Era venerdì, il mio turno alla biblioteca era solo pomeridiano, quella sera decisi di andare a fare una bella passeggiata.
I marciapiedi erano ancora bagnati dalla pioggia del giorno avanti, gli alberi iniziavano a spogliarsi e questa cosa mi ha sempre trasmesso solitudine ma allo stesso tempo tranquillità, l'autunno è da sempre la mia stagione preferita, è sempre così ...riflessiva.
Camminavo ormai da un quarto d'ora quando mi imbattetti in un grosso cartellone, la scritta multicolore su di esso attirò la mia attenzione: "QUEEN , stasera live al The Champions pub, dalle 22"
Pensai che dovesse essere il pub dove dovevamo andare io e Sarah quella sera, solo noi due.
Mi mancava così tanto il rapporto che avevamo ,eravamo come sorelle, mi ha aiutato molto nei momenti più difficili, come la morte dei miei in un incidente stradale.
Ma non era il momento di stare a piangerci su, quella sera ci saremo divertite un sacco, come ai vecchi tempi, lo aveva detto lei no?
Si erano fatte le 11:30 tra un discorso e l'altro, era il momento di tornare a casa.
La mattina dopo entrai in biblioteca per il mio solito turno.
L'odore di pagine e di inchiostro mi facevano emozionare ogni volta, era un luogo così pacifico, se avessi potuto ci avrei abitato se solo non ci fosse stato un freddo artico che entrava dalle finestre più vecchie di tutti i miei antenati.
Io non ero la classica bibliotecaria rompipalle che esigeva un silenzio di tomba ma quando entrava qualche maleducato o quei ragazzini che starnazzavano e mettevano i libri in disordine di proposito, ecco in quei casi usciva fuori il demone che era in me.
A parte questo andavo molto d'accordo con le persone che entravano qui, cercavo sempre di dimostrarmi disponibile e aperta alle richieste. Conoscevo l'80% delle persone che entravano qua essendo un quartiere abbastanza piccolo. Alle volte però entravano sconosciuti e in quel momento la mia fantasia si attivava; mi piaceva immaginare la loro vita al di fuori di qua.
Quella mattina era entrato un ragazzo più o meno della mia stessa età , forse aveva qualche anno in più di me, si avvicinò al bancone e chiese:
"Dove posso trovare il reparto di Astronomia?"
Gli spiegai dove doveva andare e si avviò in quella direzione.
Mentre cercava i suoi libri mi piaceva osservarlo, doveva essere un ragazzo calmo, tranquillo e anche un po' timido, su di lui spiccavano dei nuvolosi capelli ricci e castani, aveva a un naso imponente ma comunque piacevole, da come accarezzava le pagine dei libri si capiva che studiava quella materia o che almeno ne era appassionato.
Fuori da qua secondo me portava avanti una vita come la mia, un po' monotona, senza grandi colpi di scena.
Tornò al bancone con tre libri tutti sullo stesso argomento, avevo indovinato: studiava quella materia.
"Il prestito scade precisamente tra 40 giorni, se preferisci allungare il tempo visto che ne hai tre..."
"No grazie, va bene così, arrivederci"
Prese i suoi libri sotto braccio e se ne andò fiero del suo bottino.
Erano le 17:30, chiusi la famosa porta, spensi le luci e andai a casa. Ero elettrizzata per l'uscita con Sarah.
Nonostante fosse stato molto presto mangiai un boccone al volo e mi diressi davanti all'armadio:
"Ora ce la dobbiamo vedere io e te"
Gonne mai messe, jeans nuovi, cartellini di camicie da cerimonia...di tutto e di più, ma io cercavo lui, il MIO vestito.
Era un vestito blu scuro, abbastanza lungo, con uno spacco sulla gamba, scollo agiato e maniche lunghe che finivano per allargarsi.
Lo indossai con orgoglio, neanche un generale romano dopo la vittoria era così fiero.
Mi truccai semplicemente, mi tirai su i capelli in una coda , indossai i miei orecchini e mi infilai degli stivali bianchi.
La semplicità non mi è mai piaciuta.
Mi resi conto di avere fatto eccessivamente troppo presto allora mi sedetti sul divano a leggere una rivista di musica.
La musica mi è sempre piaciuta da ascoltare, capire e vedere ma mai da impegnarmi a produrla, non ho mai avuto tempo, ma ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto.
Tra un pensiero e l'altro sentii il clacson che suonava sotto la mia finestra, era arrivata.
Scesi le scale velocemente, attraversai il marciapiede e quando vidi due figure in macchina già capii.
"Oliver alla fine non è andato a lavoro, stasera viene con noi, mica ti scoccia Violet?"
La mia faccia già avrebbe potuto rispondere al posto mio ma decisi di rispondere con un elegante e semplice:
"No"
Arrivammo al pub, ci dirigemmo al bancone e i due piccioncini in si sedettero di fronte a me ed ordinarono un drink "con due cannucce", patetici.
"Che vestito ti sei messa? Hahahaha mica è una serata di gala hahah"
I due se la ridevano.
Sarah era sempre riuscita a sminuire il mio stile o qualunque altra cosa, essendo l'opposto l'una dell'altra, ma comunque ci avevamo sempre scherzato sopra, ci eravamo sempre prese in giro.
In quel momento avrei voluto dirle che non passavamo più del tempo insieme e che non capivo perché si doveva sempre portare appresso quel bambinone cresciuto del suo ragazzo, che non riusciva a stirarsi nemmeno un paio di calzini e rimanere una sera a casa da solo.
Aveva per caso paura dei fantasmi? Io non lo sapevo, ma per non reagire in malo modo mi alzai dallo sgabello e mi diressi fuori.
"Vado a fumare una sigaretta".
Io non fumavo, quando ero più adolescente sì ma adesso non più. Fumavo solamente per stress o per evitare situazioni del genere.
Fuori c'era pieno di gente, qualcuno, si sperava, che mi potesse offrire una sigaretta.
C'era un ragazzo, capelli corvini, media statura, con una faccia insolita ma che ti catturava l'attenzione, appoggiato ad un muro, da solo.
Mi avvicinai.
"Hai una sigaretta?"
"Sì, tu invece hai da accendere?"
"Sì sì, tengo un accendino in borsa per le evenienze, non si sa mai"
Mi porse la sigaretta e fumammo l'una accanto all'altro.
"Cosa fai qui?"
Chiese lui.
"Sono venuta...da sola, per vedere la band che suona qui, si dice siano bravi"
"Hai ragione tesoro, sono una bomba"
Tirò la sigaretta a terra e si staccò dal muro, mi porse la mano.
"Piacere, Freddie"
"Violet, piacere mio"
Si diresse all'interno, quel ragazzo era strano, ma mi piaceva la fierezza con cui parlava.
Finii la sigaretta e decisi di rientrare pure io, lo spettacolo stava per iniziare, almeno ascoltavo un po' di musica e speravo che almeno quella, sarebbe riuscita a sistemare quel disastro di serata.
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"I've always looked for you"-Brian May
FanficViolet é una ragazza Londinese dal passato travagliato, nata nel dicembre del 49 e lavora da qualche anno in una modesta biblioteca della città. È proprio sul posto di lavoro che incontrerà le persone che le travolgeranno completamente la vita: un g...