capitolo 25

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'dolce G, so che in questo momento sei dentro l'aereo che ti riporterà lontana da me, so quanti pensieri hai per la testa, so che questi pensieri sono per lo più rivolti a me e per come mi sono comportato in questi giorni nei tuoi confronti, so che ti devo delle scuse e che anche se vorresti perdonarmi, sappiamo entrambi che non lo faresti veramente.. non perché non vuoi ma perché so che ti ho fatto del male e nonostante tutto l'amore che provi per me, le ferite ti rimangono aperte nella pelle, ed io lo sapevo, ero a conoscenza di come avessi già sofferto in passato, non ho comunque dato retta al mio cuore, che mi indicava te, ma al mio cervello.
sono sicuro che in questo momento i tuoi occhi stiano lacrimando e che te ne sei accorta solamente ora-' vero, sto allagando il sedile della business class di quest'aereo, che tra l'altro sta anche per decollare perciò mi sbrigo rincominciando a leggere.
'pur sapendo tutte queste cose io non ho idea di cosa fare-' leggo e il mondo mi cade addosso, non so nemmeno cosa aspettarmi se non il peggio.
'non so come comportarmi per non farti soffrire ancora..vorrei che potessimo parlare, per cercare di chiarirci meglio, e per sentire semplicemente la tua voce.
non voglio che ti senta obbligata a chiamarmi, però quando te la sentirai, se te la sentirai puoi chiamare e non mi disturberesti...scusami ancora G, non avrei mai voluto che tutto ciò accadesse..ti amo tanto amore mio.' leggo e per un paio di minuti rimango impassibile a tutto ciò che accade intorno a me, non so nemmeno a cosa pensare, so solo che non vorrei tornare in Australia per lavoro, vorrei correre da lui ed abbracciarlo.
purtroppo per i miei pensieri vengono interrotti dalla metallica voce dell'assistente di volo per l'annuncio di dover allacciare le cinture e di spengere o mettere in modalità aereo i dispositivi elettronici, così mi do una veloce asciugata al viso e decido di spengere il cellulare per non passare le oltre dieci ore di aereo a leggere e rileggere quel messaggio; dicendo però che avrei chiamato il mio ragazzo una volta atterrata.
..cosa che poi effettivamente non ho fatto, data la stanchezza del viaggio e al fatto che in aeroporto, l'autista che doveva portarmi negli studi di Avatar fuori città, mi ha annunciato che avremmo aspettato per qualche minuto l'arrivo di un'altro aereo con un'altro attore del film.
queste riprese non sono minimamente con quelle di 'Mercoledì', i miei colleghi sono tutti più grandi, loro dopo una giornata di lavoro non vogliono passare la sera a chiacchierare fino a tardi, una volta finite le ore lavorative ogni uno sta per le sue. non intendo dire che non ci sia amicizia tra di noi, ma non è certo lo stesso rapporto che io e gli altri ragazzi avevamo in Romania...proprio per questo non sono troppo entusiasta al fatto di dover trascorrere almeno un paio d'ore in macchina con un mio collaboratore.
"scusatemi per l'attesa, ehi ciao Gwen, come hai passato queste semi ferie?" mi chiede salendo nella macchina nera Jamie Flatters, interprete del primogenito dei due protagonisti del film a cui entrambi stiamo lavorando, ventunenne londinese che negli ultimi anni aveva iniziato a far parte del mondo del cinema.
"ciao Jamie, mh diciamo che sono state brevi ma intense, sono successe molte cose.." dico inevitabilmente pensando di nuovo al messaggio di Percy.
"hey è tutto apposto?" mi chiede poi vedendo i miei occhi inumidirsi velocemente, anche cercando di avvicinarsi un po' a me.
tendo leggermente la mano verso di lui per fargli segno di non scomodarsi e gli dico di star bene e che non si deve preoccupare.
"avrei solo bisogno di distrarmi un po' prima di riprendere le riprese" dico prendendo una boccata d'aria.
"allora sai che c'è, noi non ci conosciamo molto bene, insomma mi sembra di essere più familiare con il tuo personaggio nella saga piuttosto che con la persona che lo interpreta, perciò..ti andrebbe di venire a cena con me domani sera? non ci sarebbe nulla di romantico, se questo ti dovesse preoccupare" dice facendomi sorridere di nuovo.
"mi piacerebbe Jamie, ti ringrazio" gli rispondo io prima di ricevere una chiamata da mio padre, mi scuso infatti per dover interrompere la nostra conversazione.
"giuro che ti stavo per chiamare papà" dico io a mani tese.
"certo come no, com'è andato il viaggio?" mi chiede per poi dare inizio ad una chiacchierata riguardo ai suoi spostamenti per i prossimi giorni, infatti dopo aver finito le riprese del film a Chicago con Georgie, sono tornati entrambi a LA, ma mio padre crede sia il momento di tornare per un po' in Irlanda e trovare un momento di pace per stare con la sua famiglia.
quando saluto papà per telefono mancano solamente tre quarti d'ora di strada fino agli studi di Cameron.
proprio perché ho ancora tempo decido di chiamare Percy, nonostante il cuore mi batti all'impazzata.
"hey.." dico non appena mi risponde alla chiamata.
"hey..stai bene?" mi chiede stupidamente.
"potrebbe andare meglio" dico io ovvia.
"hai-hai letto il mio messaggio?"
"si, se vuoi dirmi qualcos'altro, puoi farlo adesso, ho un po' di tempo" gli dico abbassando lo sguardo ed aspettando una risposta.
"in...in realtà credevo mi chiamassi più tardi, perché in questo momento sono con gli altri-" non lo faccio nemmeno finire di parlare, mi sta sembrando tutta quanta una stronzata.
"non ti preoccupare, dimmi quando hai tempo e ti richiamo" dico con l'umore sotto terra.
"va bene amore, scusami.. ti amo" dice poi è ricevendo un mio 'anche io' come risposta prima di attaccare chiamata.

Percy's POV
lei non potrebbe essere più uncazzata di così, però giuro che non è una bugia, sono con i ragazzi della band e stiamo chiarendo alcuni dettagli per riprendere a fare show dalla prossima settimana, proprio perché abbia per la testa mille pensieri diversi, non posso fare a meno di accantonarne alcuni e risolverne altri immediatamente.
vi prego di non fraintendermi: Gwen è la persona più importante della mia vita, ma.. in una situazione caotica come questa il mio cervello mi dice di aspettare di avere più calma nella testa, ed avere tutti quei pensieri organizzati.
"chi era Perc?" mi chiede il mio migliore amico che di fatto è il migliore amico di Gwen: Georgie.
"era amm..era Gwen, è atterrata" dico e lui assume un'aria insospettita.
"c'è qualche problema tra di voi?" chiede retoricò, lo sa che ci sono problemi tra di noi.
"diciamo che è un po' complicato" dico cercando di svincolarmi.
"Percy, so che non stai mantenendo la promessa che ci siamo fatti, so che la stai facendo soffrire e che lei non ha fatto nulla di male..vedi di risolvere questa situazione dimostrando quanto è che la ami" dice con tono autoritario, parlando non tanto come mio amico, ma come fratello maggiore di G..la promessa che ci siamo fatti è risalente alla romania, a quando lui ha capito che tra me e la ragazza stava nascendo qualcosa e voleva essere sicuro che tutte le mie intenzioni fossero buone.
"hai ragione, la richiamo, e le dico ogni cosa una volta per tutte." dico sicuro riprendendo in mano il telefono e clicca di sul suo nome..

spazio autrice-
ciaoo, innanzitutto buon anno e buona befana, mi scuso ancora una volta per l'assenza e per avervi fatto aspettare così tanto ma almeno vi ho portato un capitolo un po' più lungo del solito, spero che questo vi piaccia, se volete potete lasciare una stellina 🌠
prometto che tra non molto vi pubblico il capitolo 26.

𝓟&𝓖 🫂 |𝓧𝓪𝓿𝓲𝓮𝓻 𝓣𝓱𝓸𝓻𝓹𝓮|𝓟𝓮𝓻𝓬𝔂 𝓗𝔂𝓷𝓮𝓼 𝓦𝓱𝓲𝓽𝓮| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora