Capitolo 7

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EMILY'S POV:

Quel giorno sarei passata in ospedale, a trovare Greta. Greta era mia nonna paterna, ed aveva uno spirito talmente giovanile che chiamarla nonna faceva strano ad entrambe. soffriva di diabete e la sua incontrollabile golosità verso i dolci la costringeva spesso a ritrovarsi in ospedale, per i soliti controlli. Uscii dalla doccia canticchiando, avvolta in un morbido asciugamano. Notai il mio telefono illuminarsi, segno che era arrivato un messaggio "Ho voglia di vederti, Zayn" rimasi sorpresa, ma decisi ugualmente di non rispondere. Aprii le ante del mio grande armadio e presi una camicetta in jeans senza maniche, con dei pantaloncini neri corti e ai piedi misi degli stivaletti dello stesso colore. Lascia i capelli sciolti, leggermente ondulati e mi misi un velo di trucco. Afferrai al volo la borsa con il cellulare e scesi le scale. Aprii la porta di casa quando una figura mi si presentò davanti. Aggrottai le sopracciglia "E tu che ci fai qui?" domandai a Zayn, ora appoggiato allo stipite della porta "Te l'ho detto, volevo vederti" si gratto il retro del collo leggermente imbarazzato "Prima il numero di telefono e ora la via di casa, sei uno stalker?" risi leggermente, chiudendomi la porta alle spalle "Ho solo chiesto in giro, tesoro" alzai gli occhi al cielo, non ero il suo tesoro. "Quindi, uhm, dove sei diretta?" domandò, giocando con il mazzo di chiavi nelle sue mani "Da mia nonna, al Central Hospital" dissi, dondolandomi sul posto. Il ragazzo in risposta si limitò ad annuire, portando poi lo sguardo altrove. Si vedeva che moriva dalla voglia di chiedermi se poteva tenermi compagnia, ma lo trovava difficile per colpa di quello che è chiamato 'orgoglio maschile', credo. Così decisi di facilitargli le cose "Ti andrebbe di accompagnarmi?" chiesi, portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio "Assolutamente" rispose subito, facendomi ridacchiare "Cioè si, certo" si ricompose, lisciandosi la maglia che indossava "Grande, andiamo con la mia o con la tua?" indicai le due auto parcheggiate. Si avvicinò alla sua range rover, per poi aprire la portiera del passeggero. Mi avvicinai, sussurrando un flebile grazie una volta seduta. Una volta partiti il silenzio cadde su di noi, rendendo il tutto un po' imbarazzante "Ti dispiace se accendo la radio?" domandai "Fai pure" si abbassò i ray ban sul naso, donandogli un'aria da cattivo ragazzo. "Amo questa canzone" dissi, ascoltando attentamente la favolosa voce di Bono

"You let me in to a conversation
A conversation only we could make
You break and enter my imagination
Whatever's in there it's yours to take"

Le parole uscirono dolci e melodiose dalla bocca di Zayn, lasciandomi sbigottita più che mai "Hai una voce da fare invidia" dissi, sbattendo continuamente le palpebre. Ero rimasta incantata. "E tu sei bella da fare invidia" ribattè, facendomi abbassare lo sguardo. Lo rialzai giusto in tempo per notare il grande edificio alla nostra destra "Siamo arrivati". L'auto entrò nel parcheggio sotterraneo dell'ospedale e, dopo essere scesi, ci ritrovammo a camminare per raggiungere l'ascensore. Spinsi il pulsante per raggiungere l'ottavo piano ma, dopo neanche un piano e giunti al -1, rimanemmo bloccati. Che cavolo era successo?

ZAYN'S POV:

L'ascensore si era bloccato, questa non ci voleva. Fin dal primo momento che ci salii, il mio corpo fu invaso dall'ansia. Perchè? Perchè soffrivo di claustrofobia. Cominciai ad agitarmi, il respiro divenne più pesante. Mi poggiai ad una sbarra. "Zayn, va tutto bene?" mi chiese la ragazza, poggiando una mano sulla mia spalla "Soffro di claustrofobia" riuscii a dire tra un sospiro e l'altro. Vidi i suoi occhi sgranarsi "Okay, non facciamoci prendere dal panico" disse mettendosi le mani tra i capelli "Cosa fai in situazioni del genere?" mi chiese gesticolando "Di solito uso l'inalatore, ma non me lo sono portate dietro" risposi sedendomi per terra, notando che il mio respiro era aumentato ancora di più "Fai dei respiri profondi" disse sedendosi accanto a me, prendendomi il viso tra le mani. Comincia a respirare più lentamente, seguendo il consiglio di Emily. La guardai negli occhi, riuscendo a regolarizzare il respiro. Fui grato della sua presenza, non so se con qualcun'altro sarei riuscito a calmarmi. "Va meglio ora?" domandò accarezzandomi i capelli "Decisamente" dissi sorridendole leggermente. Spostai il mio sguardo dai suoi bellissimi occhi alla bocca. In una frazione di secondo mi fiondai sulle sue labbra, baciandola. Inizialmente sembrò non ricambiare, poi le sentii dischiudersi permettendomi così di approfondire il bacio. L'aiutai a mettersi seduta sul mio bacino, rendendo il bacio più agevole. In quel momento la desideravo come non mai. Feci aderire meglio i nostri corpi spingendo il suo petto contro il mio. A quella sensazione un gemito lasciò le sue labbra, facendomi eccitare. Con una mano cominciai ad accarezzare le sue gambe scoperte, partendo dalla caviglia, fino ad arrivare alle cosce lisce ed abbronzate. Le strizzai con decisione il sedere, facendo scontrare la sua intimità con la mia, che crebbe con quel contatto. La vidi sorridere sulle mie labbra, forse perchè si era accorta dell'effetto che aveva su di me. Provai ad andare oltre, come l'altra sera, ma mi fermò. Ero impaziente, volevo sentirla. Alzò il leggero tessuto della mia maglietta, facendo intravedere i miei pettorali tonici ed abbronzati. Sorrise compiaciuta, poi si avvicinò al mio petto dedicandolo di innumerevoli attenzioni. Cominciò a leccare, succhiare e mordere la mia pelle, facendomi impazzire, poi la vidi fare qualcosa che mi lasciò spiazzato. Percorse tutta la lunghezza del mio petto con una mano, fino ad arrivare sotto l'ombelico. Si divertì a stuzzicarmi, facendo diventare il mio sospiro irregolare "E-Emily" dissi gemendo, stanco di aspettare. Si avvicinò alle mie labbra, baciandole dolcemente, facendo poi arrivare la mano proprio sul cavallo dei miei jeans, accarezzandolo. La strinsi maggiormente a me, forse per paura che potesse scomparire. Cominciò a mordermi le labbra, mentre con la mano premeva sulla mia erezione, che stava scoppiando contro quel tessuto che serviva solo a dividere i nostri corpi. La guardai con sguardo supplichevole, poi la sentii armeggiare con la cinta dei miei pantaloni, sganciandola e abbassando la zip. Lasciai un sospiro di sollievo quando sentii la mia erezione avere più spazio, tenuta a posto solo dai miei boxer elastici. Prontamente poggiò una mano su di essa, facendomi sobbalzare dal piacere. Con la mia mano l'aiutai nei movimenti, facendole capire come e dove volevo essere toccato, poi la lascia fare da sola "Ti faccio questo effetto, Malik?" mi chiese tra un sospiro e l'altro "Mi fai impazzire, è diverso" risposi desiderandola sempre di più. A quelle parole rese il suo tocco più intenso e veloce, mandandomi in estasi. Per soffocare i gemiti fui costretto a mordermi le labbra. Le accarezzai la schiena, alzandole la camicetta e facendola rabbrividire. I miei gemiti si fecero più intensi, il mio respiro più irregolare e i suoi movimenti sempre più vivaci. Mi abbassò i boxer quel tanto che bastava per far uscire il mio membro, facendomi sospirare e non sentendo più quel dolore che mi opprimeva. Cominciò a fare su e giù con il polso, percorrendo con la mano l'intera asta della mia intimità. Sentivo che stavo per venire, e così accadde. Il mio corpo si fece più rigido, lanciai la testa all'indietro per il piacere e un ultimo gemito uscì dalle mie labbra, che vennero poi baciate dalla ragazza. Un liquido semi-trasparente fuoriuscì dalla mia erezione, sporcandole la mano. La feci appoggiare a me accogliendola in un forte abbraccio ."Da non crederci" dissi quando il respiro mi tornò regolare, ricomponendomi. Stava ancora sopra di me quando le diedi un ultimo bacio a stampo "Ricambierò presto il favore" sussurrai, facendola arrossire "L'ascensore sta per ripartire. Ci scusiamo per il guasto tecnico" annunciò una voce elettronica. Giusto in tempo. Emily si alzò dal mio corpo, pulendosi con una fazzoletto che poi mi porse "Avrei preferito lo facessi tu, magari con la lingua" dissi, con tono malizioso. La vidi spalancare gli occhi, assumendo un aria innocente che fino a poco prima non aveva "Zayn!" rise, colpendomi un braccio. continuando a ridere uscimmo dall'ascensore, che ringraziai mentalmente per ciò che era successo. Mi avvicinai alla mora e feci intrecciare le nostre dita. Lei sorrise, arrossendo leggermente. Ci fermammo quando arrivammo davanti ad una porta, alla quale bussò. Sciogliemmo il contatto nel momento in cui varcammo la soglia "Greta!" sorrise Emily, abbracciando un'anziana donna dai tratti scuri "Emily, tesoro!" ricambiò la stretta la signora "Sei venuta a salvarmi da questo posto?" domandò, ridendo "Sai che se potessi lo farei" le strinse la mano la ragazza "Cos'hai combinato questa volta?" chiese "Oh, mi conosci, non riesco proprio a rinunciare ai dolci, zuccherino" ammise "Ma dovrai smetterla presto o il tuo diabete arriverà alle stelle" la rimproverò la mora. La donna sbuffò, per poi portare lo sguardo su di me, che fino ad ora mi ero limitato a guardare la scena da lontano "Chi è quel bel giovanotto?" domandò sorridendomi "Greta, ti presento Zayn, uhm, un mio amico" disse "Zayn lei è Greta, mia nonna" continuò la ragazza. Mi avvicinai cautamente al lettino, sporgendomi il necessario per arrivare a stringere delicatamente la mano della signora "E' un piacere conoscerla, signora" sorrisi, imbarazzato "Chiamami Greta, tesoro" il volto di quella donna era così dolce e sereno che non riuscivo a smetterla di sorridere. "Allora, state insieme?" domandò "Oh, noi... uhm?" portai lo sguardo su Emily, che aveva iniziato a ridere "Discrezione, nonna. Ne hai mai sentito parlare?" disse "Scusami, ma mi ricorda tanto tuo nonno quando iniziammo a frequentarci" ridacchiò la donna, lisciando il leggero lenzuolo con la quale era coperta. La ragazza guardò l'orologio "L'orario delle visite è quasi finito, dobbiamo andare" disse sporgendosi per lasciarle un bacio sulla fronte "Va bene, ma promettimi che tornerai insieme a questo bel ragazzo" disse aprendo le braccia, aspettando che l'abbracciassi. Guardai Emily, che mi fece segno di avvicinarmi alla nonna. "Le piaci" mi sussurrò all'orecchio, facendomi sorridere "Lo spero, Greta" risposi, per poi salutarla.

Aggiornamento speciale, perchè oggi è il mio compleanoo!

Amo Greta, questo è tutto. 

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