Quando qualcosa diventa assurdamente bello, contro ogni buon senso, cominciano a essere necessari dei simboli. Il Doc lo sapeva. Aveva calcato il ring, quando era abbastanza giovane e abbastanza sveglio da poter ancora sperare in una medaglia. Pugilato: prima ufficiale, con categorie, campionati, podi. Poi gli avevano sfasciato la testa e si era ritirato. Ma farsi prendere a cazzotti gli doveva piacere, evidentemente, perché si era dato ai combattimenti clandestini, scommesse, donne e droga. Alla fine si era svegliato, ed era vecchio. Vecchio e sconfitto. Ma aveva visto, visto la parabola che fanno i combattenti. E voleva dei simboli, roba che la gente potesse ammirare. Alexis era un prodotto per lui. Portandolo ai vertici gerarchici dei bassifondi si era garantito il meglio: un letto caldo, cibo, alcol, donne. Erano comunque in miseria, ma almeno avevano i mezzi per dimenticarselo.
Quando la gente aveva cominciato a imitarlo, buttando via le pistole e usando i coltelli, il Doc aveva sentito profumo di gloria. Quindi aveva ripulito Alexis: via la sporcizia, le pulci, l'anonimato. Gli aveva fatto tingere i capelli, bianco come l'argento. Basta stracci, solo pelle. Basta risate e schiamazzi, solo silenzio. Alexis era diventato un dio. Monique era già al suo fianco, forgiato da disgrazie che non sapeva nessuno. C'era un culto, ormai.
Il culto non si sradica facilmente. Provate e vedrete. Quando Alexis chiese indietro la sua spada, quattro anni dopo averla lanciata per terra, gliela restituirono in perfette condizioni, affilata e lucida. Quando chiese vestiti, gli portarono la sua vecchia giacca di pelle nera, grassa di salute. Quando chiese che lo aiutassero a preparare un agguato per i cani del governo, quella gente gli propose tutti i suoi vecchi schemi. La cosa gli fece paura. Aveva popolato il sonno di quella gente? Un conto è sospettarlo, un conto è saperlo. Chiese volontari per stanare il bastardo, dei kamikaze. Si offrirono in trenta. Chiese gente che si appostasse sui tetti e sui balconi per ammazzare i cecchini. Se ne fecero avanti altrettanti. Carne da macello... che diavolo credevano di fare?! Da quando era corsa voce che Revenge lo stava riportando a casa, la foga di combattere aveva risvegliato la gente: si erano messi a sorvegliare gli sgherri del governo, sapevano tutto di loro. Alexis aveva le vertigini: si sentiva portato in spalla, ma a quell'altezza era vulnerabile senza Monique. L'adrenalina gli scivolava nelle vene in piccole dosi, non abbastanza da renderlo insensibile alla paura. Passarono giorni in preda alla nebbia, storditi dal desiderio e dal panico. Alexis riprese confidenza con la spada, gli altri lo aiutarono a risvegliare la foga. Altri giorni di esaltazione tra armi, botte e alcol. Alla fine erano tutti esausti. Qualcuno ci era pure rimasto secco. Ma erano carichi, sparati come proiettili nello spazio: non si sarebbero più fermati.
Qualcuno propose un buon piano, il Doc lo approvò.
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La Guerra Bianca
ActionIn una qualunque periferia di una qualunque città, la guerra sta per ricominciare. Costretto a fare i conti con il passato, Alexis torna nei bassifondi dove lo attendono i rimorsi e la propria identità perduta. Non ha tempo da perdere: l'assassino d...