Di nuovo tornammo tutti in mensa e in quella circostanza capii il vero significato di "fame nervosa". Ero al mio quarto pacchetto di biscotti e il fatto che fosse notte fonda non faceva che aumentare l'ansia e la fame.
Chishiya fregò un biscotto dal mio sacchetto e io lo guardai malissimo.
Nonostante la situazione paradossale, almeno io e lui riuscivamo a mantenere un po' di normalità con quei piccoli gesti.
Il gruppo si disse ancora i simboli e come stavamo facendo dall'inizio, prima che venisse il nostro turno, io e Chishiya ci dicevamo i nostri senza farci notare.
Mi accorsi che una delle ragazze, quella con i capelli a caschetto, iniziava a non fidarsi più della leader, inoltre volevo sentire le teorie di Chishiya, ma era davvero difficile parlarsi per più di due minuti senza dare nell'occhio.
Mi guardai intorno, cercando altri sospettati, ma a parte ciò che mi aveva detto prima lui, brancolavo nel buio.
"Non preoccuparti, ho un piano." Mi sussurrò. "Credo di aver capito chi è." Disse ancora più a bassa voce, che quasi faticai a sentirlo.
Un altro turno stava finendo e tutti tornammo alle celle; vidi che la ragazza col caschetto, prese un'altra strada.
Iniziavo ad odiare quel posto e anche quella insulsa voce che mi diceva di dichiarare il mio simbolo.
"Fiori." Dissi, scocciata.
Sentii un botto e questa volta non avevo idea di chi fosse morto; lo scoprii poco dopo quando sul monitor si spensero la foto di una ragazza che non avevo notato e di quella col caschetto. Non mi sapevo spiegare la sua morte, perchè avevo visto il simbolo sul suo collare e la ragazza dal vestito azzurro non le aveva mentito.
La voce metallica annunciava il sesto turno. Eravamo lì già da sei ore!
Io, Chishiya e il ragazzo dalla maglietta a strisce restammo nel corridoio.
"Perchè si ingannano a vicenda?" Chiese, la voce affannata.
"Bè, la cosa non mi sorprende affatto." Disse Chishiya. "Nessuno vorrebbe morire in questa prigione."
"E man mano che qualcuno se ne va, è sempre più difficile fidarsi e mentire rimane la nostra unica difesa." Aggiunsi io.
Passarono altri tre turni e arrivammo al nono. Alcune persone avevano iniziato a dare di matto, altri ad avere attacchi di panico.
Io e Chishiya eravamo impassibili.
Andai allo scaffale e questa volta presi un pacchetto di frutta secca.
Senza farsi vedere, Chishiya usò un altro metodo per dirmi il mio simbolo questa volta: fece un cuore con le mani, che io ricambiai non solo perchè era anche il suo, ma anche per altre cose che sapevamo bene entrambi.
"Ma tu guarda che coincidenza." Sussurrò.
Gli sorrisi senza farmi vedere dagli altri.
Un uomo del nostro gruppo stava per sentirsi male e la leader andò a consolarlo, poi gli chiese di dirgli il suo simbolo.
L'uomo esitò un attimo e balbettò la risposta, come se stesse decidendo se dirle la verità o no. Gli altri confermarono quanto aveva detto, ma la sicurezza della ragazza, sparì dal suo viso per la prima volta.
Dopo quel turno, io Chishiya e il ragazzo con la maglia a strisce, che scoprimmo chiamarsi Ippei, ci staccammo dal gruppo.
Il decimo turno iniziò e presto l'equilibrio si sarebbe rotto definitivamente. Ora nessuno si fidava più di nessuno, a parte le coppie e noi tre.
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Black & White
Fanfiction"Il mondo non è solo bianco e nero" E' una bella frase, peccato che da quando mi trovo qui la penso esattamente così: o combatti e sopravvivi, oppure ti arrendi e muori; non ci sono modi di indorare la pillola. E ho continuato a crederlo...fino a qu...