Presto arrivò l'ora di pranzo. Ma non avendo fame,mi diressi nel cortile della scuola. Mi sedetti sulla mia panchina. Mia perché posta sotto un albero morto. Mia perché buia, ombrosa, propio come me. Con mio rimpianto notai che poco più lontano da me, Irwin, Clifford e il ragazzo nuovo, se ne stavano poco più in là, fumando delle sigarette. Tentai di andarmene senza dare nell' occhio, ma invano, poichê la mia solita sfiga mi fece inciampare su una radice. Caddi per terra, e subito gli avvoltoi si avvicinarono a me.
"Anise" la voce gelida, del più stronzo di tutti.
"Ashton" dissi. La voglia di ribellarmi a tutto ciò mi divorava le ossa.
"Sai, ogni giorno che passa diventi sempre più odiabile." Affermò lui guardandomi male, e facendo schioccare le nocche.
"Sai, ogni giorno che passa diventi sempre più stronzo." Risposi a tono. E me ne pentii subito. Sotto lo sguardo divertito di Clifford, e impassibile di Lucas, mi prese per il colletto della maglietta e mi sbattè violentemente contro l'albero. Un dolore acuto, ma già conosciuto, si irradiò per tutta la mia schiena.
"Non devi provarci mai più a controbattere, brutta troia!" Urlò a denti stretti a pochi centimetri dal mio viso. Sentivo un attacco di panico arrivare. Inizia i respirare affannosamente.
"Irwin! Cosa sta facendo?" Sentii urlare prima che il buio mi inghiottisse.
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Stockholm syndrome || Luke Hemmings
AléatoireSindrome di Stoccolma: sindrome di Particolare stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro o di un abuso ripetuto, i quali, in maniera apparentemente paradossale, cominciano a nutrire sentimenti positivi verso il proprio aguzzin...