno vita malamente dai ragazzi.
..
"non mi sembra che sia andata male no? si sono anche chiesti della nuova casa e le ragazze ti hanno incluso di più, giusto?" mi chiede G praticamente alla soglia della porta.
"si, mi sono ricreduta, forse ieri non era la giornata più adatta" dico per poi rimanere senza parole non appena il mio amico apre la porta di casa sua e trova delle macchioline di sangue sul pavimento, mi si congela il battito, lui non mi risponde ma mi prende per mano ed impugna con l'altra la mazza da baseball che era solito tenere affianco all'entrata per quelle giornate in cui lui ed i suoi amici vanno a giocare.
"stai dietro di me okay?" mi dice a bassa voce, obbedisco al comando lasciando che lui avanzi in direzione dei rumori e dove si svela esserci anche la luce accesa.
"chiama la polizia" mi sussurra ancora. mentre prendo il telefono in mano lo vedo avvicinarsi alla porta del bagno, dove presumibilmente si trova l'intruso e spalancarla.
"cristo fratello, dio mio vuoi farmi prendere un'infarto?" dice Georgie voltandosi poi verso di me tornando a posare la mazza.
capisco che non si tratta davvero di un'emergenza e che dentro al bagno c'è qualcuno che il mio migliore amico conosce e che possiede le chiavi di casa.
questo può solo significare una cosa, che la persona che mi è stata più lontana per tutto questo tempo ora è a qualche metro da me, nel bagno che io stessa ho usato solo qualche ora prima.
"perché stai sanguinando?" chiede G poi tornando a pensare alle macchie per terra.
"cono caduto, ma non è nulla di grave" sento la sua voce dopo tanto.
quella voce che ho sognato la notte, la voce che non aspettavo altro di risentire e che non so nemmeno come spiegare quanto mi mancasse.
cammino lentamente avvicinandomi alla piccola stanza in cui si trovano entrambi i ragazzi preoccupata per l'incidente di P.
"ero in monopattino elettrico e ho preso troppa velocità" dice chiarendo ciò che è successo.
mi trovo alla soglia della porta e il moro che mi copre con la sua statura.
"Percy?" pronuncio il suo nome e spingo anche se delicatamente la spalla di Georgie per vedere la figura all'interno nel bagno.

spazio autrice-
vi lascio con un po' di suspence.
spero che il capitolo vi sia piaciuto, buona giornata a tutti ❤️❤️

𝓟&𝓖 🫂 |𝓧𝓪𝓿𝓲𝓮𝓻 𝓣𝓱𝓸𝓻𝓹𝓮|𝓟𝓮𝓻𝓬𝔂 𝓗𝔂𝓷𝓮𝓼 𝓦𝓱𝓲𝓽𝓮| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora