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Andai lentamente in soggiorno, con il braccio di Calum sulle spalle a rassicurarmi, che sarebbe andato tutto bene.
Mi fermai sulla soglia della stanza sotto lo sguardo di tutti.
"Se vi va potete restare" pronunciai quelle parole con un tono strano quasi freddo.
Però dietro a quella freddezza nascondevo un certo sollievo.
Forse sbagliavo.
Forse no.
Sarebbe stato meglio ignorarci a vita?
Fare finta che nulla sia successo?
Quelle furono le domande che frullarono nella mia testa la notte seguente, quando ormai i ragazzi se n'erano andati per portare nella loro futura casa, le valigie.

Stockholm syndrome || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora