La ciliegina sulla torta

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Il luogo dove alloggiavano era molto bello, era una sorta di fattoria "di lusso". Design tipico inglese all'interno ma dall'aspetto molto country all'esterno. John e Freddie mi salutarono calorosamente con un abbraccio e qualche battuta simpatica. Mi piaceva molto l'atmosfera che si respirava là dentro; era intima e piacevole, calda e dolce, quasi familiare. Anche i ragazzi si trovavano molto bene lì da quel che avevano detto. Mi chiedevo quanto distasse lo studio di registrazione da quel luogo sperduto; sicuramente dovevano prendere come minimo il van.
"Vuoi vedere lo studio?" disse Freddie.
"No dai, sarà per domani, adesso è meglio non uscire con questo tempo..."
"What? Oh...HAHAHA"
La mia faccia era visibilmente confusa, si leggeva da lontano.
"Darling, pensi davvero che lo studio sia esterno a questa fattoria? È la cosa più incredibile che troverai da queste parti, forse in tutta la provincia..."
"Cioè?"
Continuavo ad essere confusa, non capivo. Finchè Freddie non mi portò in questa sorta di scantinato, buio e freddo che però, una volta accese le luci, si trasformò in un vero e proprio studio di registrazione. Ed anche di un certo lusso ad essere onesti.
"Non ci posso credere"
Adesso la mia faccia si era mutata in meraviglia e stupore. Avevo la bocca aperta e guardavo in ogni angolo; nastri, microfoni, dischi, chitarre, strumenti, piatti, posaceneri, divani piccoli e scomodi, birra, un piccolo tavolino e...Brian.
Mi voltai, sempre con la mia faccia meravigliata, e trovai Brian sullo stipite della porta intento a guardarmi.
"Cavolo..."
"Ti piace qui?"  sogghignava.
"Sembra di essere in un vecchio film oppure in un sogno..."
Rideva.
Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e scorsi la Red Special appoggiata in un angolino.
"Ecco, lei mi mancava più di te"
"Sì sì, come no..."
"Ti giuro"  sorrisi.
Ci abbracciammo e mi dette un bacino sulla testa. Vedevamo il nostro riflesso nel vetro che separava la regia dallo studio. Eravamo proprio belli. Mi mancava davvero il suo profumo.
"A me sei mancata davvero"
Lo strinsi leggermente più forte e lui già capìche la mia risposta in un altro linguaggio sarebbe stata "Anche a me, un sacco".
***
"Cough, cough..."
Girammo la testa in sincronia; Freddie era seduto su uno di quei piccoli divani e si era acceso una sigaretta. Aveva osservato tutta la scena in silenzio fino a quel momento.
"Siete davvero dolci ma adesso Violet fai questa cosa per me..."
"Cosa?"
Nel frattempo dal piano superiore Roger chiamò Brian, che salì le scale e tornò in salotto.
"Vai dall'altra parte del vetro"
"Perché?"
"Canta"
"HAHAHAHAHA...davvero simpatico da parte tua"
"Come onnn"
"Ma dai Freddie, se vado di là e mi metto a cantare è probabile che quel vetro lo rompa"
"Ti prego, è per fare due cazzate...vai di là"
Cercò di fare una faccia come ad "occhi dolci", non era molto bravo.
Sogghignai.
"Ecco adesso ci vai solo perché hai riso..."
Si alzò in piedi e tra spintine e spintoni, mi trovai chiusa dall'altro lato. In particolare, senza nessun motivo.
Freddie accese il microfono mio e il suo, collegato all'altoparlante dello studio.
"Bene adesso vedi di tirare fuori qualcosa"
"Ma cosa?"
"Una strofa, non importa che tu sia intonata"
"Ma che senso ha?"
"Patetica...spara"
Alzai gli occhi al cielo e mi misi a pensare a qualsiasi cosa. Avevo la mente totalmente vuota. Buio totale.
Abbassai gli occhi e guardai a terra. Mi guardai poi attorno. Cianfrusaglie di ogni genere, tendoni, cuscini, coperte, strumenti, tutto assieme. Su un piccolo tavolino era presente una bottiglia vuota di champagne.
"Chi ha bevuto quel Möet & Chandon?"
"Vai avanti..."
"Freddie stavo solo facendo una domanda..."
"Te non ti preoccupare, non ti risponderò, ascolterò solo quello che dici e me lo appunto"
Forse ho capito cosa aveva idea di fare. Voleva scrivere una canzone con le mie parole. Tutto così casuale. Freddie è pazzo. Lo amo.
Iniziai a divertirmi solo all'idea.
Un cuscino era rivolto a terra; lo alzai e lo posizionai su uno sgabello, sopra di quello c'era una foto di Maria Antonietta. Corsi al microfono.
"Let them eat cake..."
"Stupenda questa, vai avanti"
La situazione degenerò. Iniziai a sparare le cose più casuali che mi venissero in mente.
Iniziai a sparare a raffica:
"Caviar with cigarettes"
"Killer"
"Gelatine"
"Laser beam"
"Baroness"
"China"
"Fastidious"
Ad un certo momento in un cesto trovai addirittura delle orecchie da gatto.
"Pussycat"
Continuai.
"Gas"
"Ho le ultime due Freddie: wild e appetite"
"Tesoro..."
Suspence
"...Sei stata STUPENDA!!"
"Io mi sa di aver capito le tue intenzioni sai...non so che canzone puoi tirare fuori a tutto ciò, spero di averti messo in difficoltà"
"A me? Honey non scherzare. Tiro fuori ciò che voglio da dove voglio e da chi voglio..."
Lo vidi fare un occhiolino al di là del vetro.
Scossai la testa divertita.
***
Tornammo di sopra, gli altri si stavano rilassando in salotto, tutti tranne John, sembrava un po' stressato.
"Hey Deaky che fai?"
Mi sedetti al suo fianco sul divano e vedo che stava sfogliando nervosamente alcuni spartiti.
"Sono completamente impazzito...l'altro giorno avevo preparato...adesso è sparito"
"Hai perso uno spartito?"
"Ho perso LO spartito, avevo creato un riff da urlo e averlo perso mi fa incazzare da morire"
Continuava a sfogliare nervosamente quei fogli quando Freddie se ne uscì dal bagno.
"Sai John questo riff non mi convince, forse si però mh..."
A queste parole di saltó in piedi furibondo.
"Punto 1: non toccare la mia roba soprattutto gli spartiti, Punto 2: se lo devi fare chiedi perché sai che tengo all'ordine delle mie cose, Punto 3: non ti convince? È spaziale amico mio."
Roger sogghignó seduto affianco a Brian sull'altro divano e emise un suono a presa in giro.
"Roar"
John si voltò e lo fulminò con uno sguardo, Roger alzò le mani.
Brian spezzò tutta l'aria di tensione:
"Passa qua Deaky fammi dare un'occhiata al riff"
Brian prese il foglietto ed iniziò ad immaginarsi il ritmo nella testa, batteva i piedi a tempo ma noi, o almeno io, comuna mortale non riuscivo minimamente a capire un singolo istante.
"Secondo me spacca, faccelo sentire al basso"
"Secondo me non è granché"
"Freddie un attimo, lascialo fare, ascolta"
Freddie incroció le braccia e aspettò che John tornasse dallo studio con il basso. Si sedette sul divano ed iniziò a tirare fuori il riff.
Il suono del basso riempí la stanza, le note vibranti e piene di energia. John era completamente immerso nella sua musica, ogni movimento delle sue dita era preciso, come se il basso fosse un'estensione del suo corpo. Il riff era semplice ma ipnotico, con una melodia accattivante che sembrava avere vita propria. Ogni nota si allacciava alla successiva in una sequenza perfetta, creando un groove che mi faceva muovere inconsciamente i piedi a tempo.
Guardavo Brian annuire lentamente, il suo volto serio mentre ascoltava attentamente, seguendo con gli occhi i movimenti di John. Anche Roger, che inizialmente aveva scherzato, ora sembrava più attento, con lo sguardo fisso sul basso, mentre Freddie osservava tutto con le braccia incrociate, ma senza il solito sarcasmo.
Quando John finì di suonare, nella stanza caló un silenzio carico di aspettative. Brian fu il primo a parlare.
"É davvero potente, Deaky. Ha qualcosa di unico, ha un groove che spinge davvero."
Poi, guardando Freddie, aggiunse:
"Credo che tu debba riconsiderare quel 'non è granché', Fred."
Freddie rimase in silenzio per un momento, guardando il pavimento come se stesse riflettendo. Poi sollevò lo sguardo e disse:
"Okay, Okay. Hai ragione, Brian. È un riff di cui possiamo fare qualcosa di interessante. Forse ero troppo svelto a giudicare."
John annuí, visibilmente sollevato.
"Grazie,ragazzi. Avevo bisogno di sentire che non era solo nella mia testa."
Freddie si avvicinò a John, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
"Se c'è una cosa che ho imparato, Deaky, è che se qualcosa sta a cuore a te così tanto, vale sempre la pena di dargli una chance. Quindi Let's get it started."
"Già, mettiamoci al lavoro"
Confermó Brian, riprendendo in mano la Red Special.
"Abbiamo qualcosa di buono tra le mani"
Mentre si preparavano a lavorare su quel riff, sentii la tensione che c'era stata poco prima dissiparsi, sostituita dall'energia creativa che spesso alimentava il gruppo. Ero affascinata e provavo rispetto per loro, sentendo un calore avvolgermi. Ero in mezzo a un processo magico, dove piccole idee si trasformavano in capolavori grazie alla passione e al talento di quei quattro.
Poco dopo, ci rendemmo conto che la serata stava volgendo al termine. Freddie, con il suo solito modo teatrale, si stese sul divano con un sospiro esagerato.
"Abbiamo fatto abbastanza per oggi.  Domani possiamo affinare questa piccola meraviglia."
"Giusto"
Disse Roger, che sembrava già pronto a rilassarsi.
"E magari possiamo anche vedere cosa Freddie riesce a tirare fuori dalle parole di Violet. Chissà, potrebbe essere la prossima grande hit, o l'ennesima cazzata di Freddie."
Risi, scuotendo la testa.
"Non sono sicura di come quelle parole possano diventare una canzone...ma con voi, non si sa mai."
Freddie mi fece un occhiolino, già con mille idee che gli giravano per la testa.
"Oh, darling, fidati di me. Vedrai, sarà qualcosa di epico."
La serata si concluse con tutti noi più rilassati, seduti attorno al fuoco a chiacchierare e ridere, dimenticando per un momento le pressioni del successo. In quella fattoria lontana da tutto, c'eravamo solo noi.
***
Dopo aver passato una serata piacevole, si avvicinò l'ora di andare a letto. Gli altri, stanchi ma soddisfatti, iniziarono a ritirarsi nelle loro stanze. Freddie e Roger avevano già preso la loro parte della casa, scegliendo due camere vicine, lasciando John e Brian a sistemare alcune cose nello studio. Brian, notando il mio sguardo indeciso mentre esaminavo i luoghi disponibili per dormire, mi fece un sorriso affettuoso.
"Hey, se vuoi, puoi dormire nella stanza con me. La camera è piuttosto spaziosa e c'è un letto matrimoniale, quindi non avrai problemi di spazio."
Gli altri, rendendosi conto di cosa stava succedendo, non poterono trattenere le battute.
Freddie, con il suo tipico umorismo, esclamò:
"Beh, sembra che Brian abbia un piano per la notte. Buon divertimento, ragazzi!"
Roger, non volendo essere da meno, aggiunse con un sorriso malizioso:
"Assicurati di non suonare la chitarra troppo forte, Bri"
John, ridendo, semplicemente disse:
"Spero che la Red Special non venga coinvolta."
Arrossii, ma non potendo fare a meno di ridere, seguii Brian verso la sua stanza. Una volta entrati, chiusi delicatamente la porta alle spalle e mi lasciai cadere sul letto matrimoniale. Brian mi raggiunse poco dopo, con un'espressione serena e affettuosa.
"Mi sembra che la serata sia stata perfetta"
Dissi, avvicinandomi a lui.
"Sí, è stato davvero speciale,"
rispose lui, mentre mi abbracciava teneramente.
"E questa è la ciliegina sulla torta."
Brian iniziò a baciarmi appassionatamente, scendendo sempre più verso il basso, passando per il collo, il seno, la pancia e l'inguine.
Ero completamente immersa nel momento, il contatto delle sue labbra contro la mia pelle era confortante e avvolgente. Mi iniziò a spogliare delicatamente. Le sue mani nel farlo iniziarono a percorrere il mio corpo con tocchi leggeri, esplorando ogni curva con una delicatezza che rifletteva il suo profondo rispetto per me. Ci palpavamo con desiderio e furore, ogni gesto sembrava espressione di quanto ci tenessimo l'uno all'altro.
Con movimenti lenti e sicuri, Brian decise di scendere sempre più sotto con i suoi baci, iniziò a massaggiarmi nel modo più eccitante che io abbia mai provato. La mia testa si contraeva all'indietro ed io gemevo delicatamente. Decise di prendere le mie mani e di intrecciarle con le sue per evitare che stringessi il copriletto.
La sua bocca tornó sulla mia.
Era il mio turno. Cercai un modo per far comprendere a lui quello che volevo fare. Lo invitai ad alzarsi. Mi trovai a sedere sul bordo del letto, lui di fronte a me, in piedi, che si toglieva la maglietta.
Portava una cintura di pelle.
Iniziai a sbottonare la cintura ed i suoi jeans, lui contribuiva.
Il jeans era stato abbassato i suoi boxer erano di colore grigio scuro e potevo percepire anche allo sguardo quanto fosse eccitato.
Iniziai a massaggiarlo, con movimenti repentini, accompagnando tutto ciò con qualche bacio posato su quei boxer.
Glieli calai delicatamente e lo guidai verso il piacere.
Le sue carezze sulla testa e ai miei capelli accompagnarono il mio movimento, finché soddisfatto non mi spinse con leggerezza sul materasso.
Lui era sopra di me, la nostra carne era vicina. I nostri respiri si sincronizzavano mentre le nostre bocche si cercavano in baci profondi e intensi. I suoi baci si facevano più intensi e appassionati, ed io ricambiavo con altrettanto fervore, sentendo il nostro legame crescere sempre più forte
Sentii la sua posizione trovare base sui gomiti, avvolse la mia testa con le sua mani enormi e mi guardò intensamente negli occhi.
Annuì in cerca di risposta, annuii a mia volta. Ci eravamo intesi.
Il mio corpo ebbe un leggero sussulto.
Ogni movimento era ritmico e i miei gemiti si univano al suo respiro affannato nel mio orecchio. Stringevo i suoi folti capelli ricci e lo invogliavo così ancora di più.
Presi la sua testa tra le mani e lo guardai con la mia testa poggiata sulla sua, per poi baciarlo.
Una volta raggiunto il culmine ci sdraiammo l'uno accanto all'altro, con un leggero fiatone ma con il sorriso stampato sul volto.
Mi voltai e lo guardai, lui fece lo stesso. Fu lo sguardo di complicità più intenso che avessi mai visto, un'intesa che trasmetteva chiaramente tutto.

"I've always looked for you"-Brian MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora