Reparto 32

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La serata era andata uno schifo fino a quel momento, i miei "amici" con cui ero andata al pub mi avevano lasciato da sola.
Non avevano preso bene la mia reazione? Si sarebbero dovuti fare due domande.
Volevo passare una serata con Sarah, non con Sarah e Oliver.
Mi voltai verso il bancone dove gli avevo lasciati, ma non c'erano più, si erano diretti all'auto?
Feci finta che non mi interessasse .
Volevo solo godermi lo spettacolo.
"Ladies and gentlemen, fate un grande applauso per la band emergente migliore dei borghi londinesi....QUEEN!"
Entrarono uno ad uno. Prima il batterista, poi il bassista, poi....il ragazzo dell' astronomia?
Mi ero dannatamente sbagliata stavolta, la sua non era affatto una vita monotona e senza niente di speciale.
Ma la voce del gruppo?
Dov'era? Tutto era buio, avevano spento tutte le luci, forse riuscivo a vedere qualcosa.
Si accese una luce diretta sul cantante, ma.... quello era....il ragazzo della sigaretta! Freddie!
Aver conosciuto due membri di una band senza nemmeno sapere che lo fossero dovrebbe essere un record.
Mi aveva stupito maggiormente vedere "il ragazzo dell'astronomia" su quel palco che dell'altro, Freddie, perché non avrei mai immaginato che una persona così pacata e calma potesse riuscire ad impugnare una chitarra su un palco, davanti a tantissime persone. Era pure bravissimo, faceva uscire delle note che messe assieme riuscivano a formare una melodia così sublime.
Imparai che la vita di un estraneo non si poteva giudicare dall'esterno.
Freddie aveva una voce unica, ruvida ma liscia e bastava guardarlo sul palco per ricordarsi di lui.
Andava a destra, poi a sinistra saltava, gesticolava ma soprattutto come si atteggiava.
Pareva una diva, mi viene da dare una definizione al femminile perché era l'unico modo per poter descrivere a pieno il suo atteggiamento.
Mi piacevano molto quei ragazzi.
Mi piaceva il loro uscire dagli schemi, ma prima di tutto mi piaceva la loro musica.
Lo spettacolo andò avanti per circa 3 ore, per tutta la durata del loro concerto non mi annoiai mai.
Ma purtroppo c'era stata una fine anche a quello.
Sarah e Oliver, se ne erano ormai andati, mi avevano lasciato da sola, ma non mi interessava; preferivo trovare un passaggio da uno sconosciuto oppure fare tutta la strada a piedi, piuttosto che entrare in macchina con due piccioni smielati che parlavano solo di quanto fosse perfetta ed armoniosa la loro relazione.
Mi facevano venire il diabete.
Insomma però, adesso dovevo in tutti per forza trovare un modo per tornare a casa.
Riuscii a trovare posto in un van pieno di capelloni con una canna in bocca, sarei arrivata a casa o mi sarei ritrovata dall'altra parte della città?
Per fortuna riuscii a tornare a casa anche abbastanza veloce.
Mi spogliai e andai in bagno per togliermi il trucco.
Mi ero messa il mascara regalato da Sarah per natale.
Già, Sarah. Mi aveva deluso molto quella sera. Sembrava che lei non si accorgesse che non stavamo mai assieme, da sole.
Non volevo pensarci su, altrimenti quella serata sarebbe finita con un bel pianto assieme ad un barattolo di gelato alla vaniglia.
Andai a letto sognando ancora lo spettacolo di quei 4, mi erano rimasti impressi nella mente.
Il sole stranamente splendeva la mattina dopo, anche se con qualche nuvola, ma ci accontentavamo.
Mi diressi a lavoro con una strana voglia e allegria.
"Buongiorno signorina, dove si trovano i libri di cucina?"
Chiese Rosemary, una veterana di quella biblioteca.
Nonostante tutti gli anni che veniva qui, continuava a dare del lei a tutti i dipendenti.
"Buongiorno, venga con me, sono al piano di sopra, reparto 56"
Salimmo le scale e dall'alto osservavo quante persone, stranamente, erano in biblioteca quella mattina .
"Ecco il reparto signora se ha bisogno di altro basta che mi chiami"
Mentre scendevo i gradini notai un chioma che sbucava tra gli scaffali.
L'avevo riconosciuto era lui.
Si trovava nuovamente nel reparto 32, "Scienze della Terra".
Mi avvicinai di soppiatto, quel ragazzo aveva un che, non so, che mi intrigava a tal punto da conoscerlo.
"Di nuovo qui?"
Dissi scherzosamente.
"So che non si possono prendere più di 4 libri alla volta, infatti ti ho riportato già gli altri 3"
"Tranquillo, poi qui il massimo è di 7 quindi..."
"Ah, non lo sapevo, potevo leggerli anche con più calma allora..."
Disse sorridendo leggermente ma abbastanza affinché gli escano due delicate fossette attorno alla bocca.
"Quindi il chitarrista della band emergente di Londra ha una passione per l'astronomia"
"Astrofisica in realtà, ma tranquilla, pochi ne conoscono la differenza"
Ridemmo leggermente entrambi.
Quel ragazzo era interessante.
Mi allontanai perché nel frattempo la signora Rosemary aveva già scelto il libro da prendere e si trovava di fronte al bancone.
Le segnai il prestito e la salutai.
Continuai nel frattempo ad osservare quel ragazzo tra gli scaffali, il modo in cui toccava le copertine mi faceva sorridere.
Sentii aprire la porta, grazie al suo unico cigolio frustrante.
"Brian, dobbiamo andare, smettila di cercare libri sull'oroscopo"
Urlò un biondino che avevo come l'impressione di aver già visto da qualche parte.
"Scusa, potresti evitare di urlare, sai, siamo in una biblioteca" 
Dissi leggermente alterata.
"Si, scusami, hai mica visto un ragazzo alt...."
"Eccomi Roger, che cazzo urli in una biblioteca, lo devi scusare"
Era lui, il chitarrista, infatti, solo successivamente, avevo riconosciuto che l'altro era il batterista.
"E poi lo vuoi capire che non credo nell'oroscopo ma io leggo libri di astrofisica, sono due cose diverse"
"Sempre cazzate sono"
Risi davanti a quella scena comica. Sembravano una vecchia coppia di sposi.
Entrarono altre due persone dalla porta, erano gli altri due membri della band: Freddie e ...
"John e io è un quarto d'ora che aspettiamo in auto, cosa state facendo? abbiamo le prove a casa di John"
Firmai il prestito per Brian, finalmente sapevo come si chiamava.
Freddie si zittì da un momento all'altro, stava fissando me che in tutto ciò ero rimasta in disparte a guardare quella piccola ma divertente discussione tra di loro.
"Io ti ho già vista, sei la ragazza del pub, quella che mi ha dato l'accendino"
"Eh già, sono io"
"Adesso hai capito perché ero così convinto della bravura della band"
Disse mostrando un largo sorriso, un sorriso alquanto particolare ma spontaneo.
"Eh beh, fai bene, siete veramente molto bravi, mi siete piaciuti tanto"
"Grazie" dicono i quattro all'unisono.
"Che ne dici se domani sera vieni a cena con noi?"
Esordì così Freddie creandomi anche un certo imbarazzo.
John si avvicinò al suo orecchio
"Freddie ma non la conosciamo nemmeno, doveva essere una cosa tra di noi"
"Non mi interessa, questa ragazza mi piace, vieni o no?"
Io avevo gli occhi spalancati dietro al bancone, non sapevo cosa dire, dovevo andarci?
Non li conoscevo nemmeno.
"Tranquilla se non sai come venire passa Brian a prenderti"
Brian spalancò gli occhi in una faccia, giustamente, incredula.
Iniziai a prendere in considerazione l'opzione di andarci, in fondo non avevo mai da fare niente, potevo divertirmi per una sera.
"Va bene, vengo, quindi davvero mi passate a prendere? perché purtroppo non ho l'auto"
"Certo, dicci dove abiti, tanto Brian non ti dispiace vero?"
Disse Freddie voltandosi.
"No..."
"Ottimo"
Nel frattempo avevo scritto su un biglietto il mio indirizzo che avevo consegnato a Freddie.
Ci salutammo, uscirono dalla biblioteca bisbigliando tra di loro.
Non riuscivo ancora a credere di aver accettato, erano fondamentalmente degli sconosciuti, sconosciuti simpatici certo, ma pur sempre tali.
Avrei passato una serata diversa dal solito.
Lo avevo detto anche la sera prima, ma alla fine era stato un totale disastro.
Erano le 18:00, chiusi la biblioteca.
Mi fermai ad un bar per comprare un qualcosa da mangiare per cena.
Quella giornata, dovevo ammetterlo, era stata molto confusionaria, però almeno avevo guadagnato qualcosa, non mi riferivo tanto alla cena, quanto al suo nome: Brian
Anche mio padre si chiamava così infatti so che è un nome derivante dal Celtico e significa "alto" in senso di nobile.
Se fosse stato in senso letterale avrebbe avuto più senso, è molto alto.
Non volevo entrare in fissa con qualcuno che nemmeno conoscevo ma lui mi sembrava così...bravo che avrei potuto dargli un abbraccio anche se era la prima volta che lo vedevo.
Forse sembravo un po' psicopatica.
Vabbè, nel dubbio incrociavo le dita per il giorno dopo.

"I've always looked for you"-Brian MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora