13-Sul tetto

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Niragi continuava ad avvicinarsi, mentre io mi allontanavo. 

Quanto rimpiangevo di non avere i miei coltelli o la mia pistola.

"Non puoi scappare." Mi disse, avvicinandosi ancora.

"Lasciami in pace."

"Oh, lo farò." Ora era davanti a me, mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Dopo che ci saremo divertiti."

Mi veniva da vomitare e non sapevo bene cosa fare; il mio corpo sembrava paralizzato. 

Mi sollevò il viso con una mano e fece per baciarmi e quello bastò a risvegliarmi. 

Il mio primo bacio non sarebbe stato così, non sarebbe stato una costrizione nè tantomeno un obbligo da parte di uno stronzo qualsiasi.

Lo guardai dritto negli occhi e gli rifilai un calcio in mezzo alle gambe.

"Stronza!" Urlò lui.

Io ne approfittai per scappare, ma Niragi mi inseguì. Mi prese un braccio e mi costrinse a voltarmi. "E io che volevo farlo con le buone, ma ora mi hai fatto cambiare idea."

Mi liberai dalla sua presa e lui mi tirò uno schiaffo.

"Sei proprio una guastafeste. Non capisco cosa ci veda Chishiya in una come te, ma ora che sono sicuro che gli piaci, mi divertirò con te solo per fargli un dispetto." 

Mi diede una forte spinta e io caddi a terra, battendo la testa. 

Lui fu sopra di me in pochi secondi e aveva iniziato a slacciarsi la cintura.

Mi dimenai, cercando di liberarmi, ma inutilmente. Niragi mi bloccava le gambe con le sue, mentre per tenermi ferme le braccia, mi stringeva i polsi con le sue mani, così forte che ero sicura che mi sarebbero rimasti i segni.

Abbassò il viso sulla mia clavicola, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, fu spinto con violenza da Chishiya che era apparso dal nulla.

"Viscido bastardo!" Gli urlò contro e si mise davanti a me per proteggermi.

"Ma guarda, guarda," lo schernì Niragi. "L'orso è uscito dalla sua caverna."

"Vattene da qui Niragi." Chishiya aveva un tono imperatorio che non avevo mai sentito.

"Non ci penso proprio." Continuò Niragi, avvicinandosi di nuovo. "Io e la tua ragazza abbiamo un conto aperto."

"Non pensavo che fossi sordo, oltre che stupido." Gli rispose Chishiya, tornando al suo tono calmo, che in quella circostanza risultava ancora più pericoloso.

Nel frattempo mi rialzai e Chishiya mi teneva dietro di sè, facendomi da scudo.

Poi successe tutto molto velocemente: Niragi si avvicinò e colpì Chishiya con un pugno in faccia; lui non aspettandoselo, barcollò e Niragi approfittò per quella perdita di equilibrio per rifilargli un calcio nello stomaco.

Questa volta fui io a mettermi in mezzo e il prossimo calcio lo presi io, in un fianco, seguito da un altro spintone che mi ributtò a terra.

Niragi rideva, mentre Chishiya era accovacciato. "Jen.." Disse, stringendosi la pancia.

Niragi si avvicinò a lui e gli tirò un altro calcio e presto anche Chishiya fu a terra.

"Adesso capisco cosa ci trovate l'uno nell'altro." Niragi sfoderò il suo sorriso maligno. "Siete due pappe molli."

Poi prese Chishiya per una spalla e gli tirò un pugno sul naso, facendoglielo sanguinare.

Per un attimo fu come se stessi vedendo la scena a rallentatore: Chishiya a terra e Niragi che stava avendo la meglio.

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