33-Joker, parte 2

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"Ma è uno scherzo?" Chiesi, guardando Nakamura in faccia.

"Joker è il nome della nostra associazione, di cui ora fate parte anche voi." Si sedette comodo sul divano. "E ora vi spiego meglio chi siamo e in che cosa consiste il progetto B.R.E.A.D. nello specifico."

Nakamura prese un telecomando e premette un bottone; le luci si spensero e sulla parete vennero proiettate delle immagini e subito dopo dei grafici.

"Come vi ho già detto, B.R.E.A.D. si occupa di testare la mente umana per vedere come risponde in determinate circostanze e come questo influenza ciò che ci rende effettivamente umani. Vale a dire, che sono stati analizzati anche specifici ormoni come l'epinefrina, altrimenti nota come adrenalina, o la serotonina, tra i due principali. E quest'ultima, come avrete immaginato, era a livelli minimi durante il test, anche se ci sono state delle eccezioni." Nakamura ci sorrise. "Ma di questo parleremo dopo."

Premette nuovamente il bottone e apparve una piantina di Tokyo, seguita poi da delle immagini.

"Perchè ci sta facendo vedere delle foto di Tokyo?" Gli chiesi.

"Perchè questo è il fulcro del progetto, è ciò per cui l'associazione Joker si è riunita e ha investito un patrimonio di circa 2 miliardi di dollari."

"Non capisco." Dissi.

"Lei ha capito signor Chishiya?" Nakamura lo guardò.

"In realtà, non ancora." Chishiya era stranamente confuso.

"In effetti se nemmeno lei ci è arrivato, questo dimostra il pieno e totale successo del test." Nakamura tornò a guardare le immagini che scorrevano sullo schermo, mostrando alcuni luoghi iconici di Tokyo e le Arene dei Games. "Quella che state guardando, non è la vera Tokyo."

"Cosa?" Spalancai gli occhi per lo stupore.

"E' una riproduzione fedelissima della città e ci sono voluti cinque anni per la sua realizzazione; senza contare tutti gli aggiornamenti costanti per renderla pressoché identica a quella vera e tutte le modifiche necessarie per la costruzione delle Game Arene."

"Quindi per gli scorsi nove mesi siamo stati in una finta Tokyo?" Chiese Chishiya.

"Esattamente." Nakamura fece scorrere le slide e ci fece vedere foto di quelli che erano stati i progetti di idealizzazione, che mostravano schizzi e preventivi in denaro. "Alcuni di voi sono rimasti più tempo di altri e non siete arrivati tutti insieme, ma a gruppi di circa 50 persone alla volta. Per esempio, la signorina Jen è arrivata esattamente due mesi dopo di lei signor Chishiya, assieme ad Arisu e ai suoi amici Karube e Chota, i quali non sono sopravvissuti al test."

Ero ancora sotto shock per tutte quelle rivelazioni e la mia mente si rifiutava di credere a tutto quello che ci stava dicendo Nakamura, per il semplice fatto che sembrava assurdo.

"Il progetto B.R.E.A.D. è durato 3 anni, 7 mesi e 12 giorni."

"Aspetti un attimo," dissi. "Ci sta dicendo che questa pazzia sta andando avanti da tutto questo tempo e che il mondo intero ne è all'oscuro?"

"Proprio così." Nakamura sorrise soddisfatto. "L'associazione Joker è un'esperta nel lavorare nell'ombra. Oltre a scienziati, costruttori, squadre di tecnici e pianificatori e molte altre persone, abbiamo anche degli hacker professionisti."

"Ci sono ancora due cosa che non riesco a capire." Chishiya sembrava essere tornato in sè. "Come avete fatto a portarci qui senza che ce ne accorgessimo e questo B.R.E.A.D. che cosa vi ha permesso di scoprire."

"Ricordate qualcosa dei momenti prima di esservi ritrovati a Borderland?" Ci chiese Nakamura.

"I fuochi d'artificio." Dicemmo in coro io e Chishiya.

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