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Ci eravamo seduti sulla sabbia con i piedi nudi che venivano bagnati dalle onde d'acqua salata. Pensavamo a noi, alla noatra famiglia, alla situazione in cui ci eitrovavamo.
Avevamo paura senza Neteyam, era il più grande tra di noi, era lui che ci aiutava la maggior parte delle volte.

Non ci stavamo partando e neanche ci stavamo guardando per capire cosa provassimo decufrano le espressioni che apparivano sui noatri volti, gli occhi erano eivolti verso l'orizzonte e il pensiero era chissà dove.

Era tutto calmo, dopo tutto il trambusto che c'è stati ci meritavo tutti un po si calma anche se  personalmente, io non riuscivo a darmi pace e smettere di pensare al corpo del Na'vi che amavo disteso sulla roccia senza vita che poco prima mi aveva detto di prendere la collana che aveva adsoaao in quel momento. Voleva la tenessi io e così è stato.
Soreido toccando il dono che mi ha fatto. La porterò per sempre con me se questo vuol dire rendergli onore e gloria. Potrà essere pure passato a miglior vita ma nella mia testa lui rimarrà sempre con me.

Nella tranquillità più totale, ad un certo punto, sentimmo dei passi veloci e agitati. Lo'ak si girò di scatto mentre io rimasi a guardare le stelle e ruotai solo la faccia verso il rumore. Qualunque cosa fosse stato non mi avrebbe stupita più di tanto.

Dopo poco una voce. Tsireya mi chiamava, il suo respito era affannato e la voce le tremava. Sembrava aver visto un fantasma o qualcosa di tremendamente terrificante.

Mi alzai subito vedendola in uno stato di panico abbastanza evidente e le chiesi cosa fosse successo ma l'unica risposta che ricevetti fu essere strattonata da lei ripercorrendo la strada che avevamo fatto per arrivare qui.
Anche mio fratello minore stava facendo la stessa mia fine, venendo trascinato dalla sua 'amica che voleva diventasse più di un amica".

Durante il tragitto cercava di spiegarmi cosa fosse successo ma il vento che sibilava nelle mie orecchie e il suo parlare sconnesso mi impedivano di capirci qualcosa. Sicuramente c'era roba che dovevo sapere ma non capito di cisa si trattasse. Non capivo nulla.
So solo che per un attimo riuscivo a non pensare a colui che vedevo e vedo tutt'ora.

Eravamo arrivati e davanti a me si stava presentando uni scenario che mai avrei potuto immaginare di vedere... I miei occhi erano spalancati, non avevano intenzione di chiudersi. La bocca semiaperta per lo stupore del momento, da cui non usciva nemmeno una lettera. La fronte che presentava delle piccolissime rughe causate dallo stupore. Le gambe tremavano e nello stomaco tutto si stava ribaltando. Le mie mani che da molli diventavano rigide in saldi pugni iniziarono ad aprirsi e a strizzare e strofinare le mie cosce.

Non potevo redere a quello a cui stavo assistendo personalmente.

Le lacrime ricominciarono a rigare le mie guance  e le mie labbra tremavano alla sola vista di ciò che avevo davanti.
Non potevi crederci. Eywa mi aveva acoltata, eywa ha accolto le mie preghiere e le mie suppliche.

Lui era lì. Neteyam era lì davanti a me. L'acqua gli copriva l'inguine mentre il suo petto era fuori da quel liquidi saporito e sapido. Le sue lunghe treccioline erano bagnate e le gicce gli stavano scendendo per tutto il corpo spogio per poi ricongiungersi da dove erano arrivate.

Mia madre piangeva, mio padre anche e Kiri e Tuk non stavano indietro nell'imitarli. Anche Lo'ak stava Piangendo, lo sentivo singhiozzare accanto a me.

Gli strofinai una mano sulla testa. Il resto del mio corpo era bloccato a guardare quel l'incantevole spettacolo che non credevo avrei mai potuto vedere. Stavo assistendo alla cosa che più desideravo, che più volevo. Ormai avrei potuto morire sul posto, ero felice. Mi bastava questo.

D'un tratto qualcosa in me si accese e di colpo iniziai a correre fino al bagnasciuga per poi immergere le mie gambe nell'acqua e andare verso Neteyam. Avevo bisogno di abbracciarlo, avevo bisogno di lui. Lo volevo per me in quel momento e dopo aver capito finalmente che era lui che sarebbe diventato la persona più importante della mia vita mi sono svegliata. Avrei dovuto dirglielo, a tempo debito però.

Non mi importava se era senza vestiti, io dovevo farlo, io dovevo sentirlo. Mi buttai addosso a lui e lo abbracciai non curandomi del suo corpo spoglio. Le sue braccia mi acciglievano aperte e io non feci altro che fiondarmici dentro.

Cazzo Eywa... Sarò grata ancora di più alla grande madre dopo questo.

Neteyam scoppiò in una risata liberatoria, senza preoccupazione, leggera. Io sorridevo vedendolo così spensierato mentre la mia testa si nascondeva sui suoi pettorali e il suo mento si appoggiava ad essa. Le sue mani passavano delicate sulla mia schiena in un dolce abbraccio e io gli vinvebo la vita con le braccia.

Poco dopo Jake venne di fianco a noi e porse a Neteyam dei vestiti, io mi girai e anche i Metkayna e la mia famiglia fecero lo stesso per lasciare a quel poveretto appena risorto dalla morte lo spazio per vestirsi.

Intanto io e mio padre uscimmo dall'acqua e tornammo da Neytiri, che aveva in braccio Tuk, e i miei fratelli. Mia madre mi mise un braccio attorno alle spalle.
«Appena sarete soli parlagliene»
Io annuii soltanto.

_angolo autrice
Raga è il penultimo capitolo mi viene da piangere

Non senza di te -Neteyam X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora