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"Si può sapere dove state andando?" chiesi ai miei due fratelli, ma nessuno dei due rispose "Se ne sono appena andati con Spider e voi andate in giro? Uno e Due tornate subito qui!"
Salii subito sul mio Ikran e inseguii Neteyam e Lo'ak fino a superarli. Mi misi davanti ai due e ordinai di andare da Jake e Neytiri e cosi fecero. A destra cera Neteyam e a sinistra io, Lo'ak era al centro così che potessimo controllarlo meglio. Quest'ultimo era il più casinista, diciamo che molte volte mi prendevo io la colpa dei suoi disastri per far si che le sue punizioni non andassero oltre al non volare per due o tre giorni.
Arrivammo a casa e scendemmo dai nostri Ikran per poi avviarci nostri genitori.

Io non sono la loro figlia biologica ma mi hanno sempre trattato come se fossi sangue del loro sangue come hanno fatto anche con Kiri e Spider. Quest'ultimi chiamavano Jake e Neytiri mamma e papà ma io non me la sono mai sentita di farlo. Sentivo che se lo avesai fatto avrei tolto qualcosa a tutti gli altri miei fratelli. Non ero nemmeno figlia di qualcuno che conoscevano ma nonostante ciò mi avevano accolta senza pensarci due volte come hanno fatto anche con Kiri e Spider ma con l'unica differenza che conoscrvano i loro genitori. Provo un enorme stima e tantissimo rispetto per coloro che mi hanno offerto casa e rifugio.

Appena arrivati fuori dalla capanna sentimmo i nostri genitori che stavano discutendo. Anche Tuk e Kiri si erano fermate fuori ad ascoltare non so da quanto tempo
"Capisci che quello che mi stai chiedendo è impossibile!? Il popolo ha bisogno di noi! Pensa ai ragazzi! La foresta, tutto cio che conoscono, tutto ciò che per loro è importante!" strillò la na'vi
"Neytiti, stanno cercando noi! Se stiamo qui metteremo tutti in pericolo!" rispose Jake "Dobbiamo andare via! Da qualunque parte, ma non possiamo rimanere. I ragazzi e il popolo saranno al sicuro! Se ci ostiniamo a stare qui mettiamo tutti in una situazione scomoda! Dobbiamo andare via"
Si sentirono dei singhiozzi e poi delle rassicurazioni. Jake stava consolando Neytiri, che poco dopo si rassegnò dando ragione al marito.

I due uscirono dalla capanna e ci videro tutti e cinque seduti a terra, guardando verso il basso e con un'espressione triste sul volto.
"Quindi dobbiamo andarcene?" chiese Tuk. Anche se è piccina non ci mette molto a capire le cose.
"Mi dispiace" nostra madre ci venne incontro e ci abbracciò piangendo.
"Neytiri..." "Mamma..." dissimo io e Kiri all'unisono, facendola sorridere.
"Ragazzi, preparate le vostre cose e quelle delle vostre sorelle, Tuk e Kiri vengono con me invece" disse autoritario, come al solito, Jake.

Le mie due sorelle andarono con il padre a fare, da quello che avevo capito, un corso accellerato alla sopravvivenza e all'utilizzo dell'arco mentre io, i miei fratelli e Neytiri preparammo in una cesta le cose più importanti da portare in viaggio. Si fece sera e come al solito, ci ritirammo per l'ultima volta in casa. Io andai subito in camera mia, scocciata dall'idea di abbandonare tutto ciò in cui sono vissuta.

Neytiri non si fece aspettare ed entrò nella stanza con mio fratello maggiore dicendo che noi due siamo quelli più insicuri sul fatto di andare via da questa terra e sicuramente aveva ragione.
"Anche a me non va giù tutto ciò, ma dobbiamo farcelo andare bene..." ammise mia madre adottiva con occhi pieni di tristezza.
"Perché vogliono proprio noi? Perché non qualcun'altro? Che vogliono? " chiese il ragazzo seduto accanto a me con la testa tra le mani
"Esatto, non possono semplicemente dirci cio che vogliono da noi" domandai con le lacrime che stavano per scorrere sulle mie guance. Mio fratello mi abbracciò.
"Oh... Figli miei, vorrei saperlo anche io ma probabilmente ne siamo già a conoscenza" sospiró
"Vogliono farci fuori uno ad uno, iniziando da Jake" sputai acida
"Sai che puoi chiamarlo papà, T/n" disse Neteyam mentre Neytiri si avvicinò a noi per abbracciarci
"E te sai che mi sento come se ti, anzi vi, togliessi qualcosa che avete di diritto" piansi
"State qui ancora un po ma poi ognuno nella propria stanza a riposare. Domani mattina si parte" nostra madre si alzò ed uscì dalla camera ma subito dopo entrò Kiri sbadigliando, seguita da Tuk.
Ci rivolsero un sorriso comprensivo e si sdraiarono ognuna sulla sua amaca pronte a dormire, anche se a fatica.

Io e mio fratello uscimmo dalla stanza e vedemmo che stavano tutti cercando di addormentarsi quindi uscimmo direttamente dalla capanna.
"Aria fresca" pensai

"Sai, a volte stare fuori dalla tenda fa bene, ti chiariace le idee" disse a bassa voce Neteyam
"Già..." sospirai "molte volte mi arrabbio per nulla ed esco per pensare, anche se non sto qui fuori" sussurrai "seguimi"
"T/n!" gridò mantenendo un tono di voce molto lieve "Dove vai?"
Feci segno di seguirmi.
Camminammo per un po', ma ne valse la pena. Alcuni minuti dopo arrivammo in uno spazio circolare senza alberi, attorno si trovavano molti funghi luminosi e da lì si potevano guardare le stelle, senza foglie che ne coprivano la visione.

"Wow..." disse sussurrando mio fratello maggiore "non ci ero mai stato qui"
"Quando non mi si trova in giro sono qui a riflettere o a liberare la mente" parlai guardando negli occhi Neteyam. Mi sdraiai sull'erba che mi solleticava la schiena e battei la mano sul terreno un paio di volte per chiamarlo a farmi compagnia.
Iniziammo a parlare di cose stupide e demenziali, prendemmo in giro Lo'ak scherzosamente, ricordando quando da piccolo si era incastrato con i capelli tra le punte delle foglie di un cespuglio, poi ricordai a mio fratello che pure lui però non sapeva gestire i suoi capelli e quando era bambino continuava a ritrovarseli in bocca.
"Parla quella che è caduta di faccia nel laghetto" mi disse per ripicca ma ribattei dicendo che non ci azzeccava nulla con quello di cui stavamo parlando. Era da troppo tempo che non parlavamo così, mi mancavano le nostre gare a ricordare più momenti divertenti.

Siamo sempre stati due tipi che tra di loro non avevano vergogna di nulla, eravamo un libro aperto l'uno per l'altra. Non c'è mai stato imbarazzo ne nei discorsi ne nelle dimostrazioni d'affetto. Capitava di abbracciarci a caso e nessuno dei due lo riteneva strano, ci facevamo il solletico fino a piangere dal ridere e implorare di smettere ma sempre senza imbarazzo nel contatto. Molti miei amici, invece, non hanno un rapporto del genere con il fratello o la sorella e non ne capisco il motivo. Ho sempre pensato che avere un bel rapporto con almeno un fratello fosse la cosa più bella del mondo. Ti fa da migliore amico, hai una spalla su cui piangere quando non riesci a sopportare più nulla, hai una persona a cui raccontare tutto, e invece molti considerano il rapporto fraterno come qualcosa di fin troppo superficiale.

Pian piano i discorsi andarono a diminuire e rimanemmo a guardare le stelle che splendevano in cielo. A furia di mantenwre il silenzio e guardare i corpi celesti mi addormentai sul prato e penso che anche Neteyam fece la stessa cosa dato che nessuno mi svegliò fino la mattina.

Non senza di te -Neteyam X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora