chiunque ma non lui,l'uomo il quale mi aveva rovinato ogni momento bello,l'uomo più viscido e schifoso mai visto sulla faccia della terra.
come stai? mi chiese posando la sua mano sulla mia spalla
Maya: non osare toccarmi
successivamente mi rivolsi a mia madre con tutta la rabbia che io avessi in corpo quell'istante.
Maya: come hai potuto far entrare quest'uomo in casa nostra? dopo tutto ciò che ti,che ci ha fatto?
mamma: amore calmati
Maya: no non dirmi di stare calma,ne ho abbastanza,per anni sono stata zitta a subire ogni singolo comportamento di merda nei miei confronti,basta mamma,se quest'uomo resta io me ne vado.
mamma: m-Maya,tuo padre è venuto fin qui per scusarsi
papà: dammi una possibilità,sono cambiato
Maya: dopo tutto ciò che ci hai fatto passare ti aspetti veramente un mio perdono?
mamma: oggi mentre uscivo da lavoro l'ho incontrato in caffettiera,mi stava aspettando,abbiamo parlato,e mi ha spiegato che cosa avesse fatto in questo arco di tempo.
papà: dopo che tua madre ha vinto l'affidamento non sono riuscito a darmi pace,ho intrapreso un percorso terapeutico,dovevo cambiare e lottare per ciò che amavo,credimi Maya l'ultima cosa che voglio in questo momento è ferire una di voi.
rimasi immobile per un paio di secondi poi parlai
Maya: non avrai un perdono da parte mia se è questo che cerchi,se rimango sappi che non è per ricucire un rapporto padre e figlia,ma per mamma e Molli,al contrario tuo io non abbandono la famiglia.
feci un enorme respiro e sali in camera cercando di mantenere la calma,domandandomi il perché di tutto questo.
riuscì ad addormentarmi poco dopo anche se l'emozioni e i mille pensieri avevano sopraffatto la mia mente.
15 settembre 2016 ore 7:00
quella mattina mamma decise di svegliarmi in modo tranquillo,venne in camera si posò su un fianco del letto iniziandomi ad accarezzare sofficemente la testa.
mamma: dobbiamo parlare
con molta fatica iniziai a vestirmi e allo stesso tempo ad avere un dialogo con lei.
mamma: ti porterà papà a scuola
Maya: non chiamarlo così,non lo merita
mamma: dagli una possibilità,ci sta provando
Maya: gli uomini come lui non cambiano,non riesco proprio a comprendere il motivo del suo ritorno.
durante il tragitto non rivolsi la parola a nessuno,nemmeno a Molli,li ascoltai cantare per 20 minuti le canzoni che lui ci dedicava quando eravamo piccole prima di dormire,facendo finta di nulla,l'unico sentimento che riuscivo a provare in quel momento nei suoi confronti era la rabbia,ma cercai di non farlo notare,Molli non meritava tutto questo.
15 settembre 2016 ore 7:50
Ben: ciao
Maya: ei
Ben: volevo farti un saluto prima che iniziassero le lezioni
Maya: grazie
Ben: ci vediamo dopo "mi diede un bacio in guancia e se ne andò"
Voltandomi vidi Ares immobile in mezzo al corridoio che mi fissava.
Aveva uno sguardo strano,lo sguardo di chi provava gelosia, ma nei confronti di chi? miei?
iniziò a venirmi incontro fino a quando non venne fermato da una studentessa che gli si accollo come una cozza.
Rimasi per un paio di secondi ad osservarlo mentre lui davanti ai miei occhi decise di limonarsela.
Alzai uno sguardo al cielo e me ne andai dal lato opposto,entrai in aula,mi sedetti al mio posto e aspettai l'inizio delle lezioni.
Non feci nulla d'interessante quella mattina,dormi,all'ultima campanella decisi di correre verso la sala da pranzo addentrandomi contro il cibo,presi un vassoio e successivamente feci la fila insieme a molti altri studenti.
poco dopo fui chiamata
Sofia: vieni qui "urlò"
mi sedetti di fianco a Ben,che mi saluto posando la sua mano sopra la mia coscia
Sofia: quindi?
Ben: che cosa?
Sofia: com'è andato l'appuntamento?
Maya: bene "risposi ridendo"
ci fu un momento di totale silenzio che indicava un enorme imbarazzo,che fortunatamente venne interrotto dalla campanella che segno la fine del pranzo.
15 settembre 2016 ore 15:00
ero distesa sul letto a copiare degli appunti quando mi arrivo un messaggio da parte di Ben,chiedendomi se volevamo vederci per studiare biologia insieme,gli rispondi che non avevo nulla da fare e gli proposi di incontrarci nel parco dietro casa.
come lo vidi lo abbracciai per poi mettermi seduta sopra una panchina iniziando a ripetere ciò per cui eravamo lì.
Tra una risata e l'altra il tempo passo talmente in fretta che non mi resi conto che era ora di cena.
Lo salutai di corsa e decisi di tornare immediatamente a casa.
Fuori dalla porta d'ingresso vidi mio padre in piedi ad aspettarmi.
papà: dove sei stata?
Maya: non sono cose che ti riguardano
papà: dove sei stata? "mi urlò"
Maya: a studiare con un amico "dissi impietrita"
papà: ti sembra l'ora di tornare?
decisi di non rispondere dirigendomi verso la porta,la stavo per aprire quando mi prese il braccio strattonandolo fino a farmi cadere a terra.
iniziai a tremare,non avendo nemmeno la forza di respirare
improvvisamente senti una voce dietro le mie spalle
"qualche problema?"
mi voltai ad osservare quando vidi Ares immobile difronte casa mia
papà: ragazzo,va a casa è tardi
Ares: tutto bene ragazza americana?
papà: non hai sentito forse? non abbiamo bisogno del tuo aiuto
Ares: non sto parlando con lei signore
Maya: s-si sono solamente inciampata
La discussione termino quando Ares si decise ad andarsene,non cenai quella sera ne tanto meno parlai con mamma di ciò che era successo,me ne andai in camera mia.
Mi distesi sul letto e piansi per un paio di ore fino a quando non mi addormentai.

Soli contro il mondo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora