Capitolo 1

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LUCY'S POV:

"Lucy ,sei pronta?" domandò Ashley, dall'altra parte della porta "Non ci conviene fare tardi alla festa, altrimenti troveremo tutti già ubriachi" disse entrando in bagno, sfoggiando un bellissimo sorriso non appena mi vide. "Tesoro, sei stupenda" le sorrisi timidamente. Non mi sono mai sentita una ragazza bellissima ,da poter togliere il fiato: sono decisamente bassa, non supero il metro e sessanta, magra, dai capelli lunghi e scuri e dagli occhi color nocciola tendenti al verde. La ragazza che poco fa stava parlando è Ashley, la mia migliore amica; lei si che è bella, lei è la classica ragazza che tutti vorrebbero: non molto alta, magra dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurri. Vogliamo parlare poi del suo carattere? Fantastico. A settembre frequenteremo entrambe il quarto anno alla "High school of Arts", di Londra. E' una scuola molto buona, che permette di far fiorire le proprie passioni; nel senso che se ti piace disegnare o suonare uno strumento o praticare sport precisi, ci sono dei corsi appositi. Io, frequento i corsi d'arte, mentre Ashley quelli di pianoforte e tutte e due pratichiamo come sport pallavolo, l'unico che sembrava adeguarsi a due come noi. Anche le nostre famiglie sono molto unite, in particolare i nostri padri, che sono amici dai tempi del liceo. La madre di Ashley non è molto presente nella sua vita, per via del divorzio. Ashley ed io abitiamo a pochissimi isolati di distanza e passiamo quasi tutte le giornate insieme, naturalmente, anche in compagnia di Emily, la nostra migliore amica. E' una ragazza dolcissima, solare e piena di umorismo dai capelli lunghi e neri e dagli occhi scuri, ma che possiedono una luce propria. Le invidio tantissimo l'altezza e la carnagione ,scura, ma non troppo. Con Emily ci siamo conosciute al primo anno di liceo, e siamo diventate inseparabili, come tre sorelle. Fu Ashley a farmi tornare sulla terra avvertendomi che, tra poco, saremmo dovute andare. Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio e poi uscii dal bagno. Sapevo che in sala da pranzo mi aspettavano i miei genitori , in particolare mio padre, pronto a farmi la solita predica e, in fatti, li trovai tutti e due li, piazzati davanti la porta di casa, con un finto sorriso stampato sul volto, pensando di potermi nascondere la loro preoccupazione "Allora, siete pronte?" chiese mia madre, guardando me ed Ashley "Si, prontissime, infatti stavamo giusto per andare..." "Lucy, aspetta" disse mio padre, notando che stavo per aprire la porta "Oggi la mia bambina compie 17 anni" continuò, soffocandomi in un caloroso abbraccio "Per me rimarrai sempre la dolce ragazzina dagli occhi troppo grandi, ci sarò sempre per te. Ora, prima che ci ripensi, va e divertiti" sospirò, liberandomi dalla sua dolce morsa "Ti voglio bene papà" gli sorrisi "Ah, e ricorda di non allontanarti mai dal gruppo delle tue amiche, di fare attenzione ,di..." "...Di chiamare in caso di bisogno, anche se sono le due di notte e di usare lo spray al peperoncino che hai preso in caserma in caso di pericolo" ripetei insieme a lui. "Ormai è cresciuta, George. Sa come comportarsi" intervenne mia madre. "Per quanto sia commuovente, siamo in ritardo, e la festeggiata non può tardare alla sua festa!" disse Ashley, interrompendo lo smielato momento, per poi catapultarsi fuori. Li salutammo dalla macchina e partimmo "L'hai sentita tu Emily?" le chiesi allacciandomi la cintura di sicurezza "Regolare, ci raggiunge li" disse ravvivandosi i capelli. Dopo dieci minuti di silenzio, realizzai di non sapere nulla sulla festa: ne dove si sarebbe svolta, ne quanti invitati ci sarebbero stati... niente di niente. "Ehy Ash" mi voltai verso di lei "Puoi dirmi dove stiamo andando?" finsi il sorriso più dolce del mondo "No" rispose senza staccare gli occhi dalla strada "Perché!?" piagnucolai "Perché è una sorpresa" incrociai le braccia al petto, sbuffando. Mi accorsi di essermi appisolata solo quando riaprii gli occhi, svegliata dalla voce di Ashley "Cazzo! Questa non ci voleva" sbraitò "Che succede? Perché ci siamo fermate?" chiesi sistemandomi sul sedile "Chiedilo a questa sottospecie di auto!" colpì con forza il volante, facendo suonare il clacson "Che intendi dire?" domandai, facendo un sospiro per mantenere la calma "Intendo dire, amica mia, che mi si è fermata la macchina!" urlò "Merda" fu l'unica cosa che riuscii a dire "Okay, calma. Adesso chiamo un carro-attrezzi e tutto si risolve" afferrai il telefono "Di venerdì sera? In pieno agosto?" mi schernì "Cos'altro suggerisci?" "Non so, potresti chiamare tuo cugino?" Ashley sapeva benissimo che non avevo buoni rapporti con lui, fin da piccoli " So che la cosa ti pesa, ma vuoi andare o no alla tua festa?" aveva ragione, dovevo mettere da parte il mio stupido orgoglio e chiamarlo "Okay" sussurrai. Allora, vediamo L... ah, eccolo. Guardai per qualche secondo il nome che era apparso sul telefono, dopo guardai Ashley e poi riguardai lo schermo del mio Black Berry "Allora?!!" disse urlando "Ecco, lo sto chiamando!" le risposi facendo partire la chiamata e avvicinando il telefono all'orecchio. Squillò si e no un paio di volte e, poi, una voce a me fin troppo familiare rispose "Pronto?" la voce leggermente scocciata mi fece capire che era sstato interrotto "Louis, sono Lucy" mi morsi il labbro "Allora anche i morti risorgono" rise "Sai meglio di me che se non fosse importante non ti chiamerei affatto" risposi secca "Sii veloce, anche perché ho da fare" dall'altra parte del cellulare si sentì una risatina femminile... quindi era in compagnia " S-sappi solo che di qualunque cosa si tratti, mi devi un favore" disse, provando a trattenere dei gemiti, ew. "Come vuoi" sospirai "Ci troviamo praticamente sotto casa tua con l'auto in panne, abbiamo bisogno di un passaggio" incrociai le dita "Okay, datemi 10 minuti" e riagganciò. Un sospiro lasciò le mie labbra "Allora? Cosa ha detto?" mi domandò ansiosa Ashley "Sta venendo" si, in tutti i sensi... "Menomale" disse la bionda, poggiando la testa sul cuscinetto del sedile. Stavamo per perdere le speranze quando una Gip nera, dai vetri oscurati, si avvicinò alla nostra auto "Finalmente" mormorai, tranquillizzando la ragazza seduta accanto a me "Alla buon'ora" dissi, non appena i finestrini si abbassarono, rivelandoci un ragazzo dall'aria decisamente divertita "Ragazze... freschetto stasera vero?" ci fece l'occhiolino. Dire che ribollivo dalla rabbia era dire poco, bastardo. Imprecando mentalmente, feci cenno ad Ashley di salire in macchina e, dopo essermi accomodata sui sedili posteriori, sbattei con forza la portiera, conoscendo perfettamente la reazione che il mio gesto avrebbe portato. Vidi, infatti, gli occhi furenti di mio cugino dallo specchietto retrovisore, e dovetti portarmi una mano sulla bocca per trattenere la risata "Allora, dov'è che devo portarvi?" chiese, digrignando i denti. A quella domanda feci le spallucce, poi vidi la mia amica, seduta vicino a Louis, avvicinarsi al suo orecchio, per sussurrargli la meta. Dopo un cenno del capo, il ragazzo accese il motore dell'auto e partì.

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