16. Dolore

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"Tom, devi calmarti." La voce di Draco, calma come quella di una madre che rassicura il figlio sussurrandogli all'orecchio che andrà tutto bene graffiò i timpani del ragazzo dai capelli neri come l'oscurità più totale con la stessa violenza di un felino che affonda gli artigli nel corpo della sua preda.

Tom, che fino a quel momento era rimasto con la fronte contro la parete fredda e spoglia del salone di villa Riddle, i palmi delle mani come a voler spingere il muro di pietra, i muscoli tesi paragonabili a corde di un violino, gli occhi stretti fino a vedere piccoli pallini bianchi e il labbro stretto tra i denti, si voltò lentamente verso la schiera di Mangiamorte che lo stava osservando.
"Calmarmi?" Un sussurro lacerante come un sectumsempra si insidiò in ogni angolo della stanza facendo immobilizzare tutti i presenti.
"Calmarmi?" Ripetè respirando velocemente dal naso, aria fredda che entrava nelle sue narici per poi essere espulsa nuovamente, calda, bruciante di rabbia.
"Mia sorella è stata catturata dagli Auror e con ogni probabilità adesso si trova ad Azkaban!" Gli occhi erano iniettati di sangue, alcune chiazze rosse gli coloravano la pelle del viso e il petto si alzava e abbassava seguendo il ritmo dei respiri.
"Avada Kedavra!" Il corpo di un Mangiamorte, Jugson, venne attraversato da una potente luce verde che lo fece cadere all'indietro, morto.
Brenda, adagiata su una poltrona alle spalle di Riddle, sospirò portando la testa di lato e chiuse gli occhi permettendo alle sue palpebre di proteggerla dalla vista del corpo privo di vita che giaceva sul pavimento.

"Hai intenzione di uccidere tutti quanti?" sussurrò Draco ad un passo dal suo viso. Le pupille saettavano da un occhio all'altro, dilatate, tremanti e preoccupate. "Tom, scatenerai una rivolta se non riprendi il controllo di te stesso. So che è tua sorella ma non fare in modo che i sentimenti prevalgano sulla ragione e la razionalità."

Gli passò accanto, sfiorandolo appena e se Draco non avesse saputo che Tom era vivo e in quella stanza avrebbe pensato al tocco leggero di un fantasma.

Al suo passaggio si formarono due schieramenti, due sponde, nate dalla divisione del gruppo.
Raggiunse il cadavere dell'uomo fermandosi vicino ai suoi piedi. Lo guardò dall'alto con disgusto prima di voltarsi verso due Mangiamorte: "Portatelo via da qui."
Sui loro volti si formò un'espressione interrogativa, d'altronde dove avrebbero dovuto portarlo? Ma evitarono di fare domande tanto era alta la paura di essere uccisi.
Uno prese il braccio sinistro, l'altro il destro e lo trascinarono fuori dalla stanza sotto gli occhi assassini di Tom.
Quando i tre uomini furono fuori dalla traiettoria dei Mangiamorte, davanti a Riddle apparve una nuvola nera che in meno di un secondo prese forma rivelando una donna dai capelli biondi che ricordavano il miele.

"Mio Signore" disse con un profondo inchino e sincero rispetto nella voce. "Ho delle novità."

"Parla, Niav."

Niav.
Era stata leale a Voldemort durante il suo regno, dimostrandosi più e più volte un'ottima seguace. Aveva combattuto valorosamente durante la prima guerra magica e quando Ecate prese il posto del padre, giurò che avrebbe impugnato una seconda volta la bacchetta contro gli Auror.
Il giorno in cui Ecate si autoproclamò regina, Niav fu l'unica ad inginocchiarsi senza alcun tipo di esitazione e sia Ecate sia Tom sapevano che avrebbero potuto contate su di lei per qualsiasi cosa.

"È stata interrogata, sottoposta a processo, mio Signore." Continuava a guardare fissa davanti a sé nonostante Tom le stesse girando intorno con le mani giunte dietro la schiena. "Non so cosa sia emerso dal processo, solo cinquanta membri del ministero vi hanno potuto assistere."

"Sai cosa hanno deciso?" domandò lui.

"Sì, Signore." Gli afferrò il braccio arrestando il suo girotondo e quando Tom si voltò verso di lei si accorse che lo stava osservando. "È stata condotta ad Azkaban ieri, dopo il processo."

𝗙𝗶𝗴𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗼𝘀𝗰𝘂𝗿𝗶𝘁𝗮̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora